Massima solidarietà, anche se non si tratta di 'governi adulti' ma di governi capitalisti e imperialisti
Quei bravi ragazzi con i cartelloni colorati sono diventati giovani adulti da contrastare, reprimendone il dissenso
Di fronte ai sempre più frequenti eventi estremi, come l’alluvione in Emilia Romagna, gli incendi in Canada, che hanno tinto di arancione i cieli del Nord America e l’ondata di calore che sta investendo l’India, la crisi climatica assume un carattere sempre più chiaro e dai contorni definiti. Eppure proprio
a ridosso del baratro di una crisi che si manifesta con sempre maggior forza, tanto la nostra classe dirigente che quella della stragrande maggioranza dei Paesi sembra essere colpita da improvvisa cecità per non guardare al futuro, cullandosi in un presente di un sistema economico malato basato su una crescita infinita incompatibile con l’abbattimento delle emissioni.Forse, proprio alla luce della volontà
gattopardesca di cambiare tutto per non cambiare niente va letta la
repressione che i movimenti sociali — tra cui anche il movimento per il clima
— stanno subendo in Europa. A partire dalla pandemia i movimenti per il
clima hanno intensificato le proprie battaglie nel tentativo di essere
ascoltati da quegli stessi governi tanto bravi ad impegnarsi a parole
nella transizione ecologica quanto a disattenderla nei fatti, con
continui investimenti in combustibili fossili. Così alle manifestazioni
in piazza si sono sommati i blocchi stradali, fino ad arrivare
all’imbrattamento dei quadri (solo quelli protetti da vetro et similia) e
dei monumenti. Quei bravi ragazzi con i cartelloni colorati sono
diventati — agli occhi dei governi — giovani adulti da contrastare,
reprimendone il dissenso.
In Francia si è ricorso per la prima volta a leggi antiterrorismo per l’arresto di attivisti ecologisti ed è stato dichiarato in questi giorni — ad opera del Consiglio dei Ministri — lo scioglimento del movimento «Soulevements de la Terre». In Italia non va meglio: gli attivisti e le attiviste collezionano fogli di via e per l’organizzazione di un’assemblea a Trento è stato recapitato un decreto penale con multa di 40 mila euro. Oggi sostenere i movimenti, quanto anche i sindacati — spesso colpiti dalle stesse misure repressive — non solo è giusto, ma anche necessario per la tenuta della nostra democrazia, sempre più in affanno.
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