Saluzzo - Giovedì 4 agosto: sciopero dei lavoratori delle campagne per contratti, case e documenti per tutt! Giustizia per Moussa!
l'11
Luglio è morto un nostro fratello, Moussa Dembelé, ucciso da un
macchinario nei campi di Revello. Come moltissimi altri, Moussa aveva il
permesso di soggiorno bloccato da oltre un anno ed era costretto di
conseguenza ad un lavoro precario, irregolare e senza sicurezza. Per lui
e per noi stessi, per gli altri lavoratori braccianti morti o scomparsi
nei campi in queste ultime settimane da Caserta a Ragusa; contro lo
sfruttamento e il razzismo che uccidono, scendiamo in piazza e andiamo a
chiedere risposte a chi di queste morti ha una grande responsabilità: i
padroni e le istituzioni!
Nelle
campagne della provincia di Cuneo, che quest'anno traboccano di frutta,
le condizioni di vita e di lavoro continuano ad essere difficilissime.
Nonostante la stagione di raccolta sia iniziata da mesi, gran parte
delle "accoglienze" destinate ai lavoratori non sono aperte, e i posti
sono comunque limitatissimi nelle case adibite dai comuni, mentre un
bando regionale fresco di pubblicazione annuncia 116mila euro per
l'installazione e l'affitto di nuovi container in gestione ad
associazioni ed enti locali. Container in cui nessuno dovrebbe vivere, e
dove i lavoratori non vogliono andare anche perché le cosiddette
accoglienze diffuse prevedono un contributo da parte dei datori di
lavoro, che quindi spesso non rinnovano il contratto a chi si è rivolto
al comune e alle associazioni per chiedere un alloggio. Per questo ci
sono ancora persone che nonostante abbiano un contratto in mano dormono
fuori, per non perdere il posto di lavoro. Non sono pochi i lavoratori
che dormono al parco di Saluzzo da inizio estate, senza servizi igienici
e senza un riparo dalla pioggia, trattati come un problema di ordine
pubblico e sotto il controllo e la repressione quotidiana delle forze
dell'ordine. Alla Regione Piemonte e Comuni della provincia diciamo: con
tutti i soldi che spendete per container che poi rimangono mezzi vuoti,
potreste dare un sostegno all'affitto; adibire case vere ad alloggi,
invece di creare business intorno alla gestione di un'accoglienza non
solo inutile ma anche dannosa, che crea ricatti e dipendenze dalle
associazioni e i sindacati che si pongono come intermediari. Vogliamo
anche la possibilità di chiedere la residenza nei Comuni dove viviamo.
Il lavoro stagionale obbliga le persone a spostarsi, a lavorare metà
anno in Piemonte e l'altra metà a Foggia, a Rosarno, o altrove. Ovunque i
comuni si rifiutano di concedere la residenza, che però è un requisito
essenziale per rinnovare il permesso di soggiorno, accedere al sistema
sanitario e molto altro. Noi qui lavoriamo e qui viviamo, anche se solo
per parte dell'anno, e i comuni non possono rifiutarcela!
Parlare
del problema della casa è essenziale per capire il lavoro in campagna.
Sui giornali locali leggiamo pianti sconsolati di Coldiretti e
Confagricoltura, perché la manodopera non si trova. La frutta marcisce
nei campi e non c'è chi la raccolga. Le associazioni datoriali danno la
colpa ai ritardi della burocrazia nei flussi e ne chiedono di più, più
semplificazioni, più quote di ingressi da paesi extraeuropei (proprio
mentre inizia una campagna elettorale incentrata sul "problema dei
migranti"). Chi la frutta la raccoglie però racconta un'altra storia:
tutti sanno che a Saluzzo non ci sono posti per dormire, e questo è un
grande deterrente per chi fa lavori stagionali. E anche se i contratti
ci sono, sono quasi tutti irregolari, con paghe più basse del minimo e
pochissime giornate segnate in busta paga. Senza contare i trattamenti
degradanti, gli insulti, le minacce. I lavoratori in Italia ci
sarebbero, ma le condizioni di lavoro pessime non sono certo invitanti. A
Coldiretti e Confagricoltura chiediamo il rispetto dei contratti, paghe
decenti, migliori condizioni di lavoro e un contributo reale
all'alloggio che non si tramuti in ricatti ed estorsioni sulle buste
paga.
Ad
ultimo, chiediamo alla Questura di Cuneo lo sblocco dei permessi di
soggiorno che tardano mesi ad uscire, obbligando i lavoratori ad
accettare lavori irregolari perché senza documenti. È nell'interesse di
tutti, anche dei datori di lavoro, chiedere alla Prefettura e al
Ministero dell'Interno documenti per tutti i lavoratori e le lavoratrici
immigrate. Il permesso di soggiorno non è un favore!
I
responsabili dello sfruttamento sono le istituzioni e i padroni, che
grazie a noi si ingrassano le tasche. Vogliono i lavoratori, ma non
vogliono darci ciò che ci spetta: noi non stiamo zitti e zitte! Il 4
agosto scioperiamo e chiediamo un incontro con le associazioni datoriali
e le istituzioni locali. Appuntamento a Saluzzo davanti alla sede di
Confagricoltura, via di Torino 40, dalle ore 9.
Basta morti sul lavoro! Basta sfruttamento! Basta razzismo! Vogliamo contratti regolari, case e documenti per tutt!
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