In fabbrica ci
possono essere ancora
degli elementi di resistenza ma è una nostra sfida.
A Bergamo, nel settore della preparazione dell’insalata, ci sono un sacco di aziende concentrate in un'area delimitata e in alcune la maggioranza sono lavoratori indiani; questo è un settore dove le condizioni di lavoro si possono definire drammatiche, c’è la durezza fisica in cui viene svolto il lavoro questi operai non hanno un orario di lavoro, dei turni viene indicato l’inizio ma non l’orario finale; questa è una violenza a livello personale e un'occupazione della vita personale che non esiste più, perché quando uno non sa a che ora torna a casa è chiaro che qualsiasi aspetto della sfera personale viene cancellato. Poi c'è l'elemento retributivo, con un salario sottopagato.
A Bergamo, nel settore della preparazione dell’insalata, ci sono un sacco di aziende concentrate in un'area delimitata e in alcune la maggioranza sono lavoratori indiani; questo è un settore dove le condizioni di lavoro si possono definire drammatiche, c’è la durezza fisica in cui viene svolto il lavoro questi operai non hanno un orario di lavoro, dei turni viene indicato l’inizio ma non l’orario finale; questa è una violenza a livello personale e un'occupazione della vita personale che non esiste più, perché quando uno non sa a che ora torna a casa è chiaro che qualsiasi aspetto della sfera personale viene cancellato. Poi c'è l'elemento retributivo, con un salario sottopagato.
Una parte di questi lavoratori con l’intervento dello Slai cobas sc sta lottando, però serve un avanzamento nella comprensione di quella che deve essere la battaglia corretta da condurre in questo posto di lavoro, dove va contrastato il fatalismo che dice: tanto poi la cooperativa chiude e il cambio appalto ci sostituisce. Questo può essere sempre vero ma dipende dai rapporti di forza e dalla comprensione che anche quando è una sola fabbrica che lotta lo scontro è nei confronti di tutta una classe dei padroni. Nello stesso tempo è necessaria la comprensione che ad ogni azione repressiva individuale, come è successo recentemente in una delle aziende, serve opporre l'unità dei lavoratori che dicono al capetto dell’azienda: guarda che noi lavoratori sappiamo bene che quello che dici tu è falso e che il tuo ragionamento dimostra che tu della fabbrica non sai niente... Ora quel lavoratore è rientrato, ma perché c'è stata un'azione diversa, non siamo andati dall'avvocato per far scrivere una lettera ma abbiamo costruito un elemento di unità e abbiamo risposto insieme all'azienda.
Eleviamo questo aspetto dell’unità e portiamo questo contributo all'Assemblea proletaria nazionale; la partecipazione all'assemblea dei lavoratori è già un elemento di trasformazione con la routine della vita quotidiana, con i problemi concreti familiari, che devono essere affrontati dal punto di vista della trasformazione.
E’ stato ricordato il 68/69 che aveva alla base la forte spinta degli operai emigrati dal sud, una classe lavoratrice relativamente giovane e proiettata nel modo di vivere del nord, che erano uniti in fabbrica ma non avevano particolari legami fuori; però si sono trovati, tra virgolette “liberi”, è questo è stata una componente del grande vento di ribellione e lotta.
Oggi sulla strada di costruire l'unità, il collegamento ci sta anche questa presa di coscienza, questa battaglia, per cui i problemi individuali vanno affrontati sul piano collettivo perché fanno parte delle lotte.
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