martedì 26 dicembre 2017

pc 26 dicembre - India - Nella forte risposta della figlia di un dirigente maoista al ministro degli Interni. la forza della guerra popolare in tanti stati guidata dai maoisti

La prima settimana di luglio il ministro dell'Interno del Kerala, Ramesh Chennithala, ha scritto una lettera aperta alle figlie della coppia di maoisti - Rupesh e Shyna - arrestati dalla polizia dell'Andhra Pradesh nel maggio di quest'anno.
I rapporti riferiscono che la coppia era in clandestinità da circa 10 anni. Hanno due figlie - Ami, 19 anni, e Savera, che ha quasi dieci anni.
Nella sua lettera, il Ministro esprimeva la sua preoccupazione per le due bambine, che non hanno ricevuto abbastanza cure dai loro genitori. Invitava anche le ragazze a non lasciarsi “coinvolgere in campagne inutili e vuote ideologie”. Piuttosto, chiedeva loro di concentrarsi sui loro studi e di diventare “cittadini responsabili della nazione”.
Ami, la sorella maggiore, ha a sua volta scritto una lettera aperta al Ministro dell'Interno, perché tutti possano conoscano il suo sconcerto e dissenso con il contenuto della sua lettera a lei indirizzata. La sua lettera è stata pubblicata dall’edizione online del Malayalam Madhyamam.
Ecco alcuni passi della lettera estratti dalla traduzione in inglese (originariamente è stata scritta in Malayalam):

Onorevole ministro dell'Interno,
mi è capitato di leggere la lettera che ci ha scritto per esprimerci la sua simpatia. Da padre di due figli, ha parlato di quanto si preoccupasse per il fatto che non avessimo ricevuto abbastanza amore e cure dai nostri genitori. La ringrazio per il suo gesto. Nondimeno, non posso non notare alcuni inesattezze di fatto e incongruenze contenute nella lettera. Ho perciò deciso di scrivere una lettera per
condividere le mie opinioni.

È illogico dire che io e mia sorella non abbiamo ricevuto amore o cure abbondanti dai nostri genitori. Credo che ne abbiamo ricevuto più della maggior parte dei bambini che conosco. Ero solita accompagnare i miei genitori ovunque da bambina. Infatti, mi trovavo nella colonia di Adivasi cui lei fece visita un capodanno, quando avevo solo cinque anni. Anche la mia vita a Kolkata, Ranni, Mumbai e Bengaluru mi ha aperto a molte culture e problemi. Questo mi ha aiutato ad allargare non poco la mia prospettiva. Le cose sono cambiate quando le forze di polizia, di cui è attualmente al comando, entrarono nella nostra vita.
Quando avevo 10 anni, mia sorella Savera di 4 e nostra madre furono senza motivo trattenute in custodia dalla polizia. A causa delle continue persecuzioni da parte dei vostri agenti, mia madre decise di abbandonare il suo lavoro presso l'Alta Corte del Kerala e di diventare un'attivista sociale a tempo pieno. Scrisse allora una lettera al sottosegretario VS Achuthanandan criticando la violenza che l'aveva spinta a prendere quella decisione. Vorrei rispettosamente ricordarle che che sono state le forza di polizia che lei rappresenta che ci hanno costrette a rimanere senza istruzione.
Nella sua lettera, ha scritto anche quanto sia preoccupato che certe persone ci portino su una via sbagliata. Ci ha anche esortato ad essere caute verso di loro. Ma la realtà è diversa. Fu una squadra di poliziotti che ci sfondò la porta di casa e fece irruzione senza mandato. Mi mancarono anche di rispetto. Dissero a mia sorella, che allora aveva cinque anni, che se avessero messo le mani su mio padre, lo avrebbero ucciso a bastonate e schiacciato la testa con una pietra.
Ci sono altri episodi come questi... Quando mia sorella e io assistemmo a un evento tenuto da un fronte culturale, fummo accusate di essere maoiste e rinchiuse nel Mahila Mandir. E allora i suoi poliziotti si preoccuparono solo di quanto fossi casta. “Sei vergine? Il tuo imene è rotto?” sono alcune delle tante domande che avevano in serbo per me.
Quando un poliziotto mi chiese la mia password Facebook, pretesi che potessi accedervi solo davanti a un ufficiale superiore. Mi rispose avvertendomi che non avrei visto il mondo esterno per molto tempo se non avessi obbedito. Qual è la sua risposta a mia sorella, che piangeva disperatamente tutta la notte in quel Mahila Mandir?
Gli organizzatori del fronte culturale furono ingiustamente accusati di averci rapito e incriminati. E questo è accaduto nonostante ripetessimo che non ci avevano rapite. La caccia alle streghe che la sua forza di polizia ha scatenato contro di loro usando l'UAPA ha reso le loro vite un inferno. È stato a causa delle costanti persecuzioni che abbiamo subito nella nostra vita, che abbiamo compreso le false illusioni su cui si basa una potente democrazia. Le pratiche anti-popolari della polizia mi hanno fatto capire che l’ideologia per la quale i miei genitori combattono è giusta.
Quando ha trovato il tempo di compatirci per essere cresciute senza i genitori vicini, come ha potuto ignorare i 150 bambini di Attappady che ogni anno nascono morti?
Endosulfan, Plachimada, Arippa, Kathikudam e molte altre proteste per la terra hanno reso il Kerala terra di movimento di massa.
In queste terre nascono anche bambini, perché non si preoccupa di loro?
La metà dei bambini tribali censiti che si iscrivono alle elementari non riescono a completare il ciclo successivo. Quasi tre quarti di loro non raggiungono la scuola superiore. Come può tirarsi fuori da questi fallimenti? A causa della privatizzazione dell'istruzione, decine di migliaia sono ora nella morsa dei prestiti educativi, e si ha notizia persino di suicidi.
Perché ha deciso di continuare a ignorarlo?
Nella sua lettera, dice che non è di distruzione, ma di costruzione che abbiamo bisogno. È il caso di notare che lo scorso dicembre mi è capitato di leggere una lettera che mio padre le ha scritto La esorta a riconoscere la difficile situazione dei tribali senza terra. Le parla di come i bassi prezzi dei loro prodotti siano come dei chiodi per le loro bare. In quella lettera ho letto del popolo tribale e dei contadini poveri schiacciati delle politiche anti-popolari del suo governo. Ma lei non hai mai preso un'iniziativa per affrontare il problema.
Può definire i nostri genitori dei criminali. Per lei e i suoi predecessori sono certamente dei criminali. Bhagat Singh, Subhash Chandra Bose e molti altri che si opponevano al colonialismo furono allora chiamati criminali. Furono tutti trattati con leggi antidemocratiche e rinchiusi in oscure segrete. Oggi voi trattate allo stesso modo i miei genitori. Ma la maggioranza del nostro popolo, che soffre la povertà, non vede i miei genitori come dei criminali. Stimano più la loro lotta che lei. I miei genitori non sono andati via per avere un futuro sicuro o per proprio tornaconto. Andarono via per rendere migliore la vita dei poveri del Kerala e di questo paese. È per loro che combattono.
(per gentile concessione di The News Minute)

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