Il governo di Gerusalemme acquista elicotteri d'addestramento Agusta, quello di Roma missili controcarro. Solo l'ultimo passo di una collaborazione tra forze armate e aziende sempre più stretta
Un altro passo avanti
nella cooperazione militare tra Italia e Israele, con un duplice
contratto. Israele ha annunciato l'acquisto di altri cinque elicotteri
d'addestramento; l'Italia invece comprerà missili controcarro e
simulatori di missione.
L'accordo bilaterale è stato siglato martedì con una cerimonia in tele-collegamento tra Roma e Tel Aviv: a firmarlo il direttore generale del ministero della Difesa, Amir Eshel, e il responsabile della Direzione Generale degli Armamenti Nicolò Falsaperna.
In questo modo, Israele completa la fornitura di un reparto
d'addestramento elicotteri fornito da Leonardo, che conterà 12 Agusta
Aw119 e due simulatori di volo. L'Italia invece aumenterà la dotazione
di missili anti-tank Rafael Spike e acquisterà sistemi Elbit destinati a
nuovi simulatori per elicotteri realizzati da Leonardo. Il ministro
della Difesa Benny Gantz, appena rientrato da
Washington, ha dichiarato che l'accordo "riflette l'importante e stretta
collaborazione con il ministero della Difesa italiano che va avanti da
anni. Ed è anche di grande rilevanza per la sicurezza di Israele e per
la sua industria militare".
Le relazioni tra i Paesi sono andate crescendo dal 2012. In quell'anno è stato concluso un patto tra i due governi, rilevante per l'importo - complessivamente vicino ai quattro miliardi di euro - e per la sofisticazione della tecnologia. Israele acquistò trenta jet Aermacchi M-346 per la formazione avanzata dei piloti, l'Italia invece un satellite spia Optsat 3000 e due sistemi di sorveglianza aerea imbarcati su bireattori Gulfstream 550.
Da allora ci sono stati altri protocolli per la realizzazione congiunta di sistemi d'arma in tutti i settori, dai droni subacquei ai veicoli blindati da combattimento. E sono aumentate le esercitazioni comuni delle due aviazioni, con la presenza di cacciabombardieri israeliani sul poligono sardo di Decimomannu mentre gli F-35 italiani hanno partecipato alle manovre Blu Light in Israele.
Ultimamente ci sono stati contatti per valutare l'eventualità di realizzare insieme un carro armato di ultima generazione, che dovrà sostituire i Merkava israeliani e gli Ariete italiani: al momento, però, le linee guida emesse dai due eserciti non paiono compatibili.
L'accordo bilaterale è stato siglato martedì con una cerimonia in tele-collegamento tra Roma e Tel Aviv: a firmarlo il direttore generale del ministero della Difesa, Amir Eshel, e il responsabile della Direzione Generale degli Armamenti Nicolò Falsaperna.
Le relazioni tra i Paesi sono andate crescendo dal 2012. In quell'anno è stato concluso un patto tra i due governi, rilevante per l'importo - complessivamente vicino ai quattro miliardi di euro - e per la sofisticazione della tecnologia. Israele acquistò trenta jet Aermacchi M-346 per la formazione avanzata dei piloti, l'Italia invece un satellite spia Optsat 3000 e due sistemi di sorveglianza aerea imbarcati su bireattori Gulfstream 550.
Da allora ci sono stati altri protocolli per la realizzazione congiunta di sistemi d'arma in tutti i settori, dai droni subacquei ai veicoli blindati da combattimento. E sono aumentate le esercitazioni comuni delle due aviazioni, con la presenza di cacciabombardieri israeliani sul poligono sardo di Decimomannu mentre gli F-35 italiani hanno partecipato alle manovre Blu Light in Israele.
Ultimamente ci sono stati contatti per valutare l'eventualità di realizzare insieme un carro armato di ultima generazione, che dovrà sostituire i Merkava israeliani e gli Ariete italiani: al momento, però, le linee guida emesse dai due eserciti non paiono compatibili.
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