Alla vigilia della Camera di consiglio al Tribunale de L’Aquila sull’estradizione in Israele del rifugiato politico palestinese Anan Yaesh, e mentre monta la mobilitazione su tutto il territorio nazionale per la sua liberazione e contro la sua estradizione, altri 2 rifugiati palestinesi sono stati arrestati questa mattina dalla Digos su richiesta della procura della Repubblica di L’Aquila, Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, in coordinamento con la Procura nazionale.
Secondo l’accusa sarebbe stata costituita una struttura operativa chiamata “Gruppo di risposta rapida – Brigate Tulkarem”, filiazione sembrerebbe delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, che ha tra i suoi obiettivi atti di violenza contro lo Stato di Israele. Le Brigate Al Aqsa, afferenti ad Al Fatah, su richiesta di Israele sono state inserite dall’Unione Europea nella lista nera delle organizzazioni terroristiche.
Per tutti e tre gli arrestati è stata attivata una procedura di estradizione su sollecitazione delle autorità israeliane.
Le accuse contro Anan non erano evidentemente abbastanza efficaci per ottenerne velocemente l'estrazione, come si deduce anche dall'intervento del suo avvocato ieri durante il presidio al carcere di Terni, dove ha rilanciato, oltre a quella del 12 domani a L'Aquila, anche un'altra data importante per la mobilitazione nazionale, quella del 20 marzo a Roma alla corte di Cassazione
La tempistica, a dir poco sospetta, tra l'udienza e questi nuovi arresti ci spingono a rilanciare con più forza la mobilitazione. Di seguito l'appello del coordinamento aquilano per la Palestina:
No all'estradizione per Anan e alla tortura dei palestinesi,
L'Aquila chiama alla mobilitazione
Il coordinamento aquilano per la Palestina domani in presidio al tribunale per l'udienza sulla scarcerazione di Anan Yaeesh
Con un tempismo perfetto, a poche ore dall'udienza alla Corte d'Appello dell'Aquila
nella quale si deciderà la richiesta di scarcerazione di Anan Yaeesh, altri tre mandati di arresto sono stati effettuati nella notte all'Aquila. Uno dei tre riguarda lo stesso Anan. Particolare che venga emesso un mandato di arresto il giorno prima in cui viene discussa la richiesta di scarcerazione.Le accuse sono di terrorismo internazionale ed eversione. I media, riportando in modo certosino quanto suggerito dalla questura, fanno riferimento persino alla preparazione di attentati suicidari. Intanto, in questo contesto, e con queste accuse pesanti, le persone arrestate ancora non hanno accesso al loro fascicolo, né sanno nulla, se non che sono state portate via da casa all'alba e trasferite in carcere. Esattamente com'è successo a Anan a fine gennaio.
Non ci stupiremmo, insomma, se le accuse si dimostrassero infondate, considerando il collaborazionismo italiano con uno stato-canaglia come Israele. È chiaro infatti che nel progetto di pulizia etnica perpetrato dallo stato ebraico entra anche l'eliminazione delle persone palestinesi che vivono all'estero, spesso proprio in virtù della persecuzione politica cui erano sottoposti nei territori illegalmente occupati. Nella nostra città e nel nostro Paese c'è un clima pesantissimo contro il dissenso, contro chi cerca di opporsi a un genocidio che è in corso grazie anche alla complicità dell'Italia. Contro chi osa mettere in dubbio una narrazione a senso unico e totalizzante.
Per questo è importante alzare la voce contro la richiesta di estradizione da chi viola costantemente e da decenni i diritti umani e il diritto internazionale, ha ucciso 30mila persone in 4 mesi, costringe all'apartheid, deporta un'intera popolazione e tortura i detenuti, anche minorenni.
Per questo ribadiamo quanto sia ancora più importante essere presenti al presidio di domani 12 marzo, alle 11, presso il tribunale di via XX settembre all'Aquila. Invitiamo la popolazione dell'Aquila e del paese alla mobilitazione.
Di seguito alcuni video e link sul presidio al carcere di Terni, dove era presente anche una delegazione di Proletari comunisti:
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