Le elezioni regionali e comunali hanno segnato di fatto una vittoria del governo e all’ombra del governo del PD, che hanno respinto la spallata cercata da Salvini e dal blocco del centro destra in cui si è decisamente rafforzata la Meloni e diventa sempre più pallida la stella di Berlusconi.
Il voto alle comunali, sia pure molto ristretto, ha confermato questo andamento, in certi casi con una certa sorpresa e ha mantenuto in piedi il M5S, diviso e confuso.
L’appeal di Salvini si è impallidito e la sbracata campagna per il processo di Catania non fa che confermarlo. Dietro le tracotanti parole la manifestazione di Catania in occasione del processo è stata un flop con 4 gatti, prevalentemente politicanti e parlamentari calati da Roma.
Proletari comunisti che combatte il fascio populismo in prima fila e da sempre, non può quindi non considerare il lato utile di questo risultato elettorale, sul piano temporaneo. Questo ci permette di ragionare con maggior precisione sulle questioni.
Il nemico attuale dei lavoratori è il governo in carica a Roma, ma è cosa differente di un governo fascio-populista Salvini/5Stelle che lo ha preceduto. Chi dice che sono tutti uguali è politicamente idiota e
confonde il carattere generale dei governi con il ruolo specifico che essi svolgono.I comunisti e le avanguardie proletarie coscienti devono stare lontani da questa logica, cogliere le differenze per combattere in laniera precisa il nemico di turno.
Anche all’assemblea nazionale di Bologna del 27 si sono sentiti da qualche rappresentante, che risponde alle posizioni di gruppi falso comunisti sproloqui da ciarlatani.
La situazione politica si è di fatto stabilizzata e questo permette respiro alle lotte e alle rivendicazioni dei lavoratori e delle masse popolari.
La giornata di lotta del 24 ottobre, promossa dall’assemblea nazionale di Bologna, serve appunto a porre i lavoratori e le loro organizzazioni di lotta in prima fila nel rivendicare obiettivi che rispondono alle esigenze particolari e generali dei lavoratori e delle masse popolari; con un giusto intreccio tra economico e politico che serve a dare un segno di classe e di sinistra alla battaglia che facciamo e che dobbiamo intensificare.
Se avanzeremo su questa strada, se le rivendicazioni dei lavoratori e delle masse popolari saranno sostenute con forza e continuità, si creeranno le condizioni per logorare il consenso al governo Conte e al partito che lo sostiene non per consegnare il paese nelle mani dei fascio-populisti Salvini/Meloni, ma per porre un alternativa di parte operaia e popolare che come comunisti dobbiamo organizzare, orientare e guidare.
Questa linea non ci deve, però, far trascurare che lo stato dei proletari e delle masse, intese le larghe masse, è tuttora passivo e confuso. I focolai di lotta sono tuttora confinati e fragili e non investono ancora significativamente le grandi, medie e piccole fabbriche.
Se guardiamo allo stato passivo e ne guardiamo anche gli orientamenti, i discorsi che vengono fatti, allora riusciamo a comprendere che una cosa è l’indebolimento della “stella” Salvini sul piano elettorale e anche come capacità di mobilitazione, altra cosa è l’influenza fascio-populista tra le masse che resta un problema serio e importante, e interagisce con lo stato passivo e lo consolida e cristallizza.
Così come ci permette di capire che l’astensionismo giusto e necessario a queste elezioni, in assenza di qualsiasi riferimento di parte proletaria e popolare, non ha nulla a che fare con la propaganda di esso, l’amplificazione con la sua funzione, fino alle ridicole affermazioni “è il primo partito”, “avanza il primo partito”, che sono, appunto, ciarlatanerie, prive di coscienza politica comunista.
Proletari comunisti e l’avanguardia operaia attraverso le lotte, la costruzione delle organizzazioni di massa, sindacalismo di classe, il fronte unito, devono incidere non solo con le rivendicazioni ma con la politica nelle fila proletarie e popolari nella bonifica nelle fila proletarie e popolari delle idee arretrate e reazionarie, sovranismo, populismo, antipolitica, ecc. , perché è condizione essenziale per la crescita della coscienza di classe e il consolidamento di lotte e organizzazione.
Su questo non bisogna esitare a liberarsi della zavorra del nemico interno per costruire l’unità di classe, la lotta di classe, la guerra di classe.
L’affermazione della guerra di classe, i cui toni si sono ascoltati in alcuni degli interventi nell’assemblea nazionale di Bologna è un fatto positivo, perché comunque né del tutto evidente che lo sviluppo sociale e politico del movimento proletario e popolare può svilupparsi in alternativa solo se assume gli obiettivi della trasformazione secondo la frase, mirabilmente affermata da Lenin, della trasformazione dello sciopero economico nello sciopero politico e dello sciopero politico in insurrezione.
Guardare, quindi, al conflitto di classe alla luce di queste considerazione e di questi obiettivi è oggi fondamentale e segna il cammino dei comunisti autentici nel loro lavoro per la costruzione della più alta forma di organizzazione del proletariato, il Partito.
proletari comunisti/PCm Italia
7 ottobre 2020
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