In Spagna, Grecia e Portogallo, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza e hanno fronteggiato la brutalità della polizia la scorsa settimana per protestare contro le misure di austerità imposte loro dal Fondo monetario internazionale, la Banca centrale Europea e la Commissione europea.
In Portogallo, il governo ha tagliato non meno di 40 miliardi di euro di spesa pubblica, ridotto salari di disoccupazione e congelati i salari dei lavoratori del settore pubblico.
In Grecia, la coalizione al governo ha in programma una nuova serie di tagli in bilancio in un paese in cui i lavoratori sono ora a malapena in grado di sfamare le loro famiglie. Per quanto riguarda la Spagna, ha un alto tasso di disoccupazione di circa il 25% - e non stiamo parlando di quello ufficiale, che è sempre sottovalutato.
Qui in Canada, i lavoratori e i disoccupati fanno ugualmente fronte a delle misure di austerità. Ai dipendenti del settore pubblico dell'Ontario viene detto che devono essere disposti ad accettare un congelamento dei salari per i prossimi due anni, anche se il costo della vita continua a salire. Il governo Harper ha recentemente effettuato tagli catastrofici al programma per la sanità dei profughi;delle rifugiate incinte sono state addirittura allontanate da alcuni ospedali. Questi sono solo alcuni esempi delle misure che affrontiamo.
Queste misure di austerità non sono nuove per il Canada. Nel 1990, gli studenti, le famiglie povere e lavoratori hanno pagato il prezzo per i fallimenti del capitalismo, la chiusura di alcune scuole, di classi sempre più affollate, il ridimensionamento del settore pubblico e i numerosi licenziamenti nelle fabbriche.
Le riforme adottate per ridurre il debito e salvare l'economia ci vengono sempre presentati come qualcosa di inevitabile. Ogni volta che un nuovo ciclo di austerità appare, siamo chiamati a vivere con le sue conseguenze: aule sovraffollate, meno posti di lavoro dignitosi, deterioramento dei servizi sanitari e trasporti pubblici.
Ma le disparità di disoccupazione e di massa che abbiamo di fronte non sono "incidenti".
Possiamo e dobbiamo lottare contro l'austerità, come gli studenti in Québec hanno fatto combattendo l'aumento dei costi della scuola, e così come le centinaia di migliaia di persone in Europa che protestano contro la riduzione della salari e delle pensioni.
Ma abbiamo allo stesso modo bisogno di organizzarci e di prepararci, il che ci impone di imparare dalle nostre lotte passate e attuali.
In Europa, le proteste non sono ancora riuscite a invertire i rapporti di forza a favore dei lavoratori. Da un lato, la risposta dei lavoratori manca di coesione; dall'altro, le grandi organizzazioni che sostengono di rappresentarle hanno cessato di educare le masse e di mobilitarle per il fatto che è il sistema capitalista che bisogna rovesciare. Le masse non sono spinti alla rivoluzione, ma verso le riforme.
Come lavoratori o lavoratrici, disoccupati, studenti, giovani provenienti da comunità svantaggiate, abbiamo tutto da perdere dalle misure di austerità imposte dai ricchi, e tutto da guadagnare nel resistere a tutto, soprattutto se non ci limitiamo a resistere alle misure stesse, ma attaccare il sistema per il quale ci vengono applicate.
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