giovedì 31 dicembre 2015

pc 31 dicembre - Solidarietà ai compagni di Forlì criminalizzati per il loro sostegno alle lotte proletarie

da un comunicato del PCL

Dopo mesi di lotta allo stabilimento Artoni di Cesena 
contro il licenziamento in blocco dei facchini della coop Stemi,
 sono stati colpiti da fogli di via – emessi dalla questura di Forli' –
 alcuni militanti del PCL e dei sindacati di base che hanno 
sostenuto la battaglia dei licenziati. 

Sono mesi che i lavoratori dello stabilimento Artoni di Cesena
stanno lottando per la difesa del proprio posto di lavoro.
Si tratta di una battaglia vera, che vede contrapposta
alla volontà padronale la determinazione di decine di lavoratori
 che si sono mobilitati più volte, attuando il blocco delle merci
e dello stabilimento. Altre sedi dell'Artoni sono state coinvolte
in scioperi e blocchi in solidarietà con i facchini di Cesena.

Nella loro lotta i facchini della Stemi-Artoni non sono rimasti da soli:
al loro fianco si sono schierati altri compagni e compagne che
li hanno sostenuti in questa dura vertenza, come nel caso dei militanti
criminalizzati

È di assoluta gravità, quindi, la decisione della questura di Forlì di
utilizzare lo strumento repressivo del foglio di via da Cesena per
colpire chi si è battuto assieme ai lavoratori Stemi-Artoni.
Tali provvedimenti hanno colpito nei giorni scorsi  i compagni
 oltre che iscritti e dirigenti dei sindacati di base coinvolti nella vicenda.

La scelta della questura di Forlì non è un fatto isolato: già in molte
altre province e regioni si assiste ad un uso frequente degli
strumenti repressivi come il foglio di via e il divieto di dimora.
Riteniamo che ciò sia il prodotto di determinate scelte
governative che negano apertamente ogni dialogo col conflitto
sociale e sindacale per affrontare il tutto solo in termini puramente
repressivi.

Il governo Renzi, che già con la nuova legislazione del Jobs Act
 ha dimostrato di avere una concezione servile del lavoro
dipendente, passa senza soluzione di continuità dai riflettori
e dagli effetti speciali del nuovismo giovanilista della Leopolda
 alle più becere politiche in stile scelbiano: dal partito della
nazione alla DC anni '50, un filo nero nel segno del padronato.

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