Fim-Fiom-Uilm hanno deciso in tutto 6 ore di sciopero: 2 per tenere le assemblee e 4 ore di sciopero nazionale il 5 novembre per riconquistare il contratto dei metalmeccanici. In alcune fabbriche del Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, sono già partiti i primi scioperi spontanei.
Se non partono le lotte dal basso e la costruzione di una piattaforma operaia per veri aumenti salariali e per la riduzione dell'orario a parità di paga, non si potrà organizzare l'alternativa ai confederali che si sono presentati con il cappello in mano alla trattativa con i padroni, pronti a firmare l'ennesimo accordo a perdere.
La trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici si interrompe al primo appuntamento per discutere del salario: la Federmeccanica ha infatti confermato la disponibilità solo ad aumenti sui minimi contrattuali strettamente legati all’inflazione ed i sindacati hanno deciso di interrompere la trattativa. Si tratta - sottolineano - di meno di 40 euro di aumento a regime al quinto livello nei prossimi tre anni (la durata prevista del nuovo accordo dovrebbe essere 2020-22 dato che il contratto è scaduto a fine 2019) a fronte dei circa 144 chiesti. In pratica si tratterebbe di appena il 2 per cento di aumento salariale a fronte dell’8% chiesto dai sindacati. Sono stati quindi annullati gli appuntamenti già fissati per giovedì e per il 14 e il 15 ottobre e per i lavoratori del settore (circa 1,4 milioni) è scattato lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari.
Dall'intervista del corriere della sera a Re David (Fiom):
«In realtà si parla di 145 euro al quinto livello... In ogni caso, chiediamo aumenti dell’8%. Questo proprio perché con il precedente contratto non si è “divisa la ricchezza in azienda”, come aveva promesso Federmeccanica».
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