Nemmeno la riunione presso il
ministero dello Sviluppo economico di ieri è riuscita a dare garanzie agli
operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese sul loro futuro, anzi.
La cosa più importante, per la
cessione di ramo d'azienda, era la solidità finanziaria della Grifa che non è
ancora stata garantita.
Forse al ministero fanno finta di
niente o stanno procedendo per dare una risposta qualsiasi agli operai, come la
prosecuzione in qualsiasi modo della cassa integrazione in deroga anche per il
prossimo anno.
Forse al ministero fanno finta di
non sapere, come ci ricorda il Sole 24 Ore del 14 novembre, che "Il Banco
Brj, citato dalla cordata italiana Grifa come principale finanziatore
dell'offerta per la fabbrica Fiat di Termini Imerese, ha una causa civile
pendente in Italia." E la cosa sembra piuttosto complicata. Nella sostanza
"La banca brasiliana è stata citata per danni, nell'ottobre del 2013, da
un gruppo di piccoli azionisti della Centrale Finanziaria Generale (Cfg); il
Brj si era offerto a fine 2012 di acquistare le loro azioni ma aveva poi fatto
marcia indietro all'ultimo momento, lasciandoli a bocca asciutta." Il quotidiano
dei padroni entra poi nel merito e chi ha voglia di andare a vedere si colleghi a questo indirizzo [http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-20/quella-causa-contro-brasiliani-termini-063844.shtml?uuid=ABg1m0FC]
e chiude con il "Risultato: cinque dei soci di minoranza hanno
depositato un anno fa presso il Tribunale delle imprese di Milano una richiesta
di risarcimento citando per danni la Sigi, il Banco Brj e la stessa Centrale
Finanziaria Generale (i soci di minoranza hanno poi ceduto le loro azioni al
gruppo Toti per una somma nettamente inferiore)", e poi con
l'interrogativo "Brj torna adesso alla carica, a Termini Imerese, con
un'operazione dal valore in teoria molto superiore: secondo la cordata Grifa i
brasiliani dovrebbero contribuire con un investimento di 75 milioni di euro.
Stavolta i fondi arriveranno davvero?"
I sindacati, soprattutto la Fiom,
adesso continuano a dire che non si fidano e che non firmeranno accordi senza
garanzie, ma intanto fino a questo momento si sono fidati delle rassicurazioni
del ministero e del governo, e soprattutto, visto la fine dell'anno è molto
vicina non si vede la mobilitazione necessaria che possa dare una vera risposta
alla vertenza che dura anni!
Per noi è sempre più chiaro che
la questione cambierà davvero aspetto se gli
operai entreranno in campo con tutta la loro forza e determinazione non
lasciando nelle mani altrui il loro destino!
***
Dopo-Fiat, parte la cessione a
Grifa
Sindacati scettici: "Non ci
fidiamo"
Nonostante i dubbi sulla solidità
economica di Grifa siano tutt'altro che sciolti, la Fiat avvia il procedimento
di cessione di ramo d'azienda che, da qui a un mese, trasferirà lo stabilimento
e i suoi 760 operai nelle mani della start-up nata meno di un anno fa. La
comunicazione è giunta durante un vertice al ministero dello Sviluppo economico
tra i dirigenti Fiat e i sindacati, riuniti per discutere degli incentivi alla mobilità
à volontaria che riguarderà le duecento tute blu che sceglieranno di andare via
in cambio di un contributo economico.
Un percorso che, a oggi, sembra
un salto nel vuoto. La società non ha ancora fornito rassicurazioni sulla
propria capacità finanziaria, in particolare sui 25 milioni di euro richiesti
da Invitalia per avviare la produzione e dare il via libera ai 75 milioni che
dovrebbero arrivare dal Banco di Rio de Janeiro, il fondo d'investimenti
brasiliano partner di Grifa, e soprattutto ai 240 milioni di finanziamenti
pubblici. Soldi che Grifa sostiene di avere, ma solo come capktale derivante
dal valore di lacune proprietà, e non come denaro liquido.
Così, mentre il ministero
assicura che la tabella di marcia è rispettata, i sindacati restano perplessi. "La
cessione di ramo d'azienda _ sostiene Roberto Mastrosimone, segretario della
Fiom siciliana – è un'arma a doppio taglio: può essere un segnale di garanzia
sullo stato finanziario di Grifa, ma potrebbe anche rivelarsi il modo con cui
Fiat si libera definitivamente della questione Termini Imerese".
Gli operai temono di ritrovarsi
il 1° gennaio licenziati dalla Fiat e dentro un nuovo percorso produttivo che è
un'incognita. "Non usciremo dal circuito Fiat – avverte Mastrosimone –
senza avere la certezza che Grifa abbia le gambe per camminare". "Senza
l'ok di Invitalia alla solidità finanziaria di Grifa e al piano del gruppo per
Termini Imerese – concorda il segretario provinciale Uilm, Vincenzo Comella –
non firmiamo alcun intesa". Mentre il segretario nazionale Fim-Cisl,
Ferdinando Uliano, sottolinea che "è indispensabile nel mese di dicembre
operare per una conclusione positiva di tutta l'operazione di
reindustrializzazione".
La Repubblica Palermo
25/11/04
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