venerdì 1 luglio 2011

pc 1 luglio - verso genova 2011 - lettera aperta a heidi giuliani

una lettera apparsa su indimedia liguria di cui pubblichiamo stralci che condividiamo
ed anche per questo che ci battiamo per un Genova 2011 alternativo...

proletari comunisti

la lettera

..Gentile Signora,
sono trascorsi più di due anni da quel 20 luglio 2001, giorno in cui lei ha vissuto il dramma della perdita di un figlio, Carlo, rimasto steso sul selciato di una piazza a Genova, ucciso con un colpo in testa sparato da un servitore dello Stato (poco importa se giovane ed inesperto carabiniere, o cos’altro). Possiamo solo immaginare il dolore da lei provato, dolore che — ne siamo certi — non l’ha ancora abbandonata. La tragedia che l’ha travolta, lei come suo marito, è di natura tale che può suscitare solo rispetto e comprensione.......
... Da quel giorno, lei è diventata un’icona, un simbolo, una bandiera. Ma di cosa, ci chiediamo e le chiediamo, e a favore di chi? Passato il primo periodo, durante il quale era suo marito ad esprimere le proprie idee in nome, per conto, e con l’avallo morale del cadavere di suo figlio, è poi toccato a lei andare in giro a concedere la sua benedizione laddove era richiesta.
...ci permetta di farle notare alcune cose.

In primo luogo troviamo quanto meno singolare che lei si dedichi con devozione alla causa di coloro che hanno infangato la memoria di suo figlio.
I vari affiliati della compagnia Agnoletto & Casarini — sono quelli che, poche ore dopo la morte di suo figlio, hanno pubblicamente definito Carlo un “punkabbestia” per allontanarlo da se stessi......Poco importa, poi, se ai loro occhi di politicanti Carlo vivo sarebbe stato solo un provocatore o un infiltrato dei carabinieri..... Lei, signora Giuliani, come può trovarsi accanto a simili avvoltoi?

Noi rispettiamo la sua volontà di ricordare suo figlio, Carlo Giuliani, ragazzo. Comprendiamo il suo desiderio di non dimenticare la sua vita. Per realizzare questo scopo, lei rilascia interviste, tiene conferenze, partecipa a film-documentari. ... Lei, signora Giuliani, assieme allo stormo di avvoltoi con cui si accompagna, si sta dando da fare per cancellare l’attimo della morte di suo figlio per poterne ricordare solo gli anni di vita. Tutto ciò è comprensibile in una madre addolorata, certo, ma non è condivisibile che simili preoccupazioni private vengano spacciate per ragioni pubbliche (ad uso e consumo dello stormo di avvoltoi).

Signora Giuliani, si tolga gli occhiali scuri del lutto e del dolore per un istante e guardi in faccia la realtà. Non è Carlo Giuliani, ragazzo, ad essere diventato famoso in tutto il mondo. È Carlo Giuliani, insorto. Non è la sua vita che merita di essere ricordata da tutti, ma la sua morte. Carlo Giuliani, ragazzo, forse sarebbe morto con un fiore in mano e un sorriso sulle labbra, mentre correva sulla spiaggia. Ma Carlo Giuliani, insorto, è morto con un estintore in pugno come arma e il passamontagna calato sul viso, mentre si batteva contro la sbirraglia che in quei giorni ha massacrato e torturato centinaia di manifestanti a Genova, mentre si batteva contro i servi dello Stato che per questo lo hanno ucciso come un cane. Quel giorno di luglio è toccato a lui, come è toccato a molti altri prima di lui, come toccherà a molti altri dopo di lui. .... È questo ciò che non va dimenticato
.... Naturalmente lei continuerà a ricordare Carlo Giuliani, suo figlio, il ragazzo che conosceva così bene.....Ma non si meravigli, né si indigni, se noi — e molti altri con noi — ricorderemo sempre un altro Carlo Giuliani, l’insorto che non abbiamo mai conosciuto. Non sappiamo come è vissuto, è vero, cosa faceva, cosa pensava, cosa sognava. Ma sappiamo come è morto.

E questo, ci creda, nessuna lacrima di madre, nessun battito d’ala di avvoltoio potrà mai farcelo dimenticare.

[Novembre 2003]

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