domenica 9 febbraio 2020

pc 9 febbraio - CORONAVIRUS - IL VIRUS DELL'IDEOLOGIA RAZZISTA E SOVRANISTA

Quello che, insieme alla tragedia di centinaia di morti e migliaia di persone contagiate dal coronavirus, comunque rischia di rimanere e sarà più difficile "debellare" anche quando questa epidemia sarà superata, è il rafforzamento del razzismo, e delle posizioni fasciste-sovraniste.
Questo razzismo in parte minima è spontaneo tra settori delle masse, ma è soprattutto provocato sia dall'humus razzista già sparso in questi anni, mesi, nei paesi imperialisti, Usa i primis e paesi europei, sia dalle reazioni odierne anche isteriche, esagerate di governi, Stati, che vogliono alimentare allarmismo e politiche xenofobe, con controllo/chiusura di frontiere, ecc.
Alla fine, il coronavirus se ne andrà, ma il fascio-razzismo resta. 
Ed è soprattutto questa "epidemia" che proletari, masse popolari, realtà di movimenti di lotta devono contrastare.

Su questo riportiamo alcune passi da un articolo di Slavoj Zizek

"Il coronavirus è dappertutto... Ma dove finiscono i fatti e dove inizia l'ideologia?
Il primo enigma ovvio: ci sono epidemie di gran lunga peggiori in atto, quindi perché c'è una tale
ossessione per questo quando migliaia di persone muoiono ogni giorno a causa di altre malattie infettive? Un caso estremo fu la pandemia di influenza del 1918-1920, nota come influenza spagnola, quando si stima che il bilancio delle vittime fu di almeno 50 milioni. In questo periodo, l'influenza infettò 15 milioni di statunitensi: almeno 140.000 persone furono ricoverate in ospedale e più di 8.200 persone uccise.
Sembra che la paranoia razzista sia ovviamente al lavoro qui... Considerando che, in realtà, una grande città cinese è probabilmente uno dei luoghi più sicuri al mondo.
Ma c'è un paradosso più profondo all'opera: più il nostro mondo è connesso, più un disastro locale può scatenare la paura globale e alla fine una catastrofe...
È necessaria la piena solidarietà incondizionata e una risposta coordinata a livello globale, una nuova forma di quello che una volta era chiamato comunismo. Se non orientiamo i nostri sforzi in questa direzione, oggi Wuhan è forse l'immagine della città del nostro futuro...
quelli che dovrebbero vergognarsi veramente sono tutti quelli di noi nel mondo che pensano solo a come mettere in quarantena i cinesi..."

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