giovedì 11 ottobre 2012

pc 11 ottobre - per la manifestazione nazionale del 13 ottobre a Ravenna contro la CMC




Contro gli squali del profitto che "devastano" i bisogni popolari 

La crescente opposizione popolare alle devastazioni ambientali, alla nocività, dimostra che tutto questo sistema basato sul profitto è in contrasto con i bisogni di una umanità che aspira ad un mondo migliore.
La manifestazione contro la CMC a Ravenna manda anche il messaggio che è necessario assediare i loro santuari del profitto capitalistico, denunciare i legami politici, ostacolare in tutti i modi la loro attività.
I profitti della CMC sono quelli di un'impresa multinazionale in prima fila nell'appalto dalle grandi opere come il TAV  (volute da tutti i governi) alle basi militari, dal Dal Molin a Sigonella. Altro che "codice etico", nel proprio statuto all'art. 1 i cooperatori dovrebbero scrivere: "i soldi non puzzano"!
L'attività dei padroni capitalisti, anche quando sono cooperative, è in contrasto anche con la libertà e i diritti democratici. Per la CMC  lo abbiamo visto con la militarizzazione della Val Susa, le violenze poliziesche, la campagna di criminalizzazione, gli arresti del movimento di opposizione al TAV. Sulla stessa linea si sono mosse altre Questure e a Ravenna, fino a questa manifestazione, non è stata concessa alcuna autorizzazione da parte della digos di manifestare davanti ai cancelli di questa impresa che, per lo Stato e per l'amministrazione comunale a guida PD, evidentemente è "d'interesse strategico". Hanno mandato persino la polizia per schedare i partecipanti a un'assemblea cittadina in solidarietà al movimento NO TAV.
Quindi non basta opporsi ai signori del profitto della cementificazione, è tutto il sistema che dev'essere rovesciato, che riguarda la politica, i partiti e i sindacati di riferimento (nel caso della CMC, il PD e la CGIL), i governi che vogliono imporre con lo stato di polizia le loro decisioni.
Non dimentichiamo che il governo Monti dei sacrifici, dei licenziamenti, dei tagli allo stato sociale, dei finanziamenti alla guerra, esprime la linea padronale autoritaria per uscire dalla crisi economica e riguardo il TAV, attraverso il ministro Passera, ha mandato a dire che "il TAV si farà, punto e basta!"
Per noi di proletari comunisti l'esperienza del movimento NO TAV va generalizzata su scala nazionale perchè è riuscita ad unire tutte le varie componenti sociali e politiche in una lotta popolare prolungata.
La proposta di costruzione di una rete nazionale dei comitati che lottano contro le devastazioni ambientali che viene dalla manifestazione di Ravenna è un passo in avanti se viene portata avanti coerentemente anche l'altra parola d'ordine della manifestazione: lottiamo per la libertà.
Per noi lottare per la libertà riguarda innanzi tutto lottare per la libertà di tutti coloro che hanno subito la repressione dello Stato e che stanno ancora pagando con il carcere la loro ribellione al sistema capitalista, alle decisioni autoritarie dei governi di realizzare un'opera costosa, inutile, nociva.
Ma libertà e profitto dei padroni sono due termini in contraddizione, per questo è necessario rovesciare con la rivoluzione tutto il loro sistema sociale fallito e marcio per aprire alla possibilità di un mondo migliore governato non dal profitto e dalla speculazione ma dagli interessi e dalla volontà popolari. Noi proletari comunisti lavoriamo per questo.

proletari comunisti-Ravenna
tel. 339/8911853
e mail ravros@libero.it






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