...se questa è la situazione
ora non servono tavoli con il governo e cgil-cisl-uil,
ma dopo lo sciopero di 8 ore proseguire l'unità di azione dei sindacato di base per uno sciopero generale
contro padroni e governo veri responsabili delle morti sul lavoro per i profitti
SERVONO SOLDI PER LA SICUREZZA, NON PER LA GUERRA
La tragedia del Frecciarossa, l’accusa: «Lavori di manutenzione eseguiti in modo inadeguato»
dal corriere della sera di Cesare Giuzzi
Hanno parlato. Per ore hanno risposto alle domande degli investigatori, ricostruito passo passo quella notte di lavori sui binari dell’Alta velocità. Sono durati fino a tarda ora gli interrogatori dei cinque tecnici di Rete ferroviaria italiana indagati per il disastro del Frecciarossa nel quale sono morti due macchinisti e venti passeggeri sono rimasti feriti. Gli indagati — un caposquadra e quattro operai —
sono stati sentiti negli uffici della Polfer di Piacenza dove sono arrivati poco dopo le 15.30, assistiti dagli avvocati Armando D’Apote e Fabio Cagnola: cappucci a coprire il volto, nessuna parola. Gli inquirenti hanno cercato di ricostruire la sequenza degli interventi svolti sullo scambio che ha provocato il deragliamento del Frecciarossa e soprattutto come sia stato possibile che il deviatoio sia rimasto aperto dopo che il capo squadra aveva indicato una posizione «normale», ossia corretta rispetto al tracciato che avrebbe dovuto seguire il treno. Sentiti nelle prime ore, gli indagati — «tutti di grande esperienza», secondo i legali — avevano raccontato di aver svolto tutto con correttezza e di aver lasciato lo scambio diritto: «Non riusciamo a spiegarci cosa sia potuto succedere».
La squadra ha lavorato dalla mezzanotte fino alle 4.45 di giovedì mattina. Nel programma dei lavori erano previsti interventi di manutenzione ordinaria della linea Alta velocità tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano. Due in totale le squadre impegnate, ma solo quella dei tecnici indagati ha operato sullo scambio 05 al chilometro 166+771 della Milano-Bologna, dove secondo gli investigatori alle 5.35 s’è innescato il deragliamento. Gli operai hanno effettuato alcune riparazioni in altri punti e solo nella seconda parte del turno si sono concentrati sul deviatoio incriminato. Da capire, quindi, se la fretta e la pressione per la necessità di riaprire la linea abbiano giocato un ruolo nella tragedia. Lo scambio, secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer, presentava una anomalia nel sistema elettronico di collegamento con la centrale Alta velocità di Bologna (che controlla il traffico su tutta la rete riservata ai Frecciarossa).
E per questo i cinque tecnici avrebbero prima isolato lo scambio dal software di sicurezza e poi sostituito alcune parti meccaniche ed elettroniche. Componenti importanti, dicono fonti investigative, che agiscono direttamente sull’apertura e chiusura del deviatoio. Il guasto però non è stato risolto e per questo — come previsto dalle procedure tecniche di Rfi — gli operai hanno mantenuto lo scambio isolato e alle 4.45 hanno inviato a Bologna il fonogramma con la comunicazione che il deviatoio era stato escluso dal sistema e lasciato in posizione normale (in linea con il tracciato del Frecciarossa). Una manovra che può essere eseguita manualmente, secondo Rfi, ma anche da una console di comando nel vicino centro di movimento di Livraga (a 350 metri dallo scambio). Il deviatoio però al passaggio del treno era «aperto» verso il binario di servizio, circostanza che ha dato il via al deragliamento visto che il convoglio viaggiava a 290 chilometri orari. Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù, i macchinisti morti, non potevano accorgersi dell’errore perché il sistema computerizzato di guida Ertms non poteva «visualizzare» lo scambio isolato. L’ipotesi del pm di Lodi Giulia Aragno è che «l’intervento di manutenzione non sia stato eseguito in maniera adeguata». Da qui l’avviso di garanzia ai cinque operai.
Ieri i poliziotti guidati da Marco Napoli e Angelo Laurino, hanno sequestrato tre hard disk con i filmati del deragliamento. Uno era sulla carrozza numero 3 e gli altri nell’edificio di manutenzione a Livraga. Sequestrati anche il libretto statistico della manutenzione del Posto Movimento e la corrispondenza telefonica. Ieri sono arrivate le gru necessarie per rimuovere i vagoni incidentati dalla linea. Domani il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, conferirà l’incarico ai consulenti della Procura, Roberto Lucani e Fabrizio D’Errico, gli stessi dell’incidente con tre morto di due anni fa a Pioltello (Milano).
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