Oggi a Taranto,
mentre il governo Monti-Clini con l'appoggio dei sindacati confederali licenzia una AIA che è all'insegna della gradualità degli interventi e che va incontro ai desiderata dell'azienda e di una riduzione della produzione a soli 8 milioni di tonnellate di acciaio, che è quello realmente producibile in fase di crisi di mercato e recessione italiana e mondiale;
mentre fuori dalla fabbrica la Procura ancora non si è capito bene se vuol procedere come un carro armato
o accettare la situazione creatasi;
mentre gli ambientalisti riformisti e antioperai esprimono giudizi sull'Aia e la situazione, che vanno in una sola direzione: la chiusura dell'ilva come unica soluzione;
manifestazione oggi del 'Comitato 'liberi e pensanti' nel quartiere Tamburi.
Una manifestazione che ha visto una partecipazione di oltre tremila persone aperta da donne e bambini, con delegazioni di cittadini, gruppi limitati di operai sciolti come cittadini, e gli spezzoni ultrà e studenteschi - questi ultimi avevano spostato lo sciopero da ieri a oggi.
Presenti anche delegazioni ambientaliste di altri comitati di Brindisi contro il carbone, il comitato antidiscarica di Chiaiano, ecc.; presenti dei rappresentanti del comitato cassintegrati di Pomigliano del cobas confederazione, guidato da Mimmo Mignano e Oreste Scalzone.
Una manifestazione che ha mostrato ancora una volta l'ampiezza della giusta protesta antinquinamento che produce morti da tumore e danni ambientali, ma che viene incanalata anch'essa verso la parola d'ordine della chiusura dell'Ilva e del reddito di Stato per gli operai che perderebbero il lavoro.
Uno degli slogan era infatti: "Operai, l'Ilva avvelena - fuori dalla fabbrica a salario pieno".
Questa linea e questa parola d'ordine oltre che illusoria e riformista, alimenta la contrapposizione verso gli operai Ilva di fatto considerati burattini di padron Riva o colpevoli di inquinare.
La strada dei comunisti e dei sostenitori del sindacalismo di classe va in altra direzione:
lotta dura e senza sconti contro padron Riva per la messa a norma in tempi rapidi dell'azienda con i soldi necessari, ben oltre gli interessi di Riva e del Governo, e massima condanna di Riva e soci per le morti provocate nel suo periodo;
sviluppo del movimento di massa dal quartiere Tamburi a tutta la città per l'aumento dei fondi necessari alla
bonifica del territorio dando lavoro e salute.
La battaglia è in corso, è una battaglia nazionale di tutta la classe operaia e delle masse popolari, ed è necessario che la classe operaia e le sue organizzazzioni si schierino e la conducano su posizioni di classe
contro aziendalismo e ambientalismo antioperaio in tutte le sue forme.
proletari comunisti
13 ottobre 2012
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