Dopo la caduta del regime fascista e la formazione del governo Badoglio a Roma erano confluite alcune divisioni dell’esercito regio: l’8 settembre viene firmato l’armistizio, all’alba del 9 settembre il re, Badoglio e le alte cariche militari abbandonarono la capitale e l’esercito si trovò senza direttive. Una parte di soldati cercò di contrastare l’esercito tedesco e, insieme a civili organizzati dai partiti antifascisti, si attesta a Porta S. Paolo dove si resiste finchè la soperchiante forza militare tedesca ha ragione dei resistenti.
Roma cade sotto il controllo degli occupanti nazisti che fra il 1943 e il 1944 sottoposero la popolazione a terrore, massacri, torture.
È in questo contesto che si inserisce l’azione di via Rasella: in quell’occasione, i Gruppi di Azione Patriottica riuscirono in una coraggiosa operazione militare che vide l’assalto a un battaglione nazista che marciava nelle strade del centro, portando all’uccisione di 33 soldati delle SS. La rappresaglia nazista a questo evento fu, come tristemente noto, il massacro delle Fosse Ardeatine in cui trucidarono 335 prigionieri.
Negli anni diversi sono stati i tentativi di criminalizzare l’azione di via Rasella da parte dei revisionisti storici - fino all’ “esternazione” di La Russa dello scorso anno: «Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non».
Sempre, coraggiosamente e coerentemente i gappisti protagonisti dell’azione hanno difeso la Resistenza partigiana e contrastato i tentativi di criminalizzarli. Essi ci hanno lasciato delle pagine memorabili sulla Resistenza romana.
Riprendiamo qui le note biografiche tratte dal sito dell’ANPI di alcuni dei protagonisti:
Rosario Bentivegna
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Nato a Roma il 22 giugno 1922, medico, morto a Roma il 2 aprile 2012. Medaglia d'argento al valor militare.
Già negli anni del liceo fu un attivo antifascista. Con Leonardo
Jannaccone, Corrado Nourian e Nino Baldini costituì, infatti, nel 1939, un
gruppo detto di "unificazione marxista", che attirò presto
l'attenzione della polizia fascista. Arrestato nel 1941, dopo la scarcerazione
Bentivegna aderì nel 1943 al Partito comunista. Con l'armistizio e la
formazione dei Gruppi di azione patriottica, fu tra i più valorosi protagonisti
della Resistenza, sia a Roma (assalto a militari tedeschi in piazza Barberini,
attacco ad un corteo fascista in via Tomacelli) che nella zona della Casilina,
dove comandò formazioni partigiane.
Il 23 marzo del 1944 con Carla Capponi (che
sarebbe poi stata sua moglie), fu tra gli autori dell'azione di via Rasella, che mise fuori
combattimento 33 soldati delle SS e che fu il pretesto per la strage delle
Fosse Ardeatine. Pochi mesi dopo la liberazione della Capitale, Bentivegna
decise di continuare la sua lotta contro i nazifascisti in Jugoslavia e
in Montenegro.
Rientrato in Italia dopo la conclusione del conflitto, questo valoroso
combattente (che per un paio d'anni fu anche redattore del giornale l'Unità,
prima di riprendere gli studi e di dedicarsi alla professione di medico), è
stato sottoposto per le sue imprese di partigiano a numerosi processi, dai
quali è uscito sempre assolto per la legittimità delle sue azioni.
Mario Fiorentini
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Nato a Roma il 7 novembre 1918, morto a Roma il 9 agosto 2022. Matematico e docente universitario, pluridecorato al valor militare.
Era ancora studente delle Commerciali quando aveva cominciato a svolgere attività clandestina in "Giustizia e Libertà" e nel Partito comunista. Dopo il 25 luglio del '43, diede vita, con altri antifascisti romani, alla formazione "Arditi del Popolo". Il 9 settembre Fiorentini prese parte ai combattimenti contro i tedeschi a Porta San Paolo e nell'ottobre del '43 formò e diresse i Gap centrali "A. Gramsci" e "Carlo Pisacane", con il nome di battaglia di "Giovanni", operando nella IV Zona di Roma. In questo ruolo partecipò, nella Capitale, a numerose azioni, tra cui quelle di via Rasella e al carcere di Regina Coeli. Dopo la liberazione di Roma, si fece paracadutare al Nord. Col nome di battaglia di "Dino" operò in Liguria, Emilia, Lombardia e Piemonte, come ufficiale di collegamento dell'OSS, il servizio segreto americano. È stato decorato con tre medaglie d'argento al valor militare e tre croci di guerra al merito, e con la medaglia della Special Force (GB) e la medaglia Donovan dell'OSS (Usa). Autodidatta, nel dopoguerra ha iniziato, sostenuto dalla moglie (Lucia Ottobrini, un'antifascista conosciuta durante la clandestinità), gli studi liceali e poi quelli universitari. Fiorentini è così diventato docente di Geometria superiore all'Università di Ferrara. I suoi studi di matematica sono stati ripresi e approfonditi in tutto il mondo ed hanno fatto dell'ex gappista un matematico di fama internazionale.
Carla Capponi
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Nata a Roma il 7 dicembre 1921, deceduta a Zagarolo (Roma), il 23 novembre 2000, Medaglia d'Oro al Valor militare.
Studentessa di Legge, subito dopo l'8 settembre 1943 partecipò coraggiosamente alla Resistenza romana, divenendo presto vice comandante di una formazione operante a Roma e in provincia. Nell'ottobre del 1943 per procurarsi un'arma (i suoi compagni dei GAP gliela negavano, perché preferivano riservare alle donne funzioni di appoggio), non trova di meglio che rubare la pistola a un milite della Gnr, che si trovava vicino a lei in un autobus superaffollato. Nella primavera del 1944 è tra gli organizzatori e gli esecutori dell'azione gappista di via Rasella contro un contingente dell'esercito tedesco. L'azione fu poi presa dai nazisti a pretesto per la feroce strage delle Fosse Ardeatine. Riconosciuta partigiana combattente con il grado di capitano, è stata decorata di Medaglia d'Oro al valore militare per aver partecipato, si legge tra l'altro nella motivazione, "alle più eroiche imprese nella caccia senza quartiere che il suo gruppo di avanguardia dava al nemico annidato nella cerchia abitata della città di Roma". Più volte parlamentare del PCI, membro della Commissione Giustizia nei primi anni settanta, ha fatto parte sino alla morte del Comitato di presidenza dell'ANPI. Poco prima della scomparsa di Carla Capponi, "il Saggiatore" ha pubblicato un suo volume sull'attività dei GAP a Roma. Si intitola Cuore di donna.
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