Grecia. In manette Michaloliakos e la cupola di ALBA dorada
17.00 - Gli arrestati finora sono 19, manca ancora all'appello il parlamentare e numero due di Alba Dorata Christos Pappas. La polizia sta perquisendo gli uffici del partito neonazista all'interno del Parlamento greco.
16.10 - Dopo che un allarme bomba - poi rivelatosi
senza fondamento - ha creato caos e scompiglio nella sede del Gada di
Atene, ora un ingente dispositivo di sicurezza tra trasferendo gli
arrestati in tribunale. Molti degli squadristi di Alba Dorata nei
confronti dei quali è stato spiccato un mandato di cattura mancano
ancora all'appello.
14.10 - Si è consegnato alla polizia anche il
penultimo dei deputati di Alba Dorata contro i quali l'Aeropago ha
spiccato un ordine di cattura per associazione a delinquere, Michos.
Ancora irreperibile Pappas. La polizia in assetto antisommossa ha
allontanato, senza incidenti, alcune centinaia di squadristi del
movimento neonazista che manifestavano in solidarietà con gli arrestati
davanti alla sede della Questura centrale di Atene.
13.00 - Sono diventati circa 400 gli aderenti ad
Alba Dorata che stanno manifestando e sventolando bandiere greche
davanti alla sede del Gada, la questura centrale di Atene dove vengono
portati gli arrestati man mano che vengono trovati dalle forze di
sicurezza. All'inizio i neonazisti gridavano il loro tradizionale slogan
'Sangue, onore, Alba Dorata' poi riconvertito nel meno compromettente
'Patria, onore, Alba Dorata'. Si ha notizia dell'arresto anche di una
donna poliziotto, una sergente in servizio al dipartimento di sicurezza
del Pireo. Eseguiti finora 18 arresti, su 32 mandati di cattura
complessivamente spiccati. Ancora irreperibile i deputati Michos e
Pappas.
12.00 - E' Nikolaos Michaloliakos, il segretario
di Alba Dorata, colui che in casa nascondeva tre pistole detenute
illegalmente e ritrovate dalla polizia durante la perquisizione all'alba
di questa mattina. Il fondatore di Alba Dorata è già passato per il
carcere alla fine degli anni '70, quando era militare in servizio attivo
e fu arrestato assieme ad alcuni commilitoni con l'accusa di aver dato
vita ad una organizzazione terroristica fascista. Poi, in cambio della
sua collaborazione con le forze di sicurezza, la pena gli fu ridotta a
'possesso di armi ed esplosivi" e quindi fu liberato dopo soli 13 mesi
di reclusione. In precedenza Michaloliakos era stato un attivo
sostenitore della dittatura dei colonnelli fino al 1974.
11.35 - Durante la maxiretata contro Alba Dorata
ancora in corso è stato arrestato anche un esponente delle forze
speciali della Polizia 'Dias'.11.30 - Durante la perquisizione nel domicilio di un militante di Alba Dorata poi arrestato la polizia ha rinvenuto tre pistole.
11.15 - Arrestato anche un altro deputato di Alba Dorata, Ilias Panayotaros. Che poco prima di essere ammanettato, secondo alcuni giornalisti greci che hanno raccolto le sue deliranti dichiarazioni, avrebbe accennato ad una rifondazione del movimento neonazista con un altro nome, per ovviare ad una eventuale messa fuori legge del movimento o ad un embargo del finanziamento pubblico minacciato dal governo.
11.10 - Secondo alcuni media ellenici, che citano l'intervento del costituzionalista K. Chrysogonos, anche se agli arresti in custodia cautelare, i deputati di Alba Dorata non sono automaticamente decaduti dalla loro condizione di parlamentari. Il che avverrà solo nel caso in cui dovessero essere riconosciuti colpevoli dei reati che vengono loro contestati e condannati alla privazione dei diritti politici.
11.00 - Alcune decine di estremisti di destra stanno manifestando, per ora silenziosamente, davanti alla sede centrale della polizia di Atene. Finora secondo i media solo 4 parlamentari e 12 altri esponenti di Alba Dorata sarebbero stati arrestati rispetto ai 36 ordini di cattura emessi da un magistrato dell'Aeropago, la Corte Suprema ellenica.
10.30 - Tra gli arrestati c'è anche il segretario della sezione di Alba Dorata del quartiere di Nicea, quella alla quale era escritto Giorgos Roupakias, l'assassino di Fyssas.
10.15 - Secondo le notizie diffuse dai media ellenici questa mattina sarebbero stati arrestati anche due agenti in servizio della polizia, accusati di collaborare con le attività criminali di Alba Dorata.
10.00 - Man mano che vengono arrestati i dirigenti e gli esponenti di Alba Dorata vengono portati dagli agenti negli uffici dell'antiterrorismo al dodicesimo piano del Gada, il palazzo della questura centrale di Atene all'ingresso del quale si è concentrata una discreta folla di giornalisti. Dal suo sito il movimento neonazista sta diffondendo un appello a dimostrare la propria solidarietà ai camerati finiti in manette anche se per ora non si ha notizia di manifestazioni, mentre alcuni dei parlamentari oggetto del mandato di cattura sono per il momento irreperibili.
9.30 - A quanto traspare finora quindi la maxioperazione contro l'estrema destra sarebbe giustificata da un comportamento 'criminale' dell'organizzazione neonazista, definitita "associazione a delinquere" e coinvolta in omicidi, rapine, ricatti e riciclaggio di denaro. Una formula ambigua e che non ha a che fare quindi con il carattere neonazista del partito, a detta di alcuni esponenti della sinistra greca, la stessa che nei giorni scorsi ha già portato all'arresto di alcuni attivisti che da anni animano la protesta delle comunità locali della penisola calcidica contro una miniera d'oro che una multinazionale canadese è stata autorizzata a realizzare nel villaggio di Ierissos.
09.00 - Nikos Michaloliakos, il fondatore e leader del partito neonazista greco Chrysi Avgì (Alba Dorata), è stato arrestato dalla polizia all'alba di oggi. Insieme con il segretario generale di Alba Dorata, che gli squadristi amano chiamare Führer, sono stati arrestati un'altra trentina di dirigenti di spicco e militanti del movimento. Tra questi anche quattro parlamentari tra i più in vista dell'organizzazione, compresi Ilias Kasidiaris, Lagos e Nikos Patelis.
Gli arresti sono scattati per ordine di un magistrato della Corte Suprema che ha emesso 36 mandati di cattura contro altrettanti esponenti dell'estrema destra accusati di essere coinvolti a vario titolo nell'omicidio, la sera dello scorso 17 settembre, del rapper antifascista Pavlos Fyssas, accoltellato a morte nel quartiere di Keratsini dal sicario del movimento neonazista Giorgos Roupakias, dopo che il 34enne era stato aggredito da decine di squadristi.
Non sono state ancora rese note le accuse alla base degli arresti ma i provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal procuratore della Corte Suprema Charalambos sulla base delle intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti sui cellulari di alcuni membri del partito e di suoi simpatizzanti. Dalle intercettazioni sarebbero emersi in maniera evidente collegamenti della dirigenza di Alba Dorata con l'omicida, il 45enne Roupakias. Le prove raccolte dagli inquirenti dimostrerebbero che il partito neo-nazista si muove sulla base di una precisa catena di comando con le connotazioni di una vera e propria organizzazione criminale dedita ad aggressioni razziste e ad attività illegali come la richiesta del pizzo ai negozianti in cambio dell'offerta di 'protezione'. Secondo alcune indiscrezioni alcuni dirigenti di Chrysi Avgi sono stati indagati anche per riciclaggio di denaro sporco e per il coinvolgimento in alcuni casi di omicidio e aggressioni attribuiti inizialmente alla malavita organizzata.
Ieri pomeriggio alcuni media avevano diffuso la notizia del possibile arresto di tre parlamentari del partito di estrema destra. Qualche ora Michaloliakos era intervenuto pubblicamente offrendo al partito di centrodestra Nea Dimokratia del premier Samaras la propria collaborazione per evitare che la coalizione di sinistra Syriza vinca le elezioni, ribadendo la minaccia di far dimettere tutto il gruppo parlamentare di Alba Dorata.
Grecia: i militari alzano la voce
Si
ingarbuglia sempre di più la situazione in Grecia dopo l’omicidio da
parte di un commando neonazista del rapper antifascista Pavlos Fyssas.
Le indagini avviate tardivamente dal governo evidenziano ogni giorno
nuove responsabilità degli squadristi di Alba Dorata e sempre più forti
legami tra il movimento di estrema destra e pezzi importanti degli
apparati statali – servizi di sicurezza in testa – nonché una fitta rete
di sostegno e finanziamento che vede in prima fila importanti
imprenditori ellenici.
Nei giorni scorsi, quando qualcuno nell’esecutivo di Antonis Samaras ha cominciato a parlare di azioni legali e giudiziarie non solo contro i responsabili diretti dell’omicidio ma anche contro Alba Dorata in quanto tale, dall’organizzazione neonazista sono partiti appelli al ‘sacrificio’ rivolti ai propri militanti o esplicite minacce di colpo di stato. Minacce poco credibili ma alle quali nelle scorse ore ha fatto seguito un inquietante comunicato emesso da un sindacato di militari greci della riserva, finora poco noto, che ha chiesto a sorpresa le dimissioni del governo composto da socialisti e centrodestra e la formazione di un governo di unità nazionale.
Il documento firmato dalla "Confraternita degli ufficiali e dei soldati riservisti delle Forze Speciali" (Keed, un sindacato di ex militari), pubblicato ieri sul sito dell'associazione, chiede «le dimissioni immediate del governo e la collaborazione del popolo con l'esercito» perché l'esecutivo «non è stato capace di offrire al popolo quanto previsto dalla Costituzione nei settori del lavoro, dell'istruzione, della salute, della giustizia e della sicurezza». I riservisti chiedono inoltre le dimissioni del presidente della Repubblica ed ex partigiano Karolos Papoulias, allo scopo di «facilitare gli sviluppi desiderati dal popolo».
Il testo è finito subito nel mirino della magistratura che ha convocato una riunione straordinaria della Areios Pagos (la Corte Suprema ellenica) nella cui sede blindatissima sono in corso da alcuni giorni gli interrogatori di decine tra testimoni e indagati dopo l’apertura di un’inchiesta a tutto tondo sulle attività illegali e criminali dei neonazisti.
Può essere anche un fuoco di paglia, ma la situazione del paese che più sta soffrendo le politiche omicide della troika sono sempre più allarmanti. La Grecia è stata costretta in pochi anni a smantellare lo stato sociale, a privatizzare il patrimonio pubblico regalandolo a multinazionali straniere, a tagliare salari e pensioni, mentre centinaia di migliaia di lavoratori nel settore pubblico e privato hanno perso il loro posto di lavoro. Il tutto in cambio di un risanamento dei conti pubblici che non c’è stato affatto, tant’è che oggi il debito pubblico del paese è anche superiore a quello che giustificò le prime misure di austerity e l’uscita dal tunnel della recessione non sembra all’ordine del giorno.
Il sistema politico nel suo complesso ha perso di credibilità e appeal, in particolare i socialisti che sono di fatto scomparsi dalla scena parlamentare, e milioni di voti sono in libera uscita. Moltissimi sono i greci che credono che una forza politica apertamente neonazista possa rappresentare l’auspicata svolta, nonostante che Alba Dorata abbia attaccato solo a parole ‘i nemici della Grecia’ sostenendo in realtà quasi tutte le misure di massacro sociale imposte dalla troika, cercando semplicemente di orientare il malcontento popolare verso immigrati e sindacati sviandolo da banche ed establishment.
In questi anni i nazisti, per il sistema in crisi, hanno rappresentato un utile diversivo, una valvola di sfogo e un elemento di stabilizzazione. Al contempo, le loro aggressioni e le loro scorribande hanno creato caos e scompiglio nel paese, obbligando i movimenti popolari e di sinistra alla difensiva e rafforzando in una parte dell’opinione pubblica la sensazione che ci sia bisogno innanzitutto di ordine. Esattamente ciò che i riservisti dell’esercito sottolineano nel loro comunicato.
Ora i 18 parlamentari di Chrysi Avgi (Alba Dorata) denunciano un ‘complotto’ nei loro confronti e minacciano di dimettersi in blocco – Berlusconi insegna - se verranno attuate misure contro il partito. Il che non sembra una gran mossa, visto che le elezioni dovrebbero essere convocate solo nei distretti elettorali rimasti vacanti, e non in tutto il paese.
Dopo aver lasciato fare i nazisti senza muovere un dito – anzi, accordando loro agibilità e impunità – l’esecutivo Samaras pensa forse ora, ottenuto il risultato sperato, di ridurre Alba Dorata ai minimi termini sul piano elettorale sperando in un travaso di voti verso le forze della destra più moderata. Ma si tratta di un gioco pericoloso, ora che i neonazisti hanno conquistato agganci e radicamento in settori importanti dello Stato e dell’establishment. Non è pensabile mettere fuori legge senza conseguenze una formazione che secondo i sondaggi precedenti all’omicidio di Fyssas viaggiava dal 10 al 13% dei voti, e addirittura intorno al 20% nella capitale Atene. Assai più di quell’impressionante 7% conquistato nelle elezioni dello scorso anno.
Non basterà cambiare qualche generale della Polizia o trasferire qualche dirigente locale tra quelli maggiormente in odore di complicità con gli squadristi.
Non basteranno neanche le pur partecipate manifestazioni simboliche di questi giorni a cancellare un fenomeno – quello dell’exploit della violenza squadrista – che sembra ormai radicato sulla scena politica ellenica. La sinistra ellenica è numericamente la più forte e radicata di tutto il continente europeo, ma sembra avere difficoltà, tranne in pochi casi, a concepire la pratica di un antifascismo militante associato a una proposta di uscita radicale dal sistema che ha prodotto una crisi il cui impatto sulla Grecia è stato pari a quello di una guerra. Le ambiguità di Siryza sulla riforma dell’UE e dell’euro non aiutano.
Soprattutto non basterà – e non è un problema solo della Grecia - un antifascismo “costituzionale” e basato esclusivamente su valori che la crisi ha svuotato di senso. Se la sinistra non sarà in grado di costruire una via d’uscita credibile e al tempo stesso di rottura e di nuova prospettiva, i suoi argomenti perderanno appeal e diventeranno sempre più attrattivi quelli di chi, sul libro paga dei capitalisti, indicherà il nemico nello straniero e nella sinistra stessa. E’ già successo in passato. E nulla vieta che possa succedere di nuovo, quali che siano le intenzioni degli apprendisti stregoni.
Nei giorni scorsi, quando qualcuno nell’esecutivo di Antonis Samaras ha cominciato a parlare di azioni legali e giudiziarie non solo contro i responsabili diretti dell’omicidio ma anche contro Alba Dorata in quanto tale, dall’organizzazione neonazista sono partiti appelli al ‘sacrificio’ rivolti ai propri militanti o esplicite minacce di colpo di stato. Minacce poco credibili ma alle quali nelle scorse ore ha fatto seguito un inquietante comunicato emesso da un sindacato di militari greci della riserva, finora poco noto, che ha chiesto a sorpresa le dimissioni del governo composto da socialisti e centrodestra e la formazione di un governo di unità nazionale.
Il documento firmato dalla "Confraternita degli ufficiali e dei soldati riservisti delle Forze Speciali" (Keed, un sindacato di ex militari), pubblicato ieri sul sito dell'associazione, chiede «le dimissioni immediate del governo e la collaborazione del popolo con l'esercito» perché l'esecutivo «non è stato capace di offrire al popolo quanto previsto dalla Costituzione nei settori del lavoro, dell'istruzione, della salute, della giustizia e della sicurezza». I riservisti chiedono inoltre le dimissioni del presidente della Repubblica ed ex partigiano Karolos Papoulias, allo scopo di «facilitare gli sviluppi desiderati dal popolo».
Il testo è finito subito nel mirino della magistratura che ha convocato una riunione straordinaria della Areios Pagos (la Corte Suprema ellenica) nella cui sede blindatissima sono in corso da alcuni giorni gli interrogatori di decine tra testimoni e indagati dopo l’apertura di un’inchiesta a tutto tondo sulle attività illegali e criminali dei neonazisti.
Può essere anche un fuoco di paglia, ma la situazione del paese che più sta soffrendo le politiche omicide della troika sono sempre più allarmanti. La Grecia è stata costretta in pochi anni a smantellare lo stato sociale, a privatizzare il patrimonio pubblico regalandolo a multinazionali straniere, a tagliare salari e pensioni, mentre centinaia di migliaia di lavoratori nel settore pubblico e privato hanno perso il loro posto di lavoro. Il tutto in cambio di un risanamento dei conti pubblici che non c’è stato affatto, tant’è che oggi il debito pubblico del paese è anche superiore a quello che giustificò le prime misure di austerity e l’uscita dal tunnel della recessione non sembra all’ordine del giorno.
Il sistema politico nel suo complesso ha perso di credibilità e appeal, in particolare i socialisti che sono di fatto scomparsi dalla scena parlamentare, e milioni di voti sono in libera uscita. Moltissimi sono i greci che credono che una forza politica apertamente neonazista possa rappresentare l’auspicata svolta, nonostante che Alba Dorata abbia attaccato solo a parole ‘i nemici della Grecia’ sostenendo in realtà quasi tutte le misure di massacro sociale imposte dalla troika, cercando semplicemente di orientare il malcontento popolare verso immigrati e sindacati sviandolo da banche ed establishment.
In questi anni i nazisti, per il sistema in crisi, hanno rappresentato un utile diversivo, una valvola di sfogo e un elemento di stabilizzazione. Al contempo, le loro aggressioni e le loro scorribande hanno creato caos e scompiglio nel paese, obbligando i movimenti popolari e di sinistra alla difensiva e rafforzando in una parte dell’opinione pubblica la sensazione che ci sia bisogno innanzitutto di ordine. Esattamente ciò che i riservisti dell’esercito sottolineano nel loro comunicato.
Ora i 18 parlamentari di Chrysi Avgi (Alba Dorata) denunciano un ‘complotto’ nei loro confronti e minacciano di dimettersi in blocco – Berlusconi insegna - se verranno attuate misure contro il partito. Il che non sembra una gran mossa, visto che le elezioni dovrebbero essere convocate solo nei distretti elettorali rimasti vacanti, e non in tutto il paese.
Dopo aver lasciato fare i nazisti senza muovere un dito – anzi, accordando loro agibilità e impunità – l’esecutivo Samaras pensa forse ora, ottenuto il risultato sperato, di ridurre Alba Dorata ai minimi termini sul piano elettorale sperando in un travaso di voti verso le forze della destra più moderata. Ma si tratta di un gioco pericoloso, ora che i neonazisti hanno conquistato agganci e radicamento in settori importanti dello Stato e dell’establishment. Non è pensabile mettere fuori legge senza conseguenze una formazione che secondo i sondaggi precedenti all’omicidio di Fyssas viaggiava dal 10 al 13% dei voti, e addirittura intorno al 20% nella capitale Atene. Assai più di quell’impressionante 7% conquistato nelle elezioni dello scorso anno.
Non basterà cambiare qualche generale della Polizia o trasferire qualche dirigente locale tra quelli maggiormente in odore di complicità con gli squadristi.
Non basteranno neanche le pur partecipate manifestazioni simboliche di questi giorni a cancellare un fenomeno – quello dell’exploit della violenza squadrista – che sembra ormai radicato sulla scena politica ellenica. La sinistra ellenica è numericamente la più forte e radicata di tutto il continente europeo, ma sembra avere difficoltà, tranne in pochi casi, a concepire la pratica di un antifascismo militante associato a una proposta di uscita radicale dal sistema che ha prodotto una crisi il cui impatto sulla Grecia è stato pari a quello di una guerra. Le ambiguità di Siryza sulla riforma dell’UE e dell’euro non aiutano.
Soprattutto non basterà – e non è un problema solo della Grecia - un antifascismo “costituzionale” e basato esclusivamente su valori che la crisi ha svuotato di senso. Se la sinistra non sarà in grado di costruire una via d’uscita credibile e al tempo stesso di rottura e di nuova prospettiva, i suoi argomenti perderanno appeal e diventeranno sempre più attrattivi quelli di chi, sul libro paga dei capitalisti, indicherà il nemico nello straniero e nella sinistra stessa. E’ già successo in passato. E nulla vieta che possa succedere di nuovo, quali che siano le intenzioni degli apprendisti stregoni.
Nessun commento:
Posta un commento