Torino, accordo università-Israele: gli studenti protestano e sospendono una seduta del Senato accademico
Guerra a Gaza, l'Università di Torino blocca il bando di collaborazione con Israele. Un solo voto contrario
L’ateneo è il primo a sospendere la collaborazione con le realtà accademiche israeliane. Parziale vittoria per i collettivi studenteschi che hanno bloccato la riunione del Senato accademico.
«Il Senato dell’Università ritiene non opportuna la partecipazione al bando del Ministero degli Affari
Esteri (Maeci), visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza».L’ateneo di Torino è il primo a livello italiano a sospendere la collaborazione con le realtà accademiche israeliane. Parziale vittoria per i collettivi studenteschi che hanno prima bloccato la riunione dei senatori e poi ottenuto un’assemblea pubblica per discutere la loro richiesta di boicottaggio di tutte le intese con le università israeliane. Dopo una lunga discussione, i vertici dell’ateneo hanno deciso di approvare un documento che di fatto chiude le porte ad un unico bando, quello pubblicato recentemente dal Maeci che mira a finanziare progetti congiunti di ricerca tra Italia e Israele in tre settori di applicazione: le tecnologie per il suolo, quelle per l’acqua (come trattamento di quella potabile, delle acque industriali e di scarico o la desalinizzazione) e l’ottica di precisione, elettronica e tecnologie quantistiche.A votare lo stop al bando Maeci per la raccolta di progetti congiunti per l’anno 2024 è stata quasi la totalità dei senatori di Unito. Due gli astenuti e un unico «no», espresso dalla professoressa Susanna Terracini. La direttrice del dipartimento di Matematica spiega: «Non avrei avuto problemi ad approvare una richiesta per il cessate il fuoco, perché sono fortemente turbata per la strage che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. Mentre, sono fortemente contraria ai boicottaggi accademici, perché, essendo esclusi possibili progetti bellici, le collaborazioni sono un elemento portatore di comprensione e di pace». Di parere diverso i militanti del Progetto Palestina, di Cambiare Rotta, di Studenti Indipendenti e della altre sigle di sinistra universitaria. Gli studenti spingono per approvare l’appello — lanciato dalla torinese Paola Rivetti, oggi docente di Scienze politiche a Dublino, e firmata da 1.600 colleghi del nostro Paese (60 dall’ateneo torinese) —, che chiede al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di sospendere l’intero accordo di Cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica tra Italia e Israele per «il rischio di dual use e la violazione del diritto internazionale e umanitario».
Su questo, i vertici dell’Università di Torino prendono tempo. Accolta così la proposta di Francesco Ramella, direttore del dipartimento di Cultura, Politica e Società, di limitare l’azione a un documento che di fatto sospende la partecipazione di Unito al bando Maeci di quest’anno. «Ad oggi, solo tre colleghi avevano manifestato il loro interesse a partecipare, tutti appartenenti ad Agraria, ma poi hanno rinunciato autonomamente», spiega Gianluca Cuniberti. Il direttore di Storia che, dopo aver sottolineato la capacità di Unito di dialogare anche su temi così divisivi, annuncia un’altra iniziativa che farà discutere: tra pochi mesi sarà lanciato il corso di storia della Striscia di Gaza ospitando Sara Roy, la docente di Harvard.
Nessun commento:
Posta un commento