da Osservatorio
Immagini davvero inquietanti quelle diffuse dall’ufficio stampa dello Stato maggiore dell’Esercito italiano. I militari del 62° Reggimento fanteria “Sicilia” della Brigata “Aosta” che si addestrano sulle “tecniche di controllo della folla”, simulando l’attacco armato contro un gruppo di manifestanti.
di Antonio Mazzeo
E’ accaduto nei giorni scorsi nel poligono militare di Piazza Armerina (EN) dove il Reggimento siciliano si è “familiarizzato con le tecniche di Crowd and Riot Control (letteralmente controllo antisommossa della folla, nda)”.
“L’attività, strutturata in lezioni teoriche e pratiche, ha consentito al personale delle compagnie del reggimento di acquisire le conoscenze di base relative alle tecniche e alle procedure da adottare in caso di disordini, di situazioni di pericolo e di minaccia per l’ordine pubblico, con lo scopo di potenziare ulteriormente la capacità di intervento antisommossa anche a supporto delle forze dell’ordine, al fianco delle quali l’Esercito spesso lavora,
come, ad esempio, l’operazione “Strade Sicure””, spiega lo Stato Maggiore dell’Esercito. “Il modulo addestrativo si è concluso con una esercitazione finale a partiti contrapposti che ha consentito di testare le tecniche acquisite e la capacità di reazione in contesti di “Crowd and Riot Control””.Ecco ancora una prova, purtroppo, della crescente e pericolosissima presenza delle forze armate sul fronte interno in funzione di controllo dell’ordine pubblico e repressione di ogni forma del dissenso.
Va altresì segnalato come proprio presso il 62° Reggimento fanteria “Sicilia” di Catania sono stati attivati da un paio di anni percorsi PCTO (la famigerata alternanza scuola-lavoro-caserma) per gli studenti siciliani delle scuole secondarie. Gli allievi vengono impiegati nelle “riparazioni di apparati telecomunicazioni e veicoli, nella gestione di magazzini e depositi; nella manutenzione del verde e nella gestione del servizio cucina e distribuzione vitto”. (Fonte: La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia. Manifestolibri).
Nessun commento:
Posta un commento