Gas lacrimogeni sul treno su cui viaggiavano i frontalieri: i lavoratori hanno dovuto abbandonare il vagone
La gendarmeria voleva far uscire i migranti che si erano rifugiati in una toilette
Per la seconda volta in una settimana i lavoratori frontalieri ieri mattinahanno dovuto abbandonare di corsa il vagone sul quale viaggiavano su
input della polizia e gendarmeria francese decisi a fare uscire i
migranti che si erano rifugiati all’interno di una toilette. Se la
scorsa settimana è stata sufficiente la minaccia da parte delle forze di
polizia, ieri mattina, invece, i gas lacrimogeni sono stati usati
davvero. Aperti all’esterno dei bagni hanno ben presto invaso i piccoli
servizi igienici e costretto due giovani migranti ad uscire. I due sono
poi stati accompagnati su un treno diretto in Italia e rimandati oltre
il confine. È accaduto ieri mattina sul treno in partenza da Ventimiglia
delle 7.17. Aldilà del comportamento della polizia nei confronti delle
persone migranti, a farne le spese sono stati ancora una volta anche
decine di frontalieri: spaventati per la situazione, costretti a mettere
in conto decine di minuti di ritardo e che in molti casi hanno poi
accusato difficoltà respiratorie e mal di testa per aver comunque
respirato il fumo dei fumogeni utilizzati. Quale sia il motivo di questo
inasprimento dei controlli non è dato sapere. Solo poche settimane fa
proprio per evitare la presenza di migranti a bordo Sncf aveva deciso di
far rientrare in Francia gli ultimi treni in arrivo a Ventimiglia, che
in passato rimanevano nella città di confine per la pulizia e
ripartivano la mattina successiva. Oggi i treni in partenza arrivano
invece direttamente da Mentone e Nizza, e proprio per questo nelle
scorse settimane si sono verificati ritardi e soppressioni. Ma
evidentemente non è bastato. Della situazione che si verifica sui treni
al confine sono già state informate anche le autorità italiane. Resta il
dramma di chi cerca solo un varco per l'Europa e di chi si alza
all’alba per andare al lavoro e ogni giorno deve mettere in conto
ritardi nell’arrivo a destinazione, controlli a raffica se non, come in
questo caso, vere e proprie incursioni con tanto di fumogeni. «Siamo
esasperati. Ogni giorno siamo costretti ad assistere a scene di questo
tipo. La scorsa settimana – confermano i frontalieri – si è verificata
la stessa situazione. Quando la polizia non riesce ad aprire la porta
con il piede di porco urla a tutti di lasciare il vagone e usa i gas
lacrimogeni. Intollerabile».
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