G8, va in scena l'ultima inchiesta
Dieci anni dopo a giudizio un vicequestore per le botte ai manifestanti a mani nude. La ricostruzione della storia in un lungo dossier pubblicato su Micromegadi MARCO PREVE
Quello che sta istruendo in queste ore il pm Francesco Cardona Albini potrebbe essere l'ultimo processo del G8. A dieci anni esatti di distanza da quei tre giorni che sconvolsero Genova e la democrazia italiana, sta per essere presentata al gip la richiesta di rinvio a giudizio per falso nei confronti dell'ex comandante del Reparto Mobile di Bologna, il vicequestore Massimo Cinti, oggi dirigente del commissariato di Imola.
La sua vicenda si inserisce in uno degli episodi simbolo del G8, la gratuita brutalità delle forze dell'ordine contro i pacifisti che dimostravano a piazza Manin con volti e mani dipinti di bianco.
Il fascicolo contro Cinti è stato aperto dopo che i giudici della Corte d'Appello, che nel luglio scorso hanno condannato quattro agenti, hanno ritenuto che la sua deposizione in aula fosse tesa a coprire i suoi uomini nascondendo la realtà dei fatti. La Corte ha così trasmesso in procura gli atti, chiedendo che si procedesse nei confronti del vicequestore per falsa testimonianza. Il pm Cardona Albini non ha perso tempo ed entro l'estate il fascicolo sarà chiuso con la richiesta di rinvio a giudizio. Non sono invece stati così solerti altri suoi colleghi che, di fronte ad analoghi fascicoli di falsa testimonianza nei confronti di ufficiali e funzionari, hanno lasciato cadere in prescrizione i reati. Queste ed altre vicende sono raccontate in un lungo dossier pubblicato sul numero in edicola della rivista Micromega: "G8 dieci anni dopo: impunità di Stato".
In piazza Manin, il 20 luglio, due studenti universitari spagnoli di Saragozza Adolfo S. e Luis L. incensurati, furono arrestati; il primo per "lancio di molotov contro i reparti di polizia", il secondo perché con "un tubolare di ferro si avventava contro i componenti della squadra". Nella prigione di Bolzaneto subirono le violenze e le umiliazioni di decine di altri manifestanti.
Dopo l'assoluzione in primo grado dei quattro agenti - Antonio Cecere, Luciano Beretti, Marco Neri e Simone Volpini - e il ricorso degli avvocati degli spagnoli Laura Tartarini e Emanuele Tambuscio, la Corte d'Appello ha condannato i poliziotti a quattro anni perché mentirono: "E' falsa la circostanza secondo cui gli arresti dei due spagnoli sarebbero avvenuti in un contesto di scontri tra manifestanti e polizia. Dai filmati si vede benissimo come gli arrestati si siano diretti a mani nude contro i blindati della polizia".
Fondamentali per l'accertamento della verità sono state le numerose foto scattate quel giorno e poi il filmato di Luna Rossa, il gruppo del regista Francesco Maselli che ha documentato i giorni degli scontri al G8 del 2001.
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