Tasse e lavoro, nuova mobilitazione
I comitati: corteo il 7 luglio con presidio davanti alla Regione
Tasse, case e lavoro. Su questi temi, a un anno di distanza dalle manganellate di Roma, il 7 luglio si prepara una nuova grande mobilitazione popolare che consisterà in un corteo con presidio davanti a palazzo Silone sede della giunta regionale. L'ANNIVERSARIO. Un anno dopo il corteo di Roma, i comitati civici promuovono un'iniziativa dal titolo «Senza lavoro, senza case L'Aquila non rinasce». Il programma è in via di definizione. Il raduno è fissato alle 15 alla Rotonda di viale Corrado IV. Di nuovo in piazza, dunque, come i ventimila del 16 giugno 2010, con l'occupazione dell'autostrada A24, o quelli dell'iniziativa nazionale «L'Aquila chiama Italia» del 20 novembre 2010. Al centro dell'attenzione, e della protesta, le tematiche legate alla sospensione di tasse, contributi, riscossioni e azioni di Equitalia, oltre alla stabilizzazione dei lavoratori precari e al sostegno alle attività produttive con incentivi alle assunzioni. I cittadini sfileranno fino a palazzo Silone, sede della giunta regionale d'Abruzzo. Seguirà un presidio. Del resto, i comitati lo avevano promesso. «Abbiamo invitato più volte il commissario del governo per la ricostruzione Gianni Chiodi a confrontarsi nelle assemblee cittadine. Se non verrà lui allora andremo noi». Insomma, il movimento popolare è sempre in azione, come testimonia anche la recente partecipazione, a Roma, alla consegna delle cinquantamila firme raccolte in città e in tutta Italia per la legge di iniziativa popolare, il cui testo si trova, attualmente, all'esame della commissione Ambiente della Camera dei deputati. I nodi da sciogliere sono ancora tanti, a partire dall'avvio della ricostruzione pesante in centro storico. L'ANCE: ACCELERARE. «L'esito dell'ultimo confronto al tavolo degli enti per la ricostruzione mi sembra molto positivo». Lo afferma il presidente dell'Ance Gianni Frattale. Il capo dei costruttori aquilani commenta, dunque, in termini positivi l'avvio delle procedure per la presentazione dei piani di ricostruzione dei centri storici. «È auspicabile», aggiunge l'imprenditore edile, «l'atteso snellimento delle procedure, al fine di ridurre al minimo i ritardi inevitabili contro i quali tutti stiamo cercando di lottare. A questo punto bisognerebbe chiarire anche l'effetto dell'ultima ordinanza sulle macerie, un argomento di fondamentale importanza per l'avvio della ricostruzione. Come già abbiamo detto in precedenza, occorre salvaguardare soprattutto quelle ditte aquilane che, con grandi sforzi a livello di investimento, e anche di tipo organizzativo, si sono messe in regola per procedere con le operazioni di trasporto. Le loro aspettative non vanno mortificate con ulteriori intralci burocratici». LA PROTESTA. Ventisei mesi dopo il sisma, molti cittadini che non sono ancora riusciti a rientrare all'interno delle proprie abitazioni danneggiate dal terremoto sono ancora alle prese, tra i tanti, coi problemi legati al recupero dei beni mobili dalle case. Una lettrice, proprietaria di un'abitazione antica in zona rossa e classificata E (danni strutturali) racconta al Centro che è costretta ancora a pagare, a due anni dal sisma, «la somma di 200 euro al mese per l'affitto di un luogo dove ho sistemato i beni mobili che sono riuscita a recuperare. C'è gente che è già rientrata a casa sua ormai da molti mesi e ha preso lo stesso contributo di 5mila euro per il trasloco che è toccato anche a me. Mi sembra che questo contributo vada integrato se la situazione di esilio forzato persiste».
Nessun commento:
Posta un commento