venerdì 28 novembre 2014

pc 28 novembre - CAMUSSO: "RICORREREMO ALLA CORTE EUROPEA CONTRO JOBS ACT E SU ART. 18..." - ALLORA A CHE SERVE LO SCIOPERO GENERALE...?

(Da Il Manifesto) Jobs Act. Camusso annuncia: ricorso alla Corte europea su art.18, demansionamento e controlli a distanza...

con­fer­mando viep­più la ritro­vata sin­to­nia con la Fiom di Mau­ri­zio Lan­dini, pre­cur­sore della via giu­di­zia­ria fino alla vit­to­ria in Corte Costi­tu­zio­nale sull’articolo 19 dello Sta­tuto con­tro la Fiat di Mar­chionne e che già aveva anti­ci­pato l’idea dei ricorsi con­tro il Jobs act – ecco l’annuncio di Susanna Camusso...

il segre­ta­rio della Cgil lo dice chiaro e tondo: «Con­tro il Jobs act valu­te­remo tutte le strade, anche il ricorso all’Europa. La let­tura degli arti­coli 30 e 31 della carta di Nizza dice che è pos­si­bile, ci pen­se­remo, ci pro­ve­remo. Que­sti sono i casi in cui diciamo: meno male che l’Europa c’è»...

Leg­gia­moli allora assieme que­sti arti­coli della Carta dei diritti fon­da­men­tali dell’Unione euro­pea, sot­to­scritta il 7 dicem­bre 2000 nella città fran­cese. «Arti­colo 30 (Tutela in caso di licen­zia­mento ingiustificato):Ogni lavo­ra­tore ha il diritto alla tutela con­tro ogni licen­zia­mento ingiu­sti­fi­cato, con­for­me­mente al diritto comu­ni­ta­rio e alle legi­sla­zioni e prassi nazio­nali. Arti­colo 31(Condizioni di lavoro giu­ste ed eque) 1. Ogni lavo­ra­tore ha diritto a con­di­zioni di lavoro sane, sicure e dignitose».
Arti­coli che stri­dono con ciò che è pre­vi­sto nel decreto delega al governo in fatto di con­tratto a tutele cre­scenti sostan­zial­mente senza arti­colo 18, deman­sio­na­mento e con­trollo a distanza, spe­cie nel rife­ri­mento alle «prassi nazionali».
Natu­ral­mente per pre­sen­tare una denun­cia la Cgil dovrà atten­dere la cosid­detta «attua­lità del danno» e dun­que il testo della delega – in bianco – al governo e il depo­sito dei decreti dele­gati...  sot­to­li­nea Camusso. «Non è l’approvazione al Par­la­mento che ci ferma per cam­biare le norme che rite­niamo sba­gliate, con­ti­nue­remo la nostra ini­zia­tiva..."

A 15 giorni dallo sciopero generale del 12 dicembre, non ci poteva essere migliore dichiarazione a mostrare che Cgil, Uil vogliono fare di questo sciopero solo una carta per cercare di avere più chance nel confronto con governo Renzi (che intanto conferma che non gliene frega niente) e non quella lotta generale, di blocco del paese, delle fabbriche, dei posti di lavoro, per far cadere, con la mobilitazione che fa, per fortuna, ancora paura ai padroni se fatta realmente, il jobs act, l'attacco all'art. 18 e lo stesso governo antioperaio, antipopolare, da dittatorello di Renzi. 
Il riferimento all'azione giudiziaria di Landini sull'art. 19 contro la Fiat di Marchionne, poi, non poteva essere peggio scelto dalla Camusso; visto che la Fiom, benchè abbia vinto alla Corte Costituzionale, non ha vinto nei fatti nelle fabbriche di Marchionne e in tante altre metalmeccaniche, in cui tuttora la Fiom non viene riconosciuta, non può tenere assemblee, ecc.; a dimostrazione che contro il fascismo padronale, come contro il governo Renzi non ci possono essere vie giudiziarie che tengano senza uno sciopero generale vero che paralizzi il paese e che continua fino ai risultati. 

Le parole della Camusso, quindi, dimostrano quello che abbiamo detto subito: lo sciopero del 12 dicembre non è lo sciopero generale di cui i lavoratori e le masse popolari hanno bisogno, perchè esso deve essere chiaro nella piattaforma di classe e di massa, fatto per paralizzare effettivamente il paese e contribuire alla caduta del governo antioperaio, antipopolare, reazionario e repressivo di Renzi.
La convocazione unitaria cgil-uil è peggiore della convocazione della sola Cgil, perchè,  fatta con la uil sindacato esplicitamente legato ai padroni, lo sciopero generale viene annacquato e reso conciliante con il governo Renzi.
Per questo è giusto e sacrosanto che i sindacati di base e di classe non vi aderiscano, purchè lo spieghino bene ai lavoratori e propongano un altro percorso unitario di lotta reale in grado di marciare verso gli obiettivi.  
La posizione autoreferenziale della USB in  primis e i limiti politici organizzativi degli altri rende difficile questa strada - che però allo stato dei fatti è obbligata.
Naturalmente il 12 dicembre invece bisogna partecipare alle manifestazioni realmente di massa di operai, precari e disoccupati perchè le masse non vanno regalate al controllo delle burocrazie sindacali e per indicare la strada della rottura e protesta contro le stesse direzioni sindacali e la costruzione di un vero sciopero generale, che blocchi fabbriche, posti di lavoro, strade, città... una vera rivolta sociale per la caduta del governo Renzi"

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