martedì 17 maggio 2022

pc 17 maggio - Avanza in Sardegna la lotta contro la presenza militare imperialista - IL 22 MAGGIO TUTT* A TEULADA.

da Assemblea contro la presenza militare in Sardegna

SARDEGNA TERRA DI NESSUNO, LA NOSTRA TERRA E' UN GRANDE POLIGONO DI TIRO PER GLI ESERCITI DI MEZZO MONDO IN MEZZO AL MEDITERRANEO. MAGGIO DI BOMBARDAMENTI E SIMULAZIONI DENTRO E FUORI I POLIGONI MILITARI SULL'ISOLA.

Brigata Sassari sulle falesie a Cala Gonone, incrociatori e navi militari (12 ormeggiate nel porto di Cagliari in questo momento) che girovagano tra Poetto, Villasimius e Pula, caroselli della Nato sui cieli di Barbagia e Baronia, LA SARDEGNA SI CANDIDA AD ESSERE IL PROSSIMO BERSAGLIO INTERNAZIONALE DI UNA GUERRA ALIENA AL POPOLO SARDO.

7 nazioni della Nato, 4000 soldati, 65 navi e decine tra sottomarini, elicotteri, mezzi aerei e di terra

hanno da poco dato il via all'esercitazione internazionale Mare Aperto che imperversa sui mari e le coste sarde ma anche su tirreno centro meridionale.

La sottosegretaria alla difesa Pucciarelli, in visita qualche giorno fa tra La Maddalena e Tavolara, è venuta a fare il solito lancio di semini e briciole per piccioni come da decenni a questa parte si confà al suo ruolo istituzionale. Il comparto militare dice: "per la Sardegna questi elementi d’organizzazione costituiscono anche un volano per lo sviluppo territoriale, contribuendo in diverso modo ad alimentare e sostenere il loro tessuto economico, occupazionale e sociale."

Davanti a un'aggressione armata della NATO sul nostro territorio, davanti ai dati di una inflazione record, una crisi economica e gli alti livelli di spopolamento nei territori limitrofi alle basi militari, ci permettiamo di dire che HANNO LA FACCIA COME IL CULO.

Per questo vi invitiamo a condividere e partecipare alla prossime mobilitazioni in preparazione e alla manifestazione contro l'occupazione militare promossa dall'assemblea contro la presenza militare in Sardegna di Cagliari che si terrà a Sant'Anna Arresi il 22 maggio.

22 maggio - Manifestazione contro le basi militari

Perché un nuovo corteo a una base militare? Continuiamo a credere che l’occupazione militare della

Sardegna sia una delle dimostrazioni più esplicite del dominio coloniale che martoria la nostra terra. Devasta l’ambiente, sottrae enormi porzioni di territorio a terra e a mare che potrebbero avere ben altro utilizzo, produce una monocultura economica che si riverbera come ricatto occupazionale: impedisce forme altre di sussistenza, provoca la miseria di cui si fa forte per continuare a dimostrarsi non solo necessaria, ma anzi benefica. Ma sappiamo bene che dietro questi specchietti per le allodole quelle reti ci parlano da sempre di morte, sangue versato, sfruttamento per un tozzo di pane, inquinamento e malattie. Noi lo sappiamo bene che per la nostra terra desideriamo altro che essere la colonia periferica di uno stato che qui è presente soprattutto quando deve scaricare le tonnellate di proiettili e missili sue e dei suoi alleati, per simulare quelle guerre che fanno sfregare le mani alla NATO. Stavolta la guerra non è scoppiata in Medio Oriente, ma alle porte dell’Europa, e convincerci che stavolta siamo i buoni è diventato fondamentale. Ci dicono che proprio stavolta è giusto stare zitti, è giusto guardare gli aerei partire senza farsi domande, è giusto che le basi ci siano e intensifichino anche la propria attività. Non ci hanno mai convinto i loro discorsi, abbiamo sempre saputo che più sangue scorre più lauti sono i loro guadagni, e che la loro ricchezza si espande tanto più ci impoveriscono e ci soffocano. Lo sappiamo ancora meglio ora. Vogliono dividerci, dicono che chi è contro la NATO sta con Putin: questa guerra è diversa dalle altre perché è vicina, ma è l’ennesima guerra tra predatori, tra due blocchi imperialisti che mostrano i muscoli per guadagnare una posizione più forte, mentre a morire sono, come sempre, soprattutto i civili.

Il 19 Dicembre a Capo Frasca abbiamo dimostrato che noi per la Sardegna vogliamo qualcos’altro e che qui i militari non sono i benvenuti. A Capo Frasca siamo riusciti a dire tutte e tutti insieme che dietro quelle reti, la terra ci appartiene.
Ci piacerebbe riuscire a replicare una giornata felice come quella del 19
Dicembre, dimostrando
che tagliare le reti e invadere le basi è giusto e ancora possibile.
Vogliamo provare a farlo nel rispetto di ogni sensibilità e fedeli al
motto tanti modi, un’unica lotta, facendo in modo che ognuno trovi il proprio modo di essere presente, dimostrando che il movimento contro l’occupazione militare della
nostra terra è unito, forte e determinato, e lo è ancor di più mentre risuona l’eco di una
guerra in Europa. Ma ci sta a cuore anche ribadire che l’occupazione militare è solo una delle tante forme di oppressione con cui l’isola deve fare i conti, per cui il 22 Maggio ci troveremo a lottare a Sant’Anna Arresi come un altro giorno ci opporremo a un nuovo ecomostro, a delle scorie nucleari o al fianco di lavoratori sfruttati: per noi lottare contro le basi significa anche lottare per la liberazione della Sardegna. Per questo pensiamo che sia importante, più di ogni altra cosa, esserci, esserci sempre, esserci con i nostri corpi, perché se saremo una moltitudine, i nostri messaggi arriveranno più forti e più chiari, per ribadire in maniera inequivocabile, ancora una volta, che la Sardegna quelle reti le vuole abbattere tutte.

Assemblea contro la presenza militare in Sardegna

Nessun commento:

Posta un commento