SALUTIAMO CON GRANDE GIOIA IL RITORNO ALLA FIAT SATA DEI TRE OPERAI, Giovanni Barozzino, Marco Pignatelli e Antonio Lamorte.
Finalmente al loro posto in fabbrica, tra i loro compagni di lavoro.
Una vittoria, dopo tre anni, che è per tutti gli operai che non piegano la testa e vogliono lottare per impedire gli attacchi padronali alle condizioni di lavoro e ai diritti di sciopero e sindacali.
Finalmente La Fiat di Marchionne, che mise in atto con questi tre operai, di cui due delegati fiom, una vera e propria rappresaglia, ora deve incassare questa sconfitta.
Noi abbiamo partecipato sia ai momenti di lotta alla Fiat Sata sia ai processi contro questi licenziamenti.
E diciamo a Giovanni, Marco, Antonio: arrivederci alla Sata di Melfi
I compagni di Proletari comunisti
I compagni dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto.
Melfi, tornano in fabbrica i 3 operai licenziati da Fiat
"Rientrati al lavoro i tre operai Fiat dello stabilimento di
Melfi, iscritti alla Fiom, che erano stati licenziati nel 2010 e
reintegrati definitivamente da una sentenza della Corte di Cassazione
nel luglio scorso.
I tre sono Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. I primi due erano all'epoca delegati Fiom e Barozzino, che è stato eletto a febbraio in Senato nelle liste di Sel, era stato in assoluto il delegato a ricevere più voti nelle elezioni del Rsu dello stabilimento lucano del Lingotto.
Dopo una sentenza favorevole alla Fiom, che giudicò antisindacale il comportamento della Fiat, e una all'azienda che ne accolse il ricorso, la Corte d'Appello di Potenza, nel 2012, dichiarò illegittimo il licenziamento e dispose il reintegro dei tre operai alla Sata di Melfi.
Il Lingotto, pur stipendiando regolarmente i tre operai, non li aveva più fatti rientrare in fabbrica. I lavoratori iscritti alla Fiom erano stati licenziati perché, durante uno sciopero interno notturno, avevano bloccato, per l'azienda, un carrello per il trasferimento di materiali a chi non scioperava.
La Cassazione non ha ritenuto tuttavia volontario o premeditato il blocco della produzione. I tre operai, nel giugno scorso, sono stati tuttavia citati in giudizio dalla procura di Melfi per concorso in violenza privata e turbata libertà dell'industria."
I tre sono Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. I primi due erano all'epoca delegati Fiom e Barozzino, che è stato eletto a febbraio in Senato nelle liste di Sel, era stato in assoluto il delegato a ricevere più voti nelle elezioni del Rsu dello stabilimento lucano del Lingotto.
Dopo una sentenza favorevole alla Fiom, che giudicò antisindacale il comportamento della Fiat, e una all'azienda che ne accolse il ricorso, la Corte d'Appello di Potenza, nel 2012, dichiarò illegittimo il licenziamento e dispose il reintegro dei tre operai alla Sata di Melfi.
Il Lingotto, pur stipendiando regolarmente i tre operai, non li aveva più fatti rientrare in fabbrica. I lavoratori iscritti alla Fiom erano stati licenziati perché, durante uno sciopero interno notturno, avevano bloccato, per l'azienda, un carrello per il trasferimento di materiali a chi non scioperava.
La Cassazione non ha ritenuto tuttavia volontario o premeditato il blocco della produzione. I tre operai, nel giugno scorso, sono stati tuttavia citati in giudizio dalla procura di Melfi per concorso in violenza privata e turbata libertà dell'industria."
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