(dal blog tarantocontro)
Non solo nell'incontro del 23 settembre vi è stata da parte del governo e dell'ArcelorMittal "aria fritta" - nuovi incontri (come riportiamo di seguito) ma nessun risposta concreta in termini di fatti, tempi, immediato futuro, mentre AM continua a fare (e non fare) quello che vuole: abuso illegittimo di cig-covid, rischio sicurezza, utilizzo degli operai come "usa e getta", ecc., ma da notizie nazionali le vicende sono incerte e in peggioramento.
I commissari riaprono la strada dello scontro giudiziario definitivo, rimettendo in discussione la garanzia data ad ArcelorMittal. Al centro del contenzioso c’è il pagamento delle rate del canone di affitto dello stabilimento siderurgico da pagare anticipatamente: erano due, adesso sono tre da 22,25 milioni l’una. E si riferiscono ai canoni maggio-luglio, agosto-ottobre, novembre-gennaio 2021.
Su questo vi era stato un accordo di pagamento due rate, ma l’atteggiamento dilatorio di ArcelorMittal dimostra che non intende adempiere all’obbligo di pagamento rendendo precarie le future strategie.
Dopo alcune proposte di "soluzioni", quando è emersa con evidenza la
decisione di interrompere la procedura si è dovuto prenderne atto dichiarando chiuso il procedimento.
Ora
il prossimo passo dovrebbe essere l’escussione della fidejussione di 90
milioni prestata da Intesa Sanpaolo nell’interesse di ArcelorMittal. Di
fronte a questa mossa aggressiva, peraltro attesa perché prevista dal
contratto, ArcelorMittal si dice pronto all’impugnativa davanti al tribunale
di Milano. A quel punto ci sarebbe la violazione definitiva del
contratto più volte modificato.
A questo si aggiunge il fatto recente dell'emendamento al Senato presentato dal M5S che vuole ridurre la dote di entrata di Invitalia nella holfing di ArcelorMIttal da 470 milioni a 180 milioni. Mittal pochi giorni fa invece aveva dichiarato che 470milioni erano pochi...
ORA, IN QUESTA SITUAZIONE - LE CUI CONSEGUENZE RICADONO PRIMA DI TUTTI SUGLI OPERAI - CON CHE FACCIA FIM, FIOM, UILM HANNO REVOCATO LO SCIOPERO, per dire solo "...qualora non si dovessero concretizzare le disponibilità da parte di Arcelor Mittal, emerse al tavolo, continueremo con le mobilitazioni già intraprese nei giorni scorsi”?
Ma stanno prendendo per i fondelli!?
Nè l'Usb si può mettere a posto la coscienza solo perchè ad un certo punto ha abbandonato il tavolo di trattativa in segno di protesta, ma dicendo la solita minestra: "Arcelor Mittal deve andare via. Il Governo cacci questo gruppo e riparta mettendo in sicurezza gli impianti” (cosa che il governo NON vuole fare); senza chiamare alla lotta ora e subito per una piattaforma operaia.
Gli operai non devono andare dietro alle illusioni: via Mittal, l'Ilva verrebbe consegnata ad un altro/altri padroni che già nelle loro fabbriche fanno come Mittal: sfruttamento, attacco alla salute e sicurezza, tagli di posti di lavoro - i padroni sono tutti una razza bastarda che pensa solo a fare profitti sulla pelle degli operai; anche l'ipotesi che sia il governo a prendersi la fabbrica (cosa che il governo non vuole) non risolve i problemi degli esuberi, di fondi tanti e effettivi per la sicurezzza e ambiente, perchè anche il governo vuole ridurre di molto gli operai in Ilva, mandando gli altri a fantomatici piani di riconversione, e intanto stai in cig...
SENZA UNA LOTTA SERIA E PROLUNGATA, QUI ED ORA SU UNA PIATTAFORMA OPERAIA, il resto sono lamenti e tavoli inutili.
La
lotta era appena iniziata - BENE - con blocchi riusciti e necessari,
alla strada e alla portineria C e ai varchi; ora non deve essere
bloccata!
A questo punto tocca agli operai più coscienti e combattivi unirsi, organizzarsi e riprendere la lotta! Lo Slai cobas sta per questo.
Concentriamoci sulla piattaforma alternativa – che centinaia di operai stanno firmando alle portinerie - per sviluppare una lotta vera
- stop alla cassintegrazione covid - rientro dei cassintegrati - cassintegrazione ordinaria al 100%
-
riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga
-
prepensionamenti come risarcimento ai lavoratori per amianto, attacco
alla salute e perchè 25 anni bastano in una fabbrica siderurgica
-
Diciamo sì a tutti i piani di ambientalizzazione della fabbrica e
alle ipotesi di nuove teconologie per ridurre le fonti inquinanti
all’interno, ma tutto questo con gli operai in fabbrica, col
controllo operaio, e la presenza in fabbrica di una postazione
Ispettiva permanente.
Slai cobas per il sindacato di
classe - via Livio Andronico 47 Taranto 3475301704
slaicobasta@gmail.com - tarantocontro.blogspot.com
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