martedì 12 marzo 2024

pc 12 marzo – La crisi Stellantis: tra Mirafiori e indotto, tra ristrutturazione e cassa integrazione, migliaia di posti di lavoro a rischio

 

In attesa della manifestazione sindacale unitaria del 12 aprile prossimo, tanto unitaria che mette insieme anche la sigla dell’Associazione Quadri, vengono elencate, in un articolo del Sole 24 ore del 9 marzo, oltre naturalmente alla Stellantis Mirafiori, le aziende dell’indotto in situazione di crisi. Una crisi industriale che si aggrava e che, come detto in un consiglio regionale, in poco più di dieci anni ha portato alla perdita di 40mila posti di lavoro.

Per quanto riguarda Mirafiori “che conta circa 12.000 lavoratori nell'intero comprensorio e 3200 nelle Carrozzerie dove si assemblano i modelli Maserati e la Fiat 500 elettrica: “Per oltre 2200 addetti è stata aperta una procedura di cassa integrazione … per l'intero mese di marzo, prolungata fino al 20 aprile

prossimo, e si passa ad un solo turno. Una specie di prova generale, dicono i rappresentanti dei lavoratori, per tenere lo stabilimento al minimo.”

Ai 40 mila persi in questi dieci anni, quindi, adesso se ne potrebbero aggiungere altri 3000 per le vertenze aperte: “Sono una dozzina le vertenze aperte nella sola provincia di Torino con circa 3mila addetti a rischio” tutti nell’automotive.

C’è la Lear, definita “punta dell’iceberg”, “multinazionale che produce sedili per auto con 400 addetti nello storico stabilimento di Grugliasco”;

la “Delgrosso, storica azienda che produce filtri per auto, oggi in una gravissima crisi di liquidità. Con 108 addetti a rischio”;

“ci sono anche 300 addetti su 1200 della Marelli Lighting, (un'azienda italo-tedesca attiva nel settore dell'illuminazione per autoveicoli, avente sede a Reutlingen)

“i 500 addetti della multinazionale Denso di Poirino - uno degli stabilimenti in capo al Gruppo giapponese impegnato nella produzione di unità di riscaldamento, ventilazione, aria condizionata e di moduli raffreddamento motore e

“circa 300 addetti di SKF, leader globale nella produzione di cuscinetti a sfera, parte dei quali destinati al settore automotive

mentre “Proma, storica realtà dell'indotto automotive made in Italy, ha comunicato pochi giorni fa … la decisione di chiudere il sito produttivo di Grugliasco, in provincia di Torino e di spostare i 110 addetti nel polo di Bruino.”

L’insieme, dice un sindacalista della Uilm, è “Un dato preoccupante se inserito in un contesto nel quale Stellantis sta definendo il puzzle produttivo per gli altri stabilimenti italiani nei prossimi anni: dopo la Pandina per Pomigliano fino al 2027, arriva la conferma che le nuove Alfa Romeo Stelvio e Giulia si faranno a Cassino a partire rispettivamente dal 2025 e dal 2026, mentre Melfi resta focalizzata sulla piattaforma Stla Medium.”

A parte il fatto che la “conferma” per Cassino e Melfi si deve prima concretizzare, ma a proposito di “puzzle produttivo” la Stellantis ha già deciso in merito e senza dubbi rispetto agli stabilimenti in Brasile, per esempio, con un investimento di 5,6 miliardi di euro e il lancio di 40 nuovi prodotti, così come in Argentina con un investimento di 370 milioni per la produzione di batterie (dal quotidiano dei padroni del 7 marzo), e per non dire dei miliardi negli Stati Uniti…

Stellantis (che ricordiamo ha dichiarato 18,6 miliardi di profitti nel 2023) gode dappertutto della “politica degli incentivi” messi in campo da quasi tutti i governi, mentre, allo stesso tempo, scarica di fatto, la “crisi da transizione” sulle operaie e sugli operai. In questo senso, più che chiedere “aiuto alle Istituzioni” per risolvere la “crisi”, gli operai devono scegliere come contrastare i piani di ristrutturazione generale messi in campo dal padrone.

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