Tav, colpo di spugna
assoluzioni a FirenzeVentisette dei quaranta imputati, quasi tutti del consorzio Cavet, erano stati condannati in primo grado a pene fino a 5 anni per traffico di rifiuti, smaltimento illegale di rifiuti speciali ed omessa bonifica. In appello sono restate solo alcune condanne per reati meno gravi. Revocato anche il maxirisarcimento
Tav, quasi tutti assolti o prescritti. Cadute comunque tutte le accuse più gravi. E' stata letta in tarda serata la sentenza del processo di appello per i danni all'ambiente causati dalla costruzione della linea alta velocità fra Toscana e Emilia: 79 chilometri di cui 73 in galleria. E' stato un colpo di spugna: tutte le 27 persone condannate fino a 5 anni in primo grado, tra cui 13 dirigenti, ingegneri e tecnici del Cavet, escono praticamente senza colpe. Restano solo alcuni reati minori. In appello è stato revocato anche il maxi risarcimento.
Il giudice di secondo grado ha assolto nel merito quasi tutti gli imputati, o per non aver commesso il fatto, o perchè il fatto non costituisce reato, o perchè il fatto non sussiste. Le accuse erano di traffico e smaltimento illegale di rifiuti illegali e omessa bonifica.
Ribaltata la decisione del giudice di primo grado che aveva ritenuto che il territorio del Mugello fosse stato duramente sacrificato a una grande opera di ingegneria realizzata con scarsissima attenzione per l' ambiente. Quel processo si è chiuso nel 2009, dopo 100 udienze. Il giudice Alessandro Nencini aveva condannato a 5 anni l' amministratore delegato di Cavet Alberto Rubegni, gli ex direttori generali Carlo Silva e Giovanni Guagnozzi, i direttori di tronco Franco Zambon e Franco Castellani, accusati di aver disseminato il territorio del Mugello, e non solo, di discariche di materiali di scavo delle gallerie e di fanghi contaminati da idrocarburi e da cemento, e di aver organizzato un traffico illecito di rifiuti.
A titolo di anticipo in primo grado erano stati previsti 50 milioni di euro per il Ministero dell' Ambiente, 50 milioni per la Regione Toscana, 50 per la Provincia di Firenze, più somme minori ad altri enti pubblici. Le accuse formulate dai pm Giulio Monferinie Gianni Tei, che hanno coordinato le indagini dei tecnici dell' Arpat, della polizia municipale e dei carabinieri, erano numerosissime e occupavano oltre 200 pagine. Molti dei reati, però, si sono prescritti durante il processo.
Nessun commento:
Posta un commento