LEIVI (GE): UN PAESE A RISCHIO CANCELLAZIONE
Martedì venticinque novembre:
in contemporanea (ma solo per un caso) con la visita nello stesso luogo
dell'assessore regionale ligure alla Protezione civile - la renziana spezzina
Raffaella Paita - decido di recarmi a Leivi, il paese del comprensorio del
Tigullio che più a patito le conseguenze della disastrosa alluvione dei giorni
dieci e undici del mese corrente: ha il record assoluto di frane, ed in questa
speciale classifica è seguito, a debita distanza, dal vicino Comune di
Borzonasca.
Qui vi sono stati due morti - due coniugi, di sessantotto e
settantuno anni, la cui casa è stata travolta dal cedimento di una collina - e
tutt'ora ben quarantacinque persone sono sfollate: questo a causa del fatto che
possibili ulteriori smottamenti rischiano di cancellare due delle otto frazioni
che compongono il piccolo comune rivierasco.
Salendo con l'autobus dal centro
urbano più vicino, Chiavari, ci si rende man mano sempre più conto della vera
tragedia che ha investito la zona; se, infatti, San Pier di Canne - forse per la
vicinanza con il capoluogo del distretto - è relativamente tranquillo, sono
invece Villa Oneto e San Bartolomeo di Leivi a palesare tutte le problematiche
esistenti.
Le strade sono - nel migliore dei casi - dissestate, mentre molte
di esse sono in movimento quando non già franate: questo provoca pericolosi
restringimenti della carreggiata che danno l'idea che tutto il territorio sia a
rischio di crollo da un momento all'altro; in questo senso la sensazione di
sicurezza non è certamente aiutata dalla visione, in più punti, di alberi
sradicati ed appesi al nulla sui fianchi collinari ai lati delle
vie.
Certamente Chiavari - anche per la sua importanza dal punto di vista
turistico - ha giustamente la precedenza nell'opera di risistemazione delle zone
colpite dalla calamità in-naturale, ma fa una certa impressione vedere come il
terreno collinare alle sue spalle non sia stato ancora fatto oggetto di alcun
intervento di messa in sicurezza.
Questo a meno di non voler considerare tale
la semplice delimitazione, dei tratti stradali maggiormente colpiti dagli eventi
franosi, con le apposite reti arancioni: ma questo a chi scrive appare del tutto
insufficiente.
Genova, 28 novembre 2014
Stefano Ghio - Proletari
Comunisti Alessandria/Genova
Nessun commento:
Posta un commento