“Onda Anomala-notizie eventi e movimenti dal Clima che Cambia”. La trasmissione quindicinale del martedi pomeriggio in onda alle 18,45 e in replica il mercoledi alle 6.30. Nella puntata di oggi torniamo ad occuparci del movimento delle “Rivolte delle Terre” e della mobilitazione che si è tenuta il 17-18 giugno in Val Maurienne contro il Tav Torino-Lione.
Almeno 5000 i No Tav francesi e italiani che hanno manifestato in Val Maurienne, in Francia, per
protestare contro il progetto della linea ferroviaria ad alta velocità Lione-Torino nonostante il divieto della Prefettura della Savoia. Appoggiata da alcuni deputati ambientalisti e dallo stesso sindaco ambientalista di Grenoble, Éric Piolle, sabato 17 giugno la manifestazione è stata bloccata dopo pochi km nel comune di Saint Rémy-de-Maurienne. Sono seguiti scontri tra polizia e manifestanti con lancio di lacrimogeni da parte della polizia francese. In totale la prefettura ha schierato duemila agenti per impedire il corteo e dichiarato zona rossa nove comuni della Val Maurienne.Il ministro degli Affari interni Gérald Darmanin, ha fatto sapere su Twitter che “96 cittadini stranieri noti alle autorità sono stati respinti al confine”. Di fatto a circa trecento attivisti provenienti dalla Val di Susa è stato invece impedito di raggiungere il raduno di Saint-Rémy-de-Maurienne. Sono rimasti bloccati per sei ore al valico del Frejus, e a una cinquantina di loro la gendarmeria transalpina ha fatto notificare dei divieti d’ingresso nel territorio francese con una durata variabile da uno a cinque giorni. Sottoposti a una particolare forma di foglio di via, la «interdizione amministrativa dal territorio», una misura diramata direttamente dal ministero degli interni francese. Simile a quella che il 6 giugno scorso aveva colpito tre militanti milanesi arrestati in occasione di un weekend antifascista a Parigi proprio sulla base di questa misura, e detenuti per più di 48 ore in un Cie, prima di essere espulsi in Italia.
Intanto il movimento Les Soulèvements de la Terre (Rivolte delle Terre) denuncia con video e fotografie l’utilizzo di granate lacrimogene e stordenti da parte della polizia durante la manifestazione di sabato scorso e una nuova ondata di arresti in tutta la Francia, alla vigilia del decreto che in Consiglio dei Ministri, nella giornata di mercoledi 21 giugno, chiede lo scioglimento del movimento stesso.
Proprio questa mattina, martedi 20 giugno, almeno 18 persone sono state arrestate e prese in custodia in una dozzina di luoghi diversi in tutta la Francia, tra cui Notre-Dame-des-Landes. Questa operazione di polizia su larga scala – alla vigilia dell’annunciato scioglimento delle Rivolte della Terra – è soprattutto un’operazione di comunicazione e intimidazione contro il movimento sociale nel suo insieme.
“I motivi- scrivono gli attivisti- non ci sono ancora del tutto noti, ma sono stati citati dalla polizia durante i loro interventi, in particolare l’azione contro la fabbrica Lafarge a Bouc-bel-air lo scorso dicembre e l’azione a Sainte Soline”. Questi arresti arrivano mentre Olivier Veran, portavoce del governo francese, ha annunciato lo scioglimento programmato delle Rivolte della Terra con decreto del Consiglio dei ministri questo mercoledì 21 giugno: uno scioglimento molto politico e particolarmente preoccupante chiesto direttamente al Capo dello Stato dall’agroindustria e dal FNSEA , Fédération nationale des syndicats d’exploitants agricoles.
Più di 108.000 persone hanno intanto firmato l’appello “Noi siamo le Rivolte della Terra” dall’inizio di aprile, e più di 180 comitati locali sono nati in tutta la Francia e sostengono il movimento di base per “difendere terra, acqua e aria”. “In un momento in cui il riscaldamento globale sta accelerando, in cui agroindustria e lobby si appropriano di acqua e terra, l’urgenza è di una riappropriazione collettiva dei beni comuni e di una condivisione delle risorse che scarseggiano” scrivono ancora gli attivisti annunciando nuove e radicali mobilitazioni. A partire da mercoledi 21 giugno con manifestazioni alle 19.00 davanti alle Prefetture e una giornata di mobilitazione e azione generale per mercoledi 28 giugno
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