lunedì 24 novembre 2014

pc 24 novembre - Ad un anno dallo Sciopero delle Donne del 25 novembre

In risposta ad un articolo pubblicato su "loraquotidiano.it :

ci vuole una forma di organizzazione piu concreta, che si rivolga alle masse di donne, affinchè esse comprendano secondo l'acquisizione di una coscienza proletaria che il problema dei femminicidi sia un problema strutturale, portato avanti da questa società che è borghese e maschilista, e che con le sue leggi e le sue azioni va contro lo stato sociale/economico della donna, non riconoscendola come essere umano che gode dei diritti che le spettano!! Per questo il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario l'anno scorso ha indetto lo sciopero delle donne ed ogni giorno porta avanti una lotta volta a denunciare la doppia oppressione che le donne in questa società capitalista ed imperialista, subiscono.

La donna non è un incubatrice, per come il governo Renzi la definisce nei fatti, ovvero "concedendo" il bonus bebè, ma è l'arma in più rivolta alle masse proletarie, che come unico scopo hanno quello di ribaltare questo sistema capitalista e borghese, affinchè la doppia oppressione della donna cessi di esistere!!

Le domande riflessive che l'autore dell'articolo si pone, trovano risposta solo nella coscienza proletaria e nel movimento femminista proletario rivoluzionario, e nella visione di classe, poichè "non tutti gli uomini sono merda", dal momento che non è un problema umanitario, ma un problema di classe, quella classe borghese che ci governa e che è maschilista.

di seguito il link e l'articolo al quale rispondiamo:

http://www.loraquotidiano.it/blog/femminicidi-e-colpa-nostra-sorelle/


Il 25 novembre è la giornata contro la violenza maschile contro le donne, e ogni anno mi incazzo, lo so, non dovrei perché ogni tipo di sensibilizzazione è meglio del silenzio, eppure forse si sta sbagliando qualcosa, quand’ero ragazza, negli anni settanta le femministe gridavano, nelle foto siamo tutte a bocca aperta le braccia in alto le mani a forma di fica, eravamo colorate e fiorite come la nostra rabbia innocente per un mondo che contestavamo, contro una società maschilista che passava sui nostri corpi, era l’autodeterminazione, la consapevolezza del corpo, la conoscenza di noi attraverso le altre, eravamo giovani e non volevamo essere vittime.
Ma gli uomini chi li educa? Le future donne chi le educa? Io mi sento questo peso addosso, un’enorme responsabilità, è vero, non ho avuto figli e non li ho avuti perché ero concentrata su di me, sui miei diritti, nessuna di noi avrebbe dovuto fare figli, avremmo dovuto saltare una generazione, avremmo dovuto impegnarci di più, creare più coscienza, sono sempre le madri che fanno i figli, sono sempre le donne che scelgono l’uomo, sono le donne che hanno il dovere di educare, qualcosa non ha funzionato, e in questa apparente libertà conquistata sulla nostra pelle abbiamo permesso che le nostre sorelle ripetessero gli errori delle nostre madri, orrori ormai senza nessuna forma, senza filtri senza limiti senza coscienza, le donne muoiono e sono i nostri figli che uccidono, la maternità è perversa, l’istinto materno di protezione anche verso il mostro, no, non sono mostri, sono uomini che cercano nell’umiliazione il riscatto, sono stupidi stupidi stupidi, non hanno altre armi se non la violenza per il possesso, la violenza scaturita dalla netta superiorità intellettuale della donna, che come un animale braccato pensa sempre da millenni che la colpa è sua.
E ogni anno vedo messe in scena di tristezza, commemorazioni di sagome disegnate, scarpe abbandonate a simbolo di…di che? Ecco questa teatralizzazione della morte mi fa incazzare, candele accese: preghiamo per nostra sorella Maria uccisa preghiamo per nostra sorella Elena uccisa preghiamo per nostra sorella Chiara uccisa…no, io non prego, e non importa che è una preghiera laica, i funerali non mi interessano le commemorazioni non mi interessano, fiori candele e adesso questo orrore di foto patinate con meravigliose modelle deturpate da un trucco sapiente, occhi neri fatti col cerone e sangue di rossetto, l’estetica dell’orrore. Ma cosa si fa realmente per fermare tutto questo? Ci interroghiamo perché sta succedendo così prepotentemente? Io voglio capire cose succede agli uomini, sono tutti impazziti? Sono tutti merda? Animali? No, sappiamo che non può essere questo, e allora? Chi mette i fiori su una sagoma disegnata per terra fa un gesto di carità cristiana, io sono atea e voglio giustizia, voglio educazione nelle scuole voglio che questa violenza smetta voglio fare piangere le madri di questi uomini, perché sono le madri che ripetono gli stessi errori di sempre, lo so, è un’affermazione incondivisibile, sempre la donna è colpevole, sì, è colpevole, colpevole colpevole colpevole.
Credete che quest’affermazione sia una stronzata? Ma se non sono le madri a creare una nuova coscienza nei figli, maschi e femmine, chi deve essere? Quegli uomini confusi di cui non non ci siamo mai occupate? Quegli uomini che di fronte alla nostra rivoluzione il meglio che hanno creduto di fare era lavare i piatti e mettersi il grembiule? Quegli uomini che per amore si sono fatti un po’ donna? Come li abbiamo confusi, e quelli che non avevano gli strumenti culturali, intellettuali per capire la nostra rivoluzione? Quando accendete le vostre candele e piangete per le vostre sorelle, piangete per voi stesse, perché abbiamo fallito, sorelle.

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