Da www.medea.noblogs.org/2011/05/12/contestato-il-movimento-per-la-vita-al-salone-del-libro-di-torino/fuori il movimento per la vita dal salone del libro!
Nello spazio autori del Salone del libro di Torino era prevista la presentazione di un libro a cura del Movimento per la Vita.
Era annunciata anche la partecipazione del presidente del Mpv, Carlo Casini, che da buon bianconiglio qual è non si è nemmeno presentato, lasciando l’autore del libro solo soletto ad affrontare le possibili contestazioni…forse aveva ancora stampate nella memoria le proteste degli anni passati organizzate ogni qualvolta provasse a metter piede e becco nella città di Torino. L’accoglienza che gli abbiamo sempre riservato dev’esser stata talmente indimenticabile, da spingerlo a lasciare il campo e trascorrere la mattinata altrove. Quale occasione migliore quindi per noi donne torinesi, colpite da quella scellerata Delibera Ferrero, per far sentire i nostri “amici” ancora una volta a casa, accolti e benvoluti…Peccato che la nostra calorosa e sonora accoglienza, partita non appena dal palchetto un’attivista ha cominciato a parlare, sia stata ripagata a suon di spintoni, calci, strattonamenti…una serie di colpi messi a segno contro di noi e tutte le donne presenti, che sia ben
chiaro, contro chi ci vorrebbe sesso debole e indifeso, con immenso piacere abbiamo restituito e ricambiato. Alla faccia della tolleranza e della carità cristiana…Mentre qualcuno tentava di darcele e ci metteva le mani addosso, provando a strapparci lo striscione, i volantini, il megafono, qualcun altro preso da un raptus di evangelizzazione improvvisa cercava invece di redimerci e folgorarci per riportarci sulla buona strada. Scene insomma davvero divertenti. Un po’ meno spiritoso il tono di un signorotto che ci ha dato chiaramente delle assassine mentre gli riprendevamo il faccione con la telecamera, dicendoci che se abortiamo e quindi uccidiamo i bambini siamo come se non peggio di Hitler…Vi assicuriamo che la maggior parte delle parole e delle frasi che abbiamo sentito erano di questo colore, ma d’altronde dopo aver partecipato ai corsi di formazione del Mpv, nulla più ci stupisce. Una banda di violenti e intolleranti questi attivisti del Movimento per la Vita…guardacaso per la maggior parte maschietti, che pretenderebbero di saperla più lunga di noi sull’aborto, la riproduzione, il corpo femminile, la vita delle donne.
Nel pieno della contestazione, immancabile è arrivata la polizia, prima in borghese con la digos che cercava di convincere noi “povere fanciulle” a non farci troppo male, a spaventarci con possibili denunce, insomma il solito triste copione destinato a noi donne. Dopo averci provato con le buone, senza aver ottenuto quello che volevano, i poliziotti ci hanno provato con le cattive. Ed ecco allora arrivare gli spintoni, gli strattonamenti, le mani addosso, la brutte parole. Ma oggi davvero non ce n’era per nessuno, scusate il linguaggio gergale, e siamo rimaste lì dove volevamo stare, davanti a quello schifo di palchetto per impedire che la conferenza si potesse svolgere. Li abbiamo riempiti di prezzemolo, ricordando loro che nessuna donna ha più voglia di morire di aborto clandestino, che le donne hanno sempre abortito e sempre abortiranno e che questa benedetta legge 194, pur nei suoi limiti, ce la teniamo ben stretta…troppo viva è la memoria delle nostre mamme, sorelle, zie, nonne, morte sui tavoli delle mammane, troppo forte è la rabbia contro questa gente che vorrebbe cancellare diritti che le donne hanno conquistato con le lotte e con le loro vite. E visto che vogliamo e sappiamo scegliere da sole, abbiamo deciso di restare e continuare la contestazione, nonostante le minacce degli attivisti del Mpv e l’intervento di quei (mai come oggi) guardia cacca dei poliziotti…sempre lì a fare i piacioni, con il loro atteggiamento paternalistico, alternando una pacca sulla spalla prima ad un calcio e uno spintone poi. Loro però ci provano sempre e quando capiscono che il dialogo non è praticabile, via con la forza e la prepotenza.
Arriva il momento per l’entrata in campo dei muscoli della celere, che ci si piazza davanti e comincia a spingerci e malmenarci. Gli ci è voluta quasi mezz’ora per buttarci fuori con la forza. Un muro contro muro proseguito per un bel po', durante il quale ancora una volta, ci hanno messo le mani addosso, cercando di mettere a segno qualche colpo senza farsi scoprire troppo dai loro superiori…anche se, a onor del vero, anche i capoccia in borghese si sono impegnati non poco, oltre che con calci, strattonamenti, ad un certo punto hanno cercato di portar via anche una nostra
compagna che immediatamente ci siamo andate a riprendere, rispondendo ai loro soprusi con tutta la forza, la rabbia e la (auto)determinazione che avevamo da esprimere.
Come spesso i poliziotti ci hanno ricordato, come per giustificarsi ipocritamente, “noi facciamo solo il nostro mestiere”…bene, fatelo, continuate a reprimere il dissenso, a denunciare, picchiare, insultare.
Noi continueremo a fare il nostro, continueremo a fare quello che ci riesce meglio, o forse l’unica cosa che abbiamo voglia e sappiamo fare per difendere le nostre vite, i nostri corpi, i nostri diritti: lottare, alzare la voce più di quanto la alziate voi e i personaggi infami che proteggete dietro i vostri scudi, usare tutta la forza che abbiamo in corpo, l’intelligenza che abbiamo in testa e la passione che abbiamo in cuore per custodire il nostro diritto di scelta e autodeterminazione.
Non solo oggi, sia ben chiaro…sempre!
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