giovedì 28 maggio 2020

pc 28 maggio - USA Minneapolis esplode la protesta per l'assassinio di george Floyd ..

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«I can’t breathe». 

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In migliaia sono scesi in piazza con cortei spontanei, attaccando le forze dell’ordine. Un corteo si è mosso dal luogo dell’uccisione fino al distretto di polizia, scandendo la frase “I CAN’T BREATHE”, diventata slogan della protesta. Il sindaco ha annunciato il “licenziamento” (sic) degli agenti coinvolti, e la stampa rende noto che sul caso indagherà l’FBI.
Che negli USA gli abusi nei confronti della popolazione afroamericana siano una costante, è purtroppo cosa nota. Del resto, una protesta del genere non esplode per un semplice “caso isolato” e sarebbe ingenuo giustificarlo in questi termini. Ogni anno la polizia negli USA uccide arbitrariamente migliaia di persone. Per una parte consistente, si tratta di afroamericani appartenenti alle classi popolari, a dimostrazione di come la “questione razziale” negli USA sia legata all’oppressione di classe, e non invece slegata da essa. Un dato che agli occhi di tutti è ormai strutturale, consolidato: l’oppressione dei cittadini e dei lavoratori afroamericani che vivono nelle periferie e nei ghetti degli USA non è finita con il Civil Rights Act del 1964 che solo formalmente ha abolito la segregazione e la discriminazione razziale. La favola di cristallo del “sogno americano” si infrange ancora oggi sulla realtà dell’ingiustizia e dello sfruttamento.100545173_971217293322102_4280225726994579456_n 101001380_2624664761104848_5083842618069090304_o 101058573_971217216655443_4823377891226025984_o

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