Macron ci riprova con la Libia e annuncia all'Onu una nuova conferenza dei Paesi vicini
Tripoli , 23 set 18:29 - (Agenzia Nova) - La Francia
sta cercando di rientrare nella partita per la stabilizzazione e la
ricostruzione della Libia dopo i passi falsi degli ultimi mesi, ma non
sarà facile per il presidente Emmanuel Macron guadagnare il terreno
perduto dopo l’intervento della Turchia. Il sostegno politico e militare
fornito da Ankara al Governo di accordo nazionale (Gna), unito ai fondi
elargiti dal Qatar, ha ribaltato le sorti del conflitto che vedeva il
generale Khalifa Haftar, sostenuto da Emirati Arabi Uniti, Egitto,
Russia e anche della Francia (pur non in maniera ufficiale), assediare
il premier Fayez al Sarraj a pochi chilometri da Tripoli. Nel Paese
nordafricano ora vige una fragile tregua che vede nella città di Sirte, la nuova linea del fronte di un conflitto congelato
grazie ad una fragile tregua mediata da turchi e russi.
Il recente passo indietro del premier Sarraj, che ha promesso le dimissioni entro ottobre, e le divisioni in seno alla compagine governativa di Tripoli potrebbero garantire a Macron maggiore spazio di manovra. E’ in questo contesto che va inserito l’annuncio del titolare dell’Eliseo di organizzare un nuovo incontro dei Paesi confinanti con la Libia per aiutare a risolvere la crisi nel Paese, in coordinamento con il segretario generale delle Nazioni Unite, nelle prossime settimane. Nel suo discorso all'Assemblea generale Onu, Macron ha affermato di voler "radunare tutti i vicini della Libia per aiutare a trovare una soluzione al conflitto in quel Paese devastato dalla guerra". Per Macron si tratta del secondo tentativo di tornare a essere protagonista in Libia, dopo mesi di “silenzio” a seguito della scoperta di missili anticarro acquistati dalla Francia nel quartier generale delle forze di Haftar a Gharian, a ridosso di Tripoli. L’Eliseo ha recentemente cercato di organizzare (senza successo) un incontro a Parigi tra il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh e il capo del Consiglio di presidenza del Governo di accordo nazionale, Fayez al Sarraj.
L’incontro Sarraj-Saleh-Haftar (un formato oggi superato dagli eventi in rapida evoluzione in Libia) si sarebbe dovuto svolgere il 17 settembre, ma la riunione è saltata. Secondo il sito web francese "Intelligence Online" e l’emittente televisiva di proprietà saudita "Al Arabiya", la colpa sarebbe di Sarraj, che su indicazione della Turchia avrebbe rifiutato di trattare apertamente con Haftar, considerato alla stregua di un criminale di guerra. Tuttavia, il recente accordo per la riapertura dei terminal di esportazione e dei giacimenti di petrolio in Libia ha cambiato le carte in tavola. Il generale libico è infatti tornato ad essere protagonista, nonostante i tentativi di isolamento da parte della comunità internazionale, mentre il gruppo legato alla Fratellanza musulmana di Tripoli è stato ridimensionato. Intanto Sarraj ha annunciato che se ne andrà a fine ottobre, ma solo se verrà trovato un accordo per formare una nuova autorità esecutiva. I riflettori sono ora puntati sul dialogo libico e sugli attori internazionali che sostengono i vari "proxy" nel paese nordafricano.
In questo ambito assumono sempre più importanza le riunioni per scegliere un nuovo Consiglio presidenziale, che sarà composto da un presidente e due vice presidenti, e un nuovo governo. La prossima sessione del dialogo si terrà il prossimo 5 ottobre Ginevra, secondo quanto dichiarato da Fathi al Mariami, consigliere del presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Aguila Saleh. Si prevede che membri della Camera dei rappresentanti, del Consiglio di Stato, rappresentanti del governo precedente e un certo numero di leader politici e attori sociali indipendenti partecipino all'incontro, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, e alla presenza dei partecipanti dei vertici precedenti avvenuti nelle settimane scorse a Montreux, in Svizzera, a Bouznika, in Marocco, e al Cairo, in Egitto.
Fonti citate dall'emittente "Al Arabiya" hanno riferito, invece, che l'incontro atteso a Ginevra per l'avvio dei colloqui inter-libici si terrà il 15 ottobre, alla presenza di 80 personalità libiche. I paesi interessati al dossier libico continuano a premere per una soluzione a questa crisi spinosa che dura da anni, spiega l'emittente. Secondo la stessa fonte, 13 deputati del Parlamento libico e 13 esponenti del Consiglio di Stato parteciperanno al prossimo ciclo di negoziati. Per quanto riguarda la questione più importante che verrà sollevata sul tavolo di discussione, le fonti hanno sottolineato che si parlerà della ricostituzione del Consiglio di presidenza e della formazione di un governo indipendente. Questi due punti sono tra i dossier più importanti da discutere alla riunione di Ginevra.
Il recente passo indietro del premier Sarraj, che ha promesso le dimissioni entro ottobre, e le divisioni in seno alla compagine governativa di Tripoli potrebbero garantire a Macron maggiore spazio di manovra. E’ in questo contesto che va inserito l’annuncio del titolare dell’Eliseo di organizzare un nuovo incontro dei Paesi confinanti con la Libia per aiutare a risolvere la crisi nel Paese, in coordinamento con il segretario generale delle Nazioni Unite, nelle prossime settimane. Nel suo discorso all'Assemblea generale Onu, Macron ha affermato di voler "radunare tutti i vicini della Libia per aiutare a trovare una soluzione al conflitto in quel Paese devastato dalla guerra". Per Macron si tratta del secondo tentativo di tornare a essere protagonista in Libia, dopo mesi di “silenzio” a seguito della scoperta di missili anticarro acquistati dalla Francia nel quartier generale delle forze di Haftar a Gharian, a ridosso di Tripoli. L’Eliseo ha recentemente cercato di organizzare (senza successo) un incontro a Parigi tra il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh e il capo del Consiglio di presidenza del Governo di accordo nazionale, Fayez al Sarraj.
L’incontro Sarraj-Saleh-Haftar (un formato oggi superato dagli eventi in rapida evoluzione in Libia) si sarebbe dovuto svolgere il 17 settembre, ma la riunione è saltata. Secondo il sito web francese "Intelligence Online" e l’emittente televisiva di proprietà saudita "Al Arabiya", la colpa sarebbe di Sarraj, che su indicazione della Turchia avrebbe rifiutato di trattare apertamente con Haftar, considerato alla stregua di un criminale di guerra. Tuttavia, il recente accordo per la riapertura dei terminal di esportazione e dei giacimenti di petrolio in Libia ha cambiato le carte in tavola. Il generale libico è infatti tornato ad essere protagonista, nonostante i tentativi di isolamento da parte della comunità internazionale, mentre il gruppo legato alla Fratellanza musulmana di Tripoli è stato ridimensionato. Intanto Sarraj ha annunciato che se ne andrà a fine ottobre, ma solo se verrà trovato un accordo per formare una nuova autorità esecutiva. I riflettori sono ora puntati sul dialogo libico e sugli attori internazionali che sostengono i vari "proxy" nel paese nordafricano.
In questo ambito assumono sempre più importanza le riunioni per scegliere un nuovo Consiglio presidenziale, che sarà composto da un presidente e due vice presidenti, e un nuovo governo. La prossima sessione del dialogo si terrà il prossimo 5 ottobre Ginevra, secondo quanto dichiarato da Fathi al Mariami, consigliere del presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Aguila Saleh. Si prevede che membri della Camera dei rappresentanti, del Consiglio di Stato, rappresentanti del governo precedente e un certo numero di leader politici e attori sociali indipendenti partecipino all'incontro, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, e alla presenza dei partecipanti dei vertici precedenti avvenuti nelle settimane scorse a Montreux, in Svizzera, a Bouznika, in Marocco, e al Cairo, in Egitto.
Fonti citate dall'emittente "Al Arabiya" hanno riferito, invece, che l'incontro atteso a Ginevra per l'avvio dei colloqui inter-libici si terrà il 15 ottobre, alla presenza di 80 personalità libiche. I paesi interessati al dossier libico continuano a premere per una soluzione a questa crisi spinosa che dura da anni, spiega l'emittente. Secondo la stessa fonte, 13 deputati del Parlamento libico e 13 esponenti del Consiglio di Stato parteciperanno al prossimo ciclo di negoziati. Per quanto riguarda la questione più importante che verrà sollevata sul tavolo di discussione, le fonti hanno sottolineato che si parlerà della ricostituzione del Consiglio di presidenza e della formazione di un governo indipendente. Questi due punti sono tra i dossier più importanti da discutere alla riunione di Ginevra.
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