venerdì 28 novembre 2014

pc 28 novembre - Dopo l'alluvione, nessun serio intervento LEIVI (GE): UN PAESE A RISCHIO CANCELLAZIONE.. una corrispondenza

LEIVI (GE): UN  PAESE A RISCHIO CANCELLAZIONE
Martedì venticinque novembre: in contemporanea (ma solo per un caso) con la visita nello stesso luogo dell'assessore regionale ligure alla Protezione civile - la renziana spezzina Raffaella Paita - decido di recarmi a Leivi, il paese del comprensorio del Tigullio che più a patito le conseguenze della disastrosa alluvione dei giorni dieci e undici del mese corrente: ha il record assoluto di frane, ed in questa speciale classifica è seguito, a debita distanza, dal vicino Comune di Borzonasca.
Qui vi sono stati due morti - due coniugi, di sessantotto e settantuno anni, la cui casa è stata travolta dal cedimento di una collina - e tutt'ora ben quarantacinque persone sono sfollate: questo a causa del fatto che possibili ulteriori smottamenti rischiano di cancellare due delle otto frazioni che compongono il piccolo comune rivierasco.
Salendo con l'autobus dal centro urbano più vicino, Chiavari, ci si rende man mano sempre più conto della vera tragedia che ha investito la zona; se, infatti, San Pier di Canne - forse per la vicinanza con il capoluogo del distretto - è relativamente tranquillo, sono invece Villa Oneto e San Bartolomeo di Leivi a palesare tutte le problematiche esistenti.
Le strade sono - nel migliore dei casi - dissestate, mentre molte di esse sono in movimento quando non già franate: questo provoca pericolosi restringimenti della carreggiata che danno l'idea che tutto il territorio sia a rischio di crollo da un momento all'altro; in questo senso la sensazione di sicurezza non è certamente aiutata dalla visione, in più punti, di alberi sradicati ed appesi al nulla sui fianchi collinari ai lati delle vie.
Certamente Chiavari - anche per la sua importanza dal punto di vista turistico - ha giustamente la precedenza nell'opera di risistemazione delle zone colpite dalla calamità in-naturale, ma fa una certa impressione vedere come il terreno collinare alle sue spalle non sia stato ancora fatto oggetto di alcun intervento di messa in sicurezza.
Questo a meno di non voler considerare tale la semplice delimitazione, dei tratti stradali maggiormente colpiti dagli eventi franosi, con le apposite reti arancioni: ma questo a chi scrive appare del tutto insufficiente.
Genova, 28 novembre 2014

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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