mercoledì 29 giugno 2011

pc 29 giugno - PADRONI E GOVERNO RINGRAZIANO LA CAMUSSO


LE DUE DONNE MALEFICHE

Questo accordo si può dire che è il frutto dell'unità, intesa di intenti della Marcegaglia e della Camusso. I commenti di entrambe sono stati pressocchè uguali: Si chiude una stagione di divisioni; le stesse foto ben dimostrano la perfetta intesa di queste due malefiche donne che nei mesi scorsi si sono scambiate frasi di saluto elogiative.


Cazzola (PDL): “Nella Cgil si avverte un mutamento significativo di linea politica”, che le consente d tornare “al centro dell'iniziativa contro le tentazioni all'autoisolamento e all'emarginazione”.
Min. Tremonti: “Grazie a Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Susanna Camusso. Grazie per quello che hanno fatto nell'interesse del nostro paese”.
Bastano queste dichiarazioni per togliere ogni dubbio che l'accordo sulla contrattazione e rappresentanza sindacale serve l'interesse del padronato e del governo.
La Fiom che ha chiamato a due scioperi generali per la difesa della contrattazione nazionale e dei diritti sindacali dei lavoratori, le strutture di base della Cgil, ora non possono cavarsela solo con la denuncia.
La firma della Camusso è l'imbocco di una strada, senza ritorno, di unità con i sindacati padronali e governativi cisl e uil, e di accettazione di fatto del piano Fiat che ha aperto l'attacco al Contratto nazionale e ai diritti di rappresentanza e di sciopero dei lavoratori e che aveva “mandato a dire” alla Cgil che “la Fiat auspica che le trattative in corso tra confindustria e sindacati possano portare ad un accordo che, garantendo un sistema di relazioni industriali più coerente con le esigenze della competizione mondiale, assicuri la piena operatività delle intese già raggiunte per gli stabilimenti di Pomigliano d'Arco, Mirafiori e Grugliasco”.
Con questa firma, quindi, tutta la lotta, la resistenza degli operai ai piani fascisti di Marchionne, gli stessi ricorsi presentati dalla Fiom, vengono cancellati.

L'accordo vuole blindare la lotta sindacale in una serie di norme; come ai tempi del fascismo la attività e l'organizzazione sindacale non deve essere una libera scelta dei lavoratori, ma vengono irreggimentate e, di conseguenza, vengono previste sanzioni per chi non osserva tali norme. Questo si chiama moderno fascismo padronale appoggiato da sindacati di regime.
L'esigibilità dei contratti vuole impedire che una volta decisi possano essere messi in discussione dalle lotte dei lavoratori. Questo, evidentemente, non è affatto un vincolo per le aziende che ormai scrivono loro i testi dei contratti e che continueranno a violare anche accordi e contratti da loro sottoscritti, ma è un vincolo per i lavoratori, per attaccare ogni sciopero che metta in discussioni anche solo parti di quei contratti svendita.
Dopo ogni firma, infatti, viene prevista una tregua sugli scioperi e le sanzioni per chi non la rispetta.
L'accordo prevede poi che i contratti aziendali possono essere modificati per “aderire alle esigenze degli specifici contesti produttivi”, in particolare su “prestazione lavorativa, orari e organizzazione del lavoro”; viene, quindi, stabilita una deroga, chiaramente in peggio, al contratto nazionale in modo che ogni azienda potrà ulteriormente violare i diritti e la tutela delle condizioni di lavoro.
La Cgil della Camusso, in questo modo, ha firmato contro la volontà espressa negli scioperi e nelle manifestazioni di operai, lavoratori nei mesi scorsi, che aveva nella difesa della contrattazione nazionale e nell'unità delle condizioni di lavoro in tutte le aziende uno delle richieste principali; ha firmato per la divisione e la debolezza dei lavoratori.
L'accordo dà un definitivo colpo di spugna anche ai residui di democrazia sindacale: “D'ora in poi un contratto sarà valido per tutti se sarà firmato dal 50 per cento più uno delle Rsu che saranno costituite secondo due criteri: il voto di tutti i lavoratori e e la certificazione degli iscritti alle singole organizzazioni da parte dell'Inps. Quindi niente più referendum. Esso resterebbe in vigore solo dove vi sono le Rsa, al posto delle Rsu, con rappresentanti nominati direttamente dalle segreterie, ma anche in questo caso la votazione non è scontata, per il referendum serve una richiesta di almeno una organizzazione firmataria di questo accordo o del 30% dei lavoratori.
Con una decisione che sta tra la farsa e la tragedia, il contratto di fatto viene votato senza il consenso dei lavoratori ma da delegati sempre più allineati e irreggimentati dalle segreterie sindacali che hanno siglato quel contratto!

A contenuti svendita sono corrisposti metodi totalmente antidemocratici della Camusso per imporre l'accordo. Nel direttivo nazionale della Cgil, tenutosi il giorno prima, la Camusso mettendo il silenzio sui contenuti dell'accordo, ha chiesto un “mandato a chiudere la discussione e a firmare” a prescindere; di fatto una richiesta di “fiducia”, come fa il governo.

Non possiamo permettere che la Cgil svenda in questa modo le decine, centinaia di ore di sciopero fatte, i sacrifici dei lavoratori.
Tutto questo non deve passare; la risposta deve venire in primo luogo dalle fabbriche e dagli altri posti di lavoro!

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