"...La lotta individuale o della singola fabbrica non cambia la situazione sociale degli stessi operai. Quello che bisogna sviluppare è l’unità e la solidarietà di classe che punti ad ottenere diritti sul lavoro, salute e sicurezza sui posti di lavoro e quelli salariali; evitando di cadere nelle trappole che il capitalista, avendo il potere economico e un forte ascendente su una classe politica corrotta e corruttibile, riesce ad attivare.
Mai gli operai devono raccogliere le briciole che il padrone elargisce, e solo rimanendo uniti nella lotta si può aspirare ad ottenere conquiste.
Alla luce di quello che stiamo vivendo in questo periodo è evidente come non mai che alle lotte sindacali vanno associate le lotte politiche facendo crescere una consapevolezza nella classe operaia.Il
capitalismo, nella sua fase di putrefazione, sta, grazie alla complicità
dei governi, stringendo sempre più il cappio al collo, in termini di
privazioni delle libertà, applicando leggi repressive che non permettono
di poter esprimere il proprio dissenso anche in forme democratiche, con
scioperi e manifestazioni – pensiamo agli arresti dei dirigenti del
Si.cobas e Usb.
Ma cedere alla viltà, come diceva Marx, significa autorizzare il capitalismo a portare avanti il suo piano infame e vessatorio.
E’
dovere di tutti coloro che hanno un minimo di coscienza politica e
capacità di sintesi, informare e organizzare la classe operaia e le
fasce sociali più deboli, costruire il nuovo partito comunista e organismi che raccolgano le lotte operaie, sociali e studentesche..."
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