lunedì 9 maggio 2011

pc 9 maggio - CONVEGNO A TARANTO DEI DISOCCUPATI ORGANIZZATI: “Dalla protesta alla proposta”... Dalla proposta alla protesta!


Il 5 Maggio i Disoccupati Organizzati dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto, da due anni e messo in lotta, hanno tenuto un convegno su "Raccolta differenziata porta a porta: risorsa ambientale, occupazionale, economica", a cui hanno chiamato a partecipare tutte le parti, istituzionali, sociali, ambientaliste, ecc. che in questi anni si sono occupate, o dovute occupare, della questione.
Di questo Convegno stiamo preparando un ampio resoconto dei molti interventi.

Ma ora vogliamo intervenire su un aspetto importante e discriminante.
Nel corso del Convegno la frase più ripetuta negli interventi dai maggiori rappresentanti Istituzionali (in particolare, l'Assessore al bilancio della Regione e il Presidente della Provincia) e che ha dato il segno di questo loro approccio è stata “dalla protesta alla proposta”, dichiarando apprezzamento perchè con il convegno i disoccupati erano passati dalla protesta alla proposta.
Bene, questa frase ha due aspetti. Uno, è di fatto un riconoscimento pubblico sia della protesta, che nessuno, benchè colpito anche duramente in questi due anni e mezzo dalle iniziative di occupazione, di blocchi dei consigli comunali e provinciali, di blocchi stradali, ecc., ha osato attaccare, sia della capacità politica/programmatica dei Disoccupati Organizzati Slai cobas – anche una parte delle istituzioni non può non attribuire al merito dei disoccupati il fatto che si cominci ad avviare, dopo anni nei cassetti, un primo piano di raccolta differenziata porta a porta e l'assoluta novità, finora, di corsi di formazione mirati, retribuiti e finalizzati al lavoro.
Tutti i rappresentanti istituzionali, ma anche rappresentante dell'assindustria sono venuti; dando atto di questa “anomalia” Slai cobas (il pres. della Provincia, ex segretario della Fim e poi Cisl, alcuni assessori ammettono, con imbarazzo e rabbia, che l'unica realtà sul terreno è lo slai cobas, che i sindacati confederali non fanno nulla).
Ma l'altro aspetto è quello di volere e cercare effettivamente che i disoccupati abbandonino la “protesta” e passino alla “proposta”.
Questo aspetto è chiaramente per loro principale, perchè vogliono esorcizzare il fatto che è nella protesta, nella lotta dura che nasce la proposta, nasce la capacità dei disoccupati di pensare, di trovare le soluzioni che di fatto sono contrapposte e alternative alle 'non' soluzioni in corso.
Noi, invece, affermiamo l'intreccio tra protesta/proposta/protesta; in cui centrale e determinante è sempre la protesta. Senza la lotta non c'è proposta, perchè la “proposta” non è neutra, non è tecnica, ma è frutto e modellata dalla “protesta”, perchè interna soprattutto ad una visione sociale di classe, di “parte” (che poi è della maggioranza della popolazione) della realtà.
Per questo la “proposta”, necessaria, iniziative come il Convegno del 5 maggio, sono parte della battaglia dei Disoccupati Organizzati non altra cosa o cosa alternativa.
E' la protesta che ottiene anche i risultati parziali, che si “inventa” e impone i corsi di formazione mirati sulla raccolta differenziata e finalizzati al lavoro, corsi in cui per la prima volta si afferma e vince la linea della lista di lotta, come unica democratica, anticlientelismo, antielettoralismo. Senza la “protesta” anche questi parziali risultati non si sarebbero ottenuti, se finisse la “protesta” questi risultati non verrebbero mantenuti e soprattutto sviluppati.

Il Convegno sulla “raccolta differenziata come risorsa ambientale, occupazionale, economica”, i Disoccupati Organizzati l'hanno fatto per due ragioni.
Da un lato per affermare l'egemonia, l'autorevolezza, il riconoscimento del peso conquistato ma anche della capacità qualitativa, della lotta per il lavoro condotta dai Disoccupati Organizzati Slai cobas per il sindacato di classe, su tutti i terreni, anche sul terreno delle soluzioni, appunto economiche, ambientali, sociali, alla grande questione rifiuti/emergenza lavoro, che questo sistema sociale capitalista, questo Stato, questi governi, hanno ormai reso endemico e indistricabile. La battaglia dei Disoccupati Organizzati è un'altra concreta dimostrazione che sono le masse in lotta, organizzate, che possono dare soluzione sul campo ai problemi, mostrando la superiore capacità pratica, intelligenza dei proletari rispetto al più “esperto” rappresentante istituzionale.
Dall'altro per costruire di fatto un momento in cui tutte le “controparti”, i soggetti istituzionali che devono dare delle risposte alla lotta per il lavoro, si trovassero insieme, e si dichiarassero pubblicamente, a fronte di una situazione in cui questo non avviene e spesso su questo agiscono per scaricare tra loro le responsabilità. Questo lavoro viene fatto anche avendo la capacità politica di distinguere, di dividere il fronte istituzionale tra chi ora appoggia parzialmente le rivendicazioni e chi le ostacola o le combatte, di impedire che tutte le forze istituzionali, politiche si compattino contro la lotta dei Disoccupati Organizzati, in una situazione in cui parte delle istituzioni e i sindacati confederali ci vogliono fare la guerra. Nel Convegno i rappresentanti del Comune e dell'Amiu sono stati messi in difesa – e questo è un bene - dopo che nelle settimane e mesi precedenti avevano fatto un aperto ostruzionismo, una campagna, anche stampa, contro i Disoccupati Organizzati, per alimentare anche una guerra tra lavoratori e disoccupati.

Il convegno è riuscito a realizzare questi obiettivi.
Insieme ad un nuovo rilancio a livello cittadino, verso l'insieme dei disoccupati in primo luogo, ma non solo, della realtà, organizzazione, battaglia, progetto dei Disoccupati Organizzati. Durante e dopo il congegno altri nuovi disoccupati si stanno organizzando.
In questo, la costruzione anche dell'Associazione “Lavoro/Differente” - che ufficialmente ha organizzato il convegno - ha mostrato a tutti la capacità dei Disoccupati Organizzati Slai cobas di essere una realtà che sa unire la lotta più dura alla costruzione di un fronte sociale in cui tutte le energie, della popolazione dei quartieri, ai tecnici, a quelle intellettuali, ambientaliste, ecc., possono dare un contributo alla battaglia.

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