domenica 8 maggio 2011

pc 8 maggio - la verità sullo sciopero gnerale a Genova nelle parole dei compagni che c'erano

Un compagno che c'era
Mi trovo a scrivere questo report sul corteo studentesco, svoltosi in occasione dello sciopero generale della CGIL, dopo aver letto su vari quotidiani una serie di infamie e di mistificazioni. Molti giornali hanno infatti riportato false notizie circa infiltrati, provocatori, anarchici e appartenenti ai centri sociali pronti allo scontro (1, 2, 3, 4, 5, 6).
I fatti si sono svolti in maniera ben diversa e dimostrano come, da dieci anni a questa parte, la gestione delle piazze a Genova sia affidata a dei perfetti incompetenti.

Procediamo con ordine. Gli universitari si concentrano in via Balbi alle ore 9.00, lo stesso fanno, a Caricamento, gli studenti delle scuole medie superiori; i due cortei si riuniscono poi a Caricamento, e da lì si muovono verso l'incrocio tra via Gramsci e via delle Fontane, luogo in cui sta sfilando il corteo della CGIL. Sono le ore 10.30 circa. Dai due camioncini degli studenti viene diffusa musica, si balla e l'atmosfera è molto rilassata, nonostante il cordone di sicurezza che la CGIL ha schierato sull'incrocio e che di fatto impedisce agli studenti di unirsi ai lavoratori.
Lo spezzone degli studenti medi ed universitari, formato da diverse centinaia di manifestanti, si pone in coda al corteo e percorre via delle Fontane, piazza della Nunziata, largo Zecca, galleria Giuseppe Garibaldi, piazza Portello, galleria Nino Bixio, piazza Corvetto. In piazza Corvetto, un altro cordone della CGIL impedisce agli studenti di accedere in via Roma (anche in questa circostanza l'atmosfera è molto rilassata) e di transitare, quindi, davanti alla prefettura; lo spezzone dei medi e degli universitari decide di proseguire verso via 12 Ottobre, per poi sbucare in via XX Settembre. Tra via 12 Ottobre e via XX Settembre vengono (giustamente) sanzionate delle attività commerciali (quali banche e mc donalds) che sono solite praticare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, e dell'uomo sulla natura. Lo spezzone giunge infine in piazza De ferrari, dove si riunisce con il corteo della CGIL.
Consapevoli del fatto che un vero sciopero generale non possa ridursi ad una passaggiata per le vie del centro o ad un blocco-farsa del lavoro di 4 ore, gli studenti, decisi ad immobilizzare la città, si spostano in piazza Dante e da qui imboccano la sopraelevata. A questo punto, le forze del (dis)ordine si trovano di fronte ad una prima "sorpresa": una parte degli studenti sale in sopraelevata (direzione ponente), un'altra scende in via Aurelio Saffi e blocca il traffico. I due gruppi si ricongiungono poi in corso Maurizio Quadrio e proseguono verso via Gramsci, trovandosi di fatto la strada libera (le forze del (dis)ordine erano rimaste indietro). In via Gramsci viene (giustamente) sanzionata una filiale della banca Carige. Sono le ore 13.00 circa, il corteo degli studenti è determinato nel raggiungere e bloccare l'imbocco autostradale di Genova-Ovest; ma all'altezza di piazza Di Negro succede un episodio grave: una ragazza (che non fa parte del corteo) viene investita da un automobilista mentre attraversa la strada ed è quindi necessario l'intervento dell'ambulanza.
Il corteo decide perciò di "ripiegare" nuovamente verso il centro città, ed è a questo punto che le forze del (dis)ordine si trovano di fronte alla seconda "sorpresa": gli studenti, anziché proseguire per via Alpini d'Italia, svoltano improvvisamente in via Fanti d'Italia e si dirigono verso un'entrata secondaria della stazione Principe. Fino a questo punto, il corteo era stato pacifico e privo di tensioni. I primi studenti a giungere in via Andrea Doria trovano l'ingresso secondario completamente libero ed entrano nel piazzale della stazione. Dopo alcuni minuti una dozzina di poliziotti, comandati da non so quale genio dell'ordine pubblico, si schiera in cordone davanti all'ingresso, di fatto tagliando in due il corteo. I poliziotti sono "accerchiati" e iniziano a manganellare i ragazzi all'interno del piazzale, mentre in via Andrea Doria la finanza carica con violenza e più di una volta gli studenti medi. Alcuni ragazzini vengono colpiti al volto, alla testa, alle spalle, al busto e riportano gravi ferite; una ragazza con seri problemi alla schiena è scaraventata a terra e presa a calci, ha il volto tumefatto e non ci vede da un'occhio; durante la carica vengono addirittura malmenati alcuni agenti in borghese, che non erano stati riconosciuti dai loro colleghi. Come si può ben vedere dalle foto pubblicate sui quotidiani online, nessuno dei manifestanti indossa caschi o travisamenti, né tantomeno vi è qualcuno armato di bastoni o di oggetti atti ad offendere. In poche parole: gli sbirri compiono una manovra che neanche Fabrizio Corona sarebbe stato in grado di escogitare, si trovano accerchiati e cominciano a manganellare, in una situazione che era già accaduta diverse volte e che si era sempre conclusa in maniera pacifica (occupazione dei binari per 30-45 minuti e poi scioglimento del corteo senza incidenti). A questo punto gli studenti, dopo essersi presi le botte (DOPO, e non prima come ha cercato di far credere qualche solerte tutore dell'ordine) reagiscono: all'interno del piazzale parte una sassaiola verso i poliziotti, all'esterno vengono lanciate alcune bottiglie ed un petardo. Il corteo è frammentato e chi può esce dalla stazione e scende per via Prè, altri si dirigono verso piazza Acquaverde, per poi ricongiungersi alla Facoltà di Lettere in via Balbi. Da notare che gli studenti raccolgono la solidarietà sia dei dipendenti delle poste di piazza Acquaverde, che quella degli abitanti di via Prè.

Queste precisazioni mi sembrano doverose, poiché i giornali (non che ci sia da stupirsi, però questa cosa mi fa incazzare) ne hanno scritte di tutti i colori. Ragazzini disarmati con teste e spalle spaccate considerati come codici verdi, e sbirri armati di tutto punto che si sono dovuti far refertare al prontosoccorso per le "lesioni" subite. Non so che film abbiano visto i giornalisti, sempre che fossero presenti.
La questura, poi, continua a collezionare grandi figure di merda, come nel caso del tentativo (fallito) di sottoporre un compagno a sorveglianza speciale (Nessuna sorveglianza, saremo fuori controllo), o quello di far passare un abuso di potere (smascherato) come un assalto alla questura (Una notte sotto la questura)!

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