Tutta la stampa in questi giorni parla della Leonardo e dei suoi ricavi, del suo sviluppo e soprattutto del fatto che la Leonardo si appresta a diventare leader europeo, addirittura anche nel mercato mondiale, per quanto riguarda la produzione di armamenti.
Partiamo dai dati, perché sono chiari, esplicativi di quello che è la politica della Leonardo e la politica dello Stato italiano all'interno della situazione a livello internazionale per quanto riguarda le guerre imperialiste.
I dati che vengono fuori della Leonardo parlano di grossi ricavi: nel 2023 ci sono stati 15,29 miliardi, ordini per 17,9 miliardi, è raddoppiato il dividendo con 0,28 € per azione e, soprattutto, per l'esercizio 2024 si parla di ricavi in crescita fino a 16,8 miliardi, ordini in crescita e flusso di cassa in crescita, ecc.
Si dice anche dove, in effetti, la Leonardo si sta rafforzando e questo rafforzamento avviene in Puglia, soprattutto dove ci sono ordini di 105 miliardi e ricavi per 95 miliardi. C'è un piano che va fino al 2028 con cui la Leonardo punta a far crescere le tre divisioni in Puglia, le aerostrutture tra Grottaglie e Foggia, elicotteri a Brindisi e soprattutto elettronica per la Difesa a Taranto.
Quindi - e non lo nascondono – è il settore Difesa quello che da la percezione più chiara del
cambiamento in atto in questa fase storica. In questi settori la Leonardo vuole diventare un leader europeo, rafforzare il core business di elettronica per la difesa, elicotteri e velivoli, per cui, si dice, c'è una forte ripresa del mercato; una ripresa che, chiaramente, non ci sorprende vista la partecipazione attiva militare dell'Italia nella guerra interimperialista in corso ormai da più di due anni in Ucraina, visto il suo sostegno nel Medio Oriente, in particolare allo Stato di Israele, vista la sua presenza più recente nel Mar Rosso.Quindi la direzione di marcia della Leonardo è quella di essere un attore chiave nel comparto militare, “incrementando la trasformazione degli ordini in ricavi e potenziando lo sviluppo dei prodotti per raggiungere la posizione di leader” .
Per quanto riguarda l'elettronica della Difesa su Taranto la Leonardo lavora molto con la Marina militare. Ricordiamo che dalla base navale di Taranto, una delle più grandi basi navali, cogestita dall'imperialismo italiano e dalla NATO, partono le missioni militari per gli interventi di guerra.
Nello stesso tempo, la Leonardo, si dice, non si limita solo all'ambito europeo, essendo ormai una multinazionale integrata alle compagnie USA. Quindi si capisce bene cosa significa questa situazione: si conferma quello che sinteticamente venne detto da John Reed nei “10 giorni che sconvolsero il mondo” che le guerre significano profitti per le aziende, profitti per il Capitale, morte e distruzione per le popolazioni, per i proletari, per la gente, donne, bambini.
Quindi noi abbiamo qui chi produce queste apparecchiature di guerra, queste apparecchiature di morte e su queste fa i suoi ricavi e su queste soprattutto punta ad ampliarsi.
Infatti c'è anche l'altro risvolto, gli alleati che la Leonardo sta cercando, e in particolare l'alleanza con la Iveco Defence. Qui l'obiettivo della Leonardo è di espandere la propria presenza nell'industria degli armamenti terrestri, visto che la Iveco Defence partecipa a un consorzio con la società Leonardo Oto melara per la produzione di veicoli blindati e corazzati.
Questo tipo di produzione non viene nascosta ma la si vuole in un certo senso "abbellire", mettendo in evidenza gli altri impegni che la Leonardo sta facendo sul piano della sicurezza, dell'ambiente.
Ma “sicurezza” che significa? Noi sappiamo che quando si parla di "sicurezza" anche per i cittadini, con questo Stato, con questo governo, come si dice, bisogna “mettere mano alla pistola”.
Così per quanto riguarda l'occupazione, si dice che ci sarà un incremento dell'occupazione e una trasformazione soprattutto in Puglia delle assunzioni a termine in assunzioni stabili e definitive. E qui si aggiunge la ciliegina sulla torta, dichiarando che rispetto a queste assunzioni ci sarà anche un rafforzamento del contributo femminile in azienda in termini di inserimenti e di presenza delle donne nelle posizioni di leadership, facendo arrivare l'occupazione femminile al 30% del totale dei dipendenti.
Ma sembra di fare dello "spirito a un funerale": mentre produce apparecchiature di morte la Leonardo parla di salvaguardia del clima, parla di ambientalizzazione.
Questa denuncia, questi presidi di lotta, devono continuare.
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