Console fascio-rock, reintegro
da 130mila euro. Vattani è coordinatore tra Ue e Asia
Era console
a Osaka nel 2012, quando venne diffuso un video che lo riprendeva a cantare
brani neofascisti a Casa Pound. Sospeso, è tornato alla Farnesina che gli ha assegnato
un incarico di rilievo
Katanga è
tornato. Il “console fascio-rock” Mario Vattani ha
ritrovato una scrivania alla Farnesina. Rientra in servizio dopo la sospensione
che gli era stata comminata nel 2012 per la sua esibizione insieme a un gruppo
rock neofascista durante una rassegna di Casa Pound. E ad attenderlo non
è l’ultimo degli incarichi. Con un ordine di servizio datato 26 novembre,
il direttore generale per le risorse, Elisabetta Belloni, l’ha infatti
assegnato al settore “Mondializzazione e questioni globali”: Vattani sarà
Coordinatore per i rapporti tra l’Unione Europea e i Paesi dell’Asia Pacifico.
“Finalmente sono tornato a casa”, dice al fattoquotidiano.it. Dovrà
occuparsi di mediare tra l’Europa e l’Estremo Oriente, “l’area del mondo che
amo”, sottolinea commentando un reintegro che ha il sapore della compensazione.
Il
Ministero, con un certo imbarazzo ma senza tentennamenti, fa presente che di
meno non si poteva fare. Vattani, figlio dell’ex segretario generale della
Farnesina, era stato sospeso quando era console generale a Osaka per via di
quel video del 2011 che lo mostrava sul palco mentre da frontman dei Sottofasciasemplice
inneggiava alla bandiera nera e ai repubblichini. Intorno, fila di braccia
tese. Ne scaturì una terremoto politico e legale. L’allora ministro degli
Esteri Giulio Terzi lo richiamò a Roma e lo sospese per quattro
mesi. Grazie a un ricorso al
Tar, che sospese il provvedimento, ripartì subito alla volta del Giappone per poi tornare di nuovo a
Roma a maggio, quando una sentenza del Consiglio di Stato accolse il
contro-ricorso della Farnesina.
La
lite non è del tutto finita e anche per questo, probabilmente, il
Ministero si è guardato bene dall’affidargli un incarico di minor grado
rispetto a quanto previsto dal regolamento interno della carriera diplomatica.
Così Vattani, non più console ma sempre ministro plenipotenziario, rientrando
nei ranghi cade sul velluto di un incarico da 130mila euro l’anno
(lordi). Un destino molto diverso da quello che si prospettava nel pieno
della polemica, quando fioccavano richieste di metterlo alla porta per
incompatibilità tra rappresentanza dell’Italia e apologia di fascismo. Il
Ministero precisa però che non si è fatto alcun favoritismo.
La versione
del direttore Belloni è che “Vattani è stato reintegrato dopo
che ha adempiuto alla sanzione disciplinare che gli era stata comminata.
Al reintegro deve essere individuata per forza una funzione”. Una
circostanza felice ha poi fatto sì che, al momento giusto, venisse libera la
funzione di coordinatore dell’area geografica che rientra nella sfera dei suoi
interessi: Vattani junior, in arte Katanga, è da sempre un cultore del Sol
Levante. “Mi ritengo fortunato. Molti diplomatici per tutta la vita non
riescono a lavorare con le aree del mondo che preferiscono”. Lui, nonostante
tutto, invece può. “Certo ora lavoro da Roma. Prima avevo una sede in
Giappone”. Contento sì, ma solo a metà.
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