giovedì 8 ottobre 2020

pc 8 ottobre - India - il regime fascista 'indutva'di Modi al servizio di capitalisti e imperialismo contro i lavoratori

Schiavizzare i lavoratori

Peoples Democracy | peoplesdemocracy.in
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
30/09/2020

I tre provvedimenti sul lavoro approvati dal Parlamento alla fine della sessione abbreviata della stagione dei monsoni rappresentano un grave attacco alla classe operaia del Paese. La legge sulle relazioni industriali, il codice sulla salute e sicurezza sul lavoro e sulle condizioni di lavoro e la legge sull'assicurazione sociale, così come il provvedimento sui salari approvato lo scorso anno, sono stati presentati come intesi a semplificare e modernizzare il gran numero di normative sul lavoro. L'intera operazione, tuttavia, aveva lo scopo di concretizzare un elemento essenziale delle riforme neoliberali, cioè la creazione di un regime di assunzioni e licenziamenti senza limiti, flessibilità del lavoro ed eliminazione di tutte le tutele che ostacolano la massimizzazione dei profitti da parte dei capitalisti.

Le nuove leggi sul lavoro hanno ulteriormente indebolito gli scarsi diritti e tutele garantiti ai lavoratori dalle leggi esistenti. L'applicabilità delle normative sul lavoro in relazione alle dimensioni delle fabbriche è stata modificata in modo tale da esentare un gran numero di impianti industriali dalla loro applicazione. In precedenza erano soggette alle normative sul lavoro le imprese con più di 10 dipendenti che utilizzavano l'elettricità, e quelle con più di 20 dipendenti che non utilizzavano l'elettricità. Oggi il limite è stato aumentato rispettivamente a 20 e 40 dipendenti.
In un sol colpo, la legge sulle relazioni industriali ha assoggettato il 70% delle imprese industriali e il 74% dei lavoratori dell'industria al regime del libero licenziamento. In precedenza, le fabbriche con almeno 100 operai dovevano richiedere un'autorizzazione al governo statale per licenziamenti e riduzioni della manodopera. Ora questa soglia è stata spostata ai 300 dipendenti. Inoltre, il governo si riserva di elevarla ulteriormente con una semplice notifica. Le fabbriche al disotto dei 300 dipendenti sono esentate dalla presentazione di un documento legalmente vincolante relativo ai termini e alle condizioni di servizio.

Questi provvedimenti sono fortemente dannosi, in quanto permettono all'esecutivo di ignorarli o di promulgare norme che ne annacquano le prescrizioni originarie. Per esempio, il codice sulle relazioni industriali recita che l'autorità competente può esentare, «nell'interesse pubblico», qualsiasi nuova impresa industriale dalle norme del codice stesso. Un assaggio di questo provvedimento draconiano è stato offerto dal governo del BJP dello Stato di Madhya Pradesh, che durante la pandemia ha emanato una notifica che sospendeva le normative sul lavoro per le industrie di nuova istituzione nello Stato. La delega di poteri legislativi agli Stati innescherà una corsa all'annacquamento delle tutele per i lavoratori prescritte dalla legislazione.

Le nuove leggi incoraggiano il lavoro informale, in appalto e occasionale. È stata introdotta una nuova forma di lavoro a breve termine con scadenze fisse. Teoricamente indirizzata al lavoro stagionale, non prescrive tuttavia alcun limite per il rinnovo del tempo determinato, il che ne farà una forma di lavoro abituale e priva di qualunque tutela sociale. Nella versione precedente della legge, questo tipo di contratto era applicabile alle imprese al disopra dei 20 dipendenti; questo limite è stato aumentato a 50 nella versione del provvedimento che è stata approvata. In tal modo, due terzi delle imprese industriali sono esentate dall'applicazione della legge sui contratti.

Non vi è alcun tentativo serio di tutelare la sicurezza e le condizioni di lavoro dei lavoratori. È utile ricordare che durante la pandemia di Covid-19 vi sono stati trenta incidenti sul lavoro, in cui sono rimasti uccisi 75 lavoratori e centinaia sono rimasti feriti. Il codice sulla sicurezza e la salute sul lavoro e sulle condizioni di lavoro - che si occupa degli standard di sicurezza e degli orari di lavoro - esenta dalla sua applicazione le piccole imprese. Inoltre, l'indicazione degli standard di sicurezza e delle soglie di applicazione dei vari programmi di sicurezza sociale viene subordinata ai regolamenti o delegata ai governi statali.

Anche il diritto di organizzazione e creazione di sindacati viene limitato dal codice sulle relazioni industriali. Non viene indicato alcun criterio per il riconoscimento delle organizzazioni sindacali; l'annosa richiesta del voto segreto per il riconoscimento dei sindacati è stata ignorata, e non è stata definita alcuna procedura per la contrattazione collettiva. L'assenza di normative vincolanti farà sì che non vi siano condizioni di lavoro omogenee all'interno di ciascuna azienda, e consegnerà il grosso dei lavoratori all'appalto o al tempo determinato - il che ostacolerà l'attività dei sindacati.

Un attacco ancor più grave è rappresentato dalla virtuale negazione del diritto di sciopero. Il codice sulle relazioni industriali prescrive che il preavviso per lo sciopero sia di 14 giorni - ma al tempo stesso dichiara anche che il preavviso deve essere di 60 giorni. Questo innescherà automaticamente una procedura di conciliazione, durante la quale nessuno sciopero sarà autorizzato. Terminata la procedura di conciliazione, lo sciopero potrà avere luogo soltanto dopo sette giorni. Un'altra norma afferma che durante la procedura di conciliazione, non potranno esservi scioperi per un periodo di tre mesi. I lavoratori dei servizi essenziali sono tenuti a fornire un preavviso di sei settimane per poter scioperare.

Ciò che emerge da questa confusa accozzaglia di normative è che i lavoratori non possono entrare in sciopero per mesi dopo aver notificato il preavviso, in attesa che si concluda la prolungata procedura di conciliazione e arbitrato.

Il governo Modi ha imposto questi tre provvedimenti contro i lavoratori imbavagliando il parlamento durante il periodo della pandemia. I tre progetti di legge discussi in questa seduta erano diversi da quelli presentati in parlamento nel 2019, che avevano superato l'esame della commissione. Sono state aggiunte nuove norme, come l'aumento a 300 dipendenti del limite oltre il quale è necessario richiedere l'autorizzazione per licenziamenti e riduzioni della manodopera. Questi provvedimenti dalla portata così ampia sono stati promulgati senza previo scrutinio da parte della commissione, e dopo un dibattito farsesco in cui l'opposizione era assente.

Questi provvedimenti costituiscono un attacco di classe e smascherano la realtà della nuova India - un regime totalmente asservito ai grandi capitalisti e al capitale finanziario internazionale. Queste misure ispirate al neoliberismo hanno cancellato i diritti e le tutele conquistati dai lavoratori in decenni di lotte.

Le normative sul lavoro, così come i tre provvedimenti sull'agricoltura, rappresentano un perverso assalto contro gli operai e i contadini. La classe operaia si prepara a contrapporre a questo feroce attacco una resistenza unita e implacabile. Gli appelli alla protesta elevati dai sindacati centrali hanno riscosso una buona risposta, e non è che l'inizio. La situazione rende inoltre necessaria la costruzione di una potente unione operaia e contadina contro il duplice assalto. L'unità quanto più ampia possibile delle forze di sinistra e democratiche può essere conseguita intensificando e allargando le lotte degli operai e dei contadini.

da Peoples Democracy | peoplesdemocracy.in
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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