e i sindacalisti fiom subito sentono la necessità di dissociarsi, ma non si dissociano mai dalle violenze della polizia, dei padroni e dello stato...
da repubblica online
Protesta
lavoratori Alcoa, tensione a Cagliari: ferito un poliziotto
Manifestazione dei lavoratori in cassa
integrazione e degli appalti sotto il palazzo della Regione
CAGLIARI.
Momenti di tensione questa mattina sotto il palazzo della Regione, in viale
Trento a Cagliari, dove stanno manifestando oltre duecento lavoratori in cassa
integrazione diretti e appalti dell'Alcoa, partiti questa mattina da
Portovesme. Un gruppetto di operai ha tentato di forzare il cordone di
sicurezza delle forze dell'ordine, davanti all'ingresso del Palazzo. Durante
gli scontri un ispettore capo della Digos è stato colpito al capo da una
pietra. Scontri che i sindacati hanno subito stigmatizzato. «Ci dissociamo da
qualsiasi episodio di violenza - ha detto Roberto Forresu, segretario provinciale
della Fiom-Cgil - la tensione è tanta per questa situazione ma non deve
giustificare nessuna violenza».
Alcoa,
centinaia di operai in corteo a Cagliari.
"Vogliamo risposte subito. Basta con i rinvii"
Dopo
il sit-in di ieri davanti al palazzo della Regione e l'occupazione della sala
Giunta, decine di lavoratori continuano a protestare. L'obiettivo è un faccia a
faccia con il governatore Ugo Cappellacci, che ieri ha rifiutato di
incontrarli, e gli assessori della Giunta regionale
CAGLIARI - Hanno
trascorso tutta la notte al primo piano del palazzo della Regione Sardegna, i
quindici lavoratori e delegati sindacali dell'Alcoa di Portovesme (Sulcis), che
da ieri mattina hanno deciso di protestare occupando i locali che avevano
ospitato l'incontro con l'assessore regionale dell'Industria Antonello Liori.
Questa mattina gli operai sono tornati alla carica con un'assemblea davanti al
palazzo di viale Trento dopo un incontro a Portovesme, davanti ai cancelli,
ormai chiusi, della fabbrica.
Con striscioni e bandiere, battendo ritmicamente i caschetti per strada, i manifestanti sono entrati anche nella stazione ferroviaria senza arrecare alcun disagio ai viaggiatori. Un gruppo è rimasto a presidiare la sala occupata alla Regione, mentre circa duecento lavoratori marciano verso il Consiglio regionale per chiedere un incontro con i capigruppo. Il loro obiettivo è un faccia a faccia con il governatore Ugo Cappellacci e con tutti gli assessori della Giunta regionale.
Sotto il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, sono schierate le forze di polizia. Gli operai vogliono la ripresa delle trattative per la vendita dello stabilimento o piani alternativi immediati per l'occupazione. Il traffico cittadino è bloccato. Una delegazione di dieci tra lavoratori e sindacalisti sarà ricevuta dalla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo e dai capigruppo.
"E' un fatto scandaloso che Cappellacci non si assuma le sue responsabilità di fronte alla chiusura di uno stabilimento così importante", ha affermato Massimo Cara, della Fiom Cgil. "Non accettiamo la giustificazione che ci ha comunicato ieri", ha proseguito il sindacalista, "quando ci ha detto di non volerci incontrare dopo il ferimento di un poliziotto nel corso del sit-in davanti al palazzo della Regione. Anche noi abbiamo condannato quanto successo, ma non per questo non dobbiamo continuare la lotta per il nostro posto di lavoro".
Con striscioni e bandiere, battendo ritmicamente i caschetti per strada, i manifestanti sono entrati anche nella stazione ferroviaria senza arrecare alcun disagio ai viaggiatori. Un gruppo è rimasto a presidiare la sala occupata alla Regione, mentre circa duecento lavoratori marciano verso il Consiglio regionale per chiedere un incontro con i capigruppo. Il loro obiettivo è un faccia a faccia con il governatore Ugo Cappellacci e con tutti gli assessori della Giunta regionale.
Sotto il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, sono schierate le forze di polizia. Gli operai vogliono la ripresa delle trattative per la vendita dello stabilimento o piani alternativi immediati per l'occupazione. Il traffico cittadino è bloccato. Una delegazione di dieci tra lavoratori e sindacalisti sarà ricevuta dalla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo e dai capigruppo.
"E' un fatto scandaloso che Cappellacci non si assuma le sue responsabilità di fronte alla chiusura di uno stabilimento così importante", ha affermato Massimo Cara, della Fiom Cgil. "Non accettiamo la giustificazione che ci ha comunicato ieri", ha proseguito il sindacalista, "quando ci ha detto di non volerci incontrare dopo il ferimento di un poliziotto nel corso del sit-in davanti al palazzo della Regione. Anche noi abbiamo condannato quanto successo, ma non per questo non dobbiamo continuare la lotta per il nostro posto di lavoro".
"Molti colleghi - ha spiegato un manifestante giunto dal
Sulcis - non sono potuti partire a Cagliari perché, senza reddito, non hanno
nemmeno i soldi per la benzina". Il corteo è diretto in via Roma, sede del
Consiglio regionale. "Vogliamo risposte subito. Basta con i rinvii",
ma "nel frattempo", ha assicurato Cara, "proseguirà anche
l'occupazione della sala Giunta del palazzo di viale Trento. Un'occupazione a
oltranza fino a che Cappellacci non si deciderà a incontrare i lavoratori
dell'Alcoa".
Ieri la tensione era alta. Un gruppetto di operai aveva tentato di forzare il cordone di sicurezza delle forze dell'ordine, davanti all'ingresso del Palazzo. Durante gli scontri un ispettore capo della Digos è stato colpito al capo da una pietra. Scontri che i sindacati hanno subito stigmatizzato. "Ci dissociamo da qualsiasi episodio di violenza - ha detto Roberto Forresu, segretario provinciale della Fiom-Cgil - la tensione è tanta per questa situazione ma non deve giustificare nessuna violenza".
Ieri la tensione era alta. Un gruppetto di operai aveva tentato di forzare il cordone di sicurezza delle forze dell'ordine, davanti all'ingresso del Palazzo. Durante gli scontri un ispettore capo della Digos è stato colpito al capo da una pietra. Scontri che i sindacati hanno subito stigmatizzato. "Ci dissociamo da qualsiasi episodio di violenza - ha detto Roberto Forresu, segretario provinciale della Fiom-Cgil - la tensione è tanta per questa situazione ma non deve giustificare nessuna violenza".
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