da Controinformazione rossoperaia del 12/03
Anan Yaeesh è un palestinese di 37 anni originario della città di Tulcarem, Cisgiordania.
Ha condotto la sua attività politica nel contesto della seconda Intifada e per questo ha già scontato quattro anni nelle carceri di tortura dell'occupazione israeliana. Una volta rilasciato, ha subito un'ulteriore agguato delle forze speciali israeliane nel 2006, riportando gravi ferite da arma da fuoco. Nel 2013 ha lasciato la Palestina diretto in Europa e in Norvegia dove viene sottoposto agli interventi chirurgici per rimuovere i proiettili rimasti per anni nel suo corpo. Poi nel 2017 raggiunge l'Italia, dove nel 2019 ottiene regolare permesso di soggiorno come rifugiato.
Nel 2023 si reca in visita in Giordania e qui viene rapito dai servizi di segreti giordani che intendevano consegnarlo ad Israele. Ma dopo sei mesi di detenzione, la grande mobilitazione che è seguita alla notizia del suo arresto, impediscono alle autorità giordane di consegnarlo a Israele e lo costringono a rilasciarlo.
Così il 2023 a novembre torna in Italia, a l’Aquila, dove il 29 gennaio di quest'anno, a seguito di una
richiesta di assoluzione dello Stato sionista di Israele, le autorità italiane lo arrestano e si apprestano a estradarlo. Anche qui in Italia immediata è la mobilitazione per richiederne la liberazione e impedirne l'estradizione.Ci sono stati presidi in parecchie città, a Sassari, all'Aquila, a Terni, dove è detenuto. Ma per oggi, 12 Marzo, al Tribunale dell'Aquila era prevista la l'udienza per discutere della sua estradizione. E proprio nella giornata di ieri, con uno straordinario tempismo, la procura dell'Aquila ha spiccato un mandato di cattura per lo stesso Anan e altri due palestinesi residenti all'Aquila, con una accusa fantasiosa, a quanto pare, di aver costituito in Italia una cellula che progettava attentati. Il legale di Anan parla di tempismo sospetto.
A una situazione che si complica deve rispondere e risponde già oggi la continuità della campagna per la sua liberazione. E’ infatti previsto all'Aquila, davanti al tribunale, dove si discuterà il caso, un nuovo presidio e il 20 Marzo a Roma, un'ulteriore manifestazione. Una vicenda che dimostra ancora una volta la complicità e il servilismo dello Stato italiano rispetto ai progetti di persecuzione e di annientamento degli oppositori politici palestinesi da parte dello Stato di Israele ma dimostra come oggi la solidarietà con il popolo palestinese, con la resistenza palestinese sia il terreno dove più grande e più forte si sente il movimento, la mobilitazione popolare, la solidarietà internazionalista. Domani seguirà una informativa sulla manifestazione davanti al Tribunale dell'Aquila di oggi, con le decisioni prese dall'udienza.
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