In questa assemblea porto la lotta, la rabbia e la ribellione delle lavoratrici e dei lavoratori precari delle cooperative sociali che a Palermo e in tutta la Sicilia si occupano nelle scuole, o per meglio dire si occupavano nelle scuole, di assistenza verso gli studenti disabili. Un settore lavorativo di circa 2500 precarie e precari, a maggioranza donne, che dall’inizio del lockdown sono rimaste fuori dal lavoro, senza salario. Gli ammortizzatori sociali in Sicilia come del resto in altre regioni non sono stati ancora del tutto pagati e oggi sono ancora fuori dal lavoro. Siamo di fronte a un vero e proprio licenziamento di massa da parte dei palazzi del potere borghesi che peraltro si inserisce in quello che è l’attacco più generale alla scuola pubblica, una scuola che questo sistema capitalistico vuole al servizio dei padroni e del Capitale e che quindi per tende costantemente al massacro e al taglio dei servizi pubblici.
Questa lotta è riesplosa forte nel mese di giugno, le lavoratrici non si sono mai fermate. L’anima e la ricchezza di questa lotta sono le lavoratrici, hanno lottato anche durante il lockdown nonostante tutte le restrizioni dei vari Dpcm del governo, sono scese in piazza l’otto marzo e hanno fatto lo sciopero delle donne. La lotta è riesplosa e si estesa a livello ragionale in questi ultimi mesi ed è una lotta che si è inserita nell’ottica del Patto di azione inteso come costruzione di un fronte di base effettivo partendo appunto dalle lotte reali che si fanno, un lavoro francamente non facile, non scontato, ma che è necessario e che si deve fare non solo per estendere la conoscenza e la solidarietà verso le lotte ma anche per allargarne la forza cercando di mettere in pratica anche i punti della piattaforma che è uscita fuori dal Patto e da queste assemblee. Per fare un esempio, la questione della repressione. Queste lavoratrici, come tanti altri che hanno detto negli interventi di avere subito repressione, sono state pluri denunciate e ora il 30 ottobre sono state rinviate a giudizio per una delle tante iniziative fatte e saranno processate. Nell’ottica che le lotte si devono collegare anche sul contrasto concreto e attivo alla repressione, come è chiaro che noi promuoveremo iniziative per i lavoratori e le lavoratrici dell’Italpizza il 3 ottobre, è chiaro che facciamo appello a questa assemblea per la solidarietà anche alle lavoratrici di Palermo. Perchè se è vero che la solidarietà concreta deve arrivare a tutte le lotte e se è vero che vogliamo rendere carne e sangue la parola d’ordine “se toccano uno toccano tutti”, allora facciamo appello a questa assemblea che si promuovano anche delle iniziative concrete di solidarietà alle lavoratrici della Sicilia e di Palermo che saranno processate.
L’altra cosa che volevo dire ricollegandomi a quello che ha detto il compagno Eddy è sulla questione delle lavoratrici. Si è parlato di tripla oppressione, oppressione di classe, oppressione nella società,
oppressione in casa..., le lavoratrici, le operaie, le proletarie, le disoccupate, le migranti, durante la pandemia sono state una avanguardia di lotta, sono state quelle che hanno gridato al governo fortemente un NO, che non volevamo stare a casa, e anche se in maniera sparpagliata e frastagliata comunque hanno lottato durante la pandemia proprio per contrastare questo fatto che non ci vogliamo rinchiudere in casa. E queste lotte sono continuate e stanno continuando e stanno portando avanti il messaggio forte che noi non vogliamo il bonus casalinghe del governo, noi non lo vogliamo, non vogliamo l’incentivazione dello smart working perché così il governo ha risolto la questione conciliazione lavoro fuori e lavoro di cura. Tutta questa lotta e denuncia è venuta anche fuori nell’assemblea telematica delle lavoratrici che si è fatta il 17 settembre scorso promossa dall’mfpr e dallo slai cobas. Un’assemblea che ha portato da un lato la denuncia non solo dell’amplificazione della doppia oppressione e del doppio sfruttamento delle donne dovuto alla pandemia e che ha toccato tutti gli aspetti: lavoro non lavoro, salario non salario, precarietà, la questione della violenza, dei femminicidi, la questione dell’aborto; ma dall’altro anche la risposta forte della lotta e della necessità di lottare. Da questa assemblea è venuta fuori la necessità di costruire all’interno del fronte più generale che si vuole costruire di classe, un fronte specifico delle donne proletarie, perché c’è la necessità di collegare, unire le lotte delle lavoratrici per rafforzarle, perché vi è uno stretto intreccio della lotta di classe con la lotta di genere. C'è la necessità forte di questo fronte anche per contrastare l’egemonia nel movimento delle donne della piccola borghesia che invece durante il lockdown, rappresentata essenzialmente dal movimento Non una di meno, ha accettato di restare a casa e non ha ascoltato le istanze delle lavoratrici e l’urlo di ribellione delle lavoratrici. Da questa assemblea è venuta fuori una piattaforma che è vuole essere il concentrato delle istanze e dei bisogni delle lavoratrici, una piattaforma che non è assolutamente statica, che è in aggiornamento, che vuole stabilire cos’è più urgente oggi per le lavoratici e cosa non lo è, che naturalmente oggi noi presentiamo a questa assemblea perché vogliamo che questa assemblea la faccia propria.Questa piattaforma vuole essere il segno che per noi lavoratrici, è chiaro che dobbiamo lottare ogni giorno e mettere in campo battaglie quotidiane, però se queste battaglie quotidiane non si inseriscono in una prospettiva che veda il rovesciamento di questo sistema che fa della doppia oppressione e del doppio sfruttamento delle donne la sua base, non hanno quella efficacia che devono avere.
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