Una manifestazione di oltre mille persone in Piazza Grande a Modena è stata la risposta al maxiprocesso per le lotte operaie ad Italpizza e in altri settori e per la difesa del diritto di sciopero e dell'agibilità sindacale.
Hanno partecipato delegazioni di lavoratori da Torino, Genova, Brescia, Milano del SiCobas, gli operai di Chiari di Bs dello Slai Cobas per il sindacato di classe, realtà del Patto d'Azione, comitati di solidarietà, delegazione No Tav, un grosso spezzone dei giovani del Fgc, Pcl, Carc. Presenti Proletari Comunisti, le compagne del MFPR.
La manifestazione è stata anticipata da un presidio davanti ad Italpizza.
Lo Stato (prefettura/questura/istituzioni) ha cercato fino alla fine di impedire la manifestazione con prescrizioni e, soprattutto, con un massiccio dispiegamento di polizia in tutto il centro storico.
Il corteo si è fatto comunque "a scaglioni", da Largo Sant'Agostino a Piazza Grande e con un successivo comizio davanti al Municipio. Sul palco sono intervenuti lavoratrici e lavoratori che hanno denunciato le infami condizioni di sfruttamento nella logistica, nelle fabbriche, nelle campagne (su questo è intervenuto un bracciante di Campagne in lotta) e ribadito che nessuna repressione potrà fermare le lotte perchè è con le lotte che gli operai e le operaie hanno riconquistato la dignità che padroni e repressione di Stato volevano togliere.
Tutti interventi sono stati la dimostrazione che la repressione non ferma le lotte ma le alimenta.
Uno sciopero nazionale per il rinnovo del contratto della logistica è stato indetto dal Si Cobas per il 23 ottobre, così come una grande giornata di lotta in tutte le città per il prossimo 24 ottobre.
Dal palco e con uno striscione in piazza è stata portata una forte denuncia della situazione nelle carceri, contro lo Stato che ha ucciso i detenuti durante la rivolta per non morire come topi nelle carceri disumane per la diffusione della pandemia. E proprio a Modena, lo Stato ha ammazzato 4 detenuti.
Le compagne intervenute hanno denunciato il nesso tra Stato/padroni e patriarcato che costringe le donne alla doppia oppressione.
Al termine sono intervenuti le organizzazioni politiche che hanno sostenuto la manifestazione. L'intervento di proletari comunisti ha portato la solidarietà ai denunciati, la lotta fatta a Ravenna contro
i padroni nella regione "rossa", la lotta allo stato di polizia e del moderno fascismo che è la strada intrapresa dai padroni e governi per la formazione di un regime e che ha bisogno di un fronte unito dei lavoratori e delle realtà di lotta, della guerra di classe contro questo attacco e della necessità del partito della rivoluzione per il potere operaio.Le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario hanno portato la solidarietà alle operaie dell'Italpizza e diffuso un volantino che riporta la sintesi del dibattito dell'ass telematica delle donne/lavoratrici del 17 settembre e la piattaforma delle donne assunta dall'assemblea del Patto d'azione di Bologna.
Allo stesso tempo non condividiamo l'ingiustificato atteggiamento di alcuni del servizio d'ordine del SiCobas che hanno impedito la partecipazione della delegazione degli operai della BRT di Cesena (ex SiCobas) alla manifestazione perchè portavano le bandiere del loro sindacato SolCobas. Proletari Comunisti ha difeso il diritto di questi operai di stare nella piazza perchè anche loro hanno fatto una lotta e un blocco ai cancelli in risposta al licenziamento di 16 lavoratori e anche per questo hanno ricevuto denunce e ha proposto ai lavoratori BRT di unirsi agli operai di Chiari dello Slai Cobas psc, cosa che però non è avvenuta per decisione assolutamente erronea del loro coordinatore nazionale. Secondo noi era necessario affrontare queste situazioni con spirito proletario, restando in piazza anche raccogliendo l'invito ad unirsi alla nostra delegazione.
Presidio ai cancelli di Italpizza |
lo striscione degli operai di Chiari |
Lo spezzone del Fgc |
La delegazione del Mfpr |
contro la repressione nelle carceri |
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