sabato 28 settembre 2013

pc 28 settembre - NO TAV il dominio e il sabotaggio

Perino insiste: “Sabotare la Tav”


Alberto Perino, il portavoce storico dei No Tav, insiste: «Non resta altra strada per fermare l’opera che il sabotaggio». Nel pomeriggio la conferenza stampa  ha ribadito che gli attacchi continueranno «ma senza coinvolgere le persone». I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, un veterano della lotta al terrorismo, hanno disposto il sequestro di pc, memorie digitali e documenti. 
L’ipotesi di reato è istigazione a delinquere.
Nei giorni scorsi Perino aveva diffuso sul web dati sensibili riguardo alcune aziende e invitato gli attivisti a praticare forme di sabotaggio nei confronti di aziende che lavorano alla Tav. L’atto giudiziario è stato eseguito dalla Digos su mandato dei pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo.

Perquisita casa di Alberto Perino accusato di istigazione a delinquere


perino no tav-2
La giornata no tav in val di Susa inizia anche così ore 7.45 il comitato di Condove nota tre macchine “sospette” sotto casa di Alberto, lui non risponde al telefono e scatta così l’allarme. Dopo poco il legal team raccoglie le prime notizie, un procedimento ad personam, istigazione a delinquere. I fatti contestati risalgono all’estate 2013 quando Alberto era impegnato con il movimento ad ostacolare l’arrivo della talpa destinata al cantiere tav della val Clarea. Viene contestato ad Alberto il lavoro di controinformazione attraverso il quale aveva indagato su alcune ditte “sospette” che partecipano al cantiere. Convocato in procura alcune settimane fa venne sentito come persona informata dei fatti in merito alle mobilitazioni. Oggi la “svolta” investigativa dei pm della procura di Torino Padalino e Rinaudo, la posizione di Alberto cambia e diviene indagato per istigazione a delinquere. Stesso copione è toccato ieri al filosofo Gianni Vattimo, a Nicoletta Dosio, a Luca Abbà, a Erri De Luca e a molti altri no tav. Per chiudere in bellezza apprendiamo ora che è stato già fissato per lui un interrogatorio, intanto gli viene rovistata e rivoltata l’abitazione privata. Come sempre, con un “inchino” non possiamo che riconoscere l’accanimento morboso della procura di Torino contro il movimento no tav.

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