Piemonte, in tutte le scuole il fumetto sulle foibe ma è polemica: "Così si sdogana il fascismo"
Appello
di due storici: "Soldi a un editore vicino ai neofascisti, la Regione
ritiri l'iniziativa". La graphic novel racconta la storia di Norma
Cosetto
Scoppia la polemica su "Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un'italiana", il fumetto sulla giovane istriana iscritta
ai gruppi universitari fascisti che fu uccisa e gettata in una foiba
nell'autunno del 1943, che ora la Regione Piemonte, nella persona
dell'assessora alla Scuola Elena Chiorino, ha deciso di distribuire in tutte le scuole.
I due storici torinesi Carlo Greppi (membro del Comitato scientifico dell'Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea in Italia) e Marco Meotto lanciano un appello contro l'iniziativa, ricordando le vicinanze dell'editore Ferrogallico all'estrema destra italiana e la sua relazione con la casa editrice Altaforte. L'ipotesi della presenza di Altaforte al Salone del Libro lo scorso anno aveva suscitato parecchie polemiche. Il titolare Francesco Polacchi proprio ieri è stato condannato a un anno di carcere per lesioni personali per un'aggressione avvenuta nel 2017 ai danni di un esponente dell'Anpi a Palazzo Marino, a Milano.
"Riteniamo - dicono i due storici - che si possa e debba arginare questa normalizzazione e istituzionalizzazione della narrative neofascista, ergendosi a difesa del mondo della scuola, a presidio
della scuola repubblicana, antifascista e democratica e per arginare il definitivo sdoganamento del fascismo. Diciamolo ovunque e a chiare lettere che il fumetto, edito da una casa editrice neofascista, deve essere immediatamente ritirato dalle scuole piemontesi".
A esprimersi in modo netto sul tema è stato per primo il consigliere regionale Marco Grimaldi, di Liberi uguali e verdi, che ha sollevato un problema di aderenza storica nel testo e uno legato alle vicinanze della casa editrice Ferrogallico con alcuni esponenti dell'estrema destra. "Nel consiglio d'amministrazione siedono, tra gli altri, i dirigenti di Forza Nuova Alfredo Durantini e Marco Carucci. Ferrogallico è anche unita da un "accordo di collaborazione" a un'altra casa editrice, Altaforte, che è espressione di Casapound. Gli autori di Foiba rossa sono Beniamino Delvecchio ed Emanuele Merlino: quest'ultimo è figlio di Mario Merlino, nome notissimo del neofascismo italiano", spiega Grimaldi.
L'assessore dovrà rispondere al question time proposto dallo stesso Grimaldi durante il prossimo Consiglio regionale: "La Regione Piemonte non ha i fondi per distribuire copie della Costituzione italiana ma li trova per distribuire a pioggia un prodotto qualitativamente pessimo e parziale, legato a triplo nodo al neofascismo italiano", conclude Grimaldi.
I due storici torinesi Carlo Greppi (membro del Comitato scientifico dell'Istituto nazionale Ferruccio Parri, che coordina la rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea in Italia) e Marco Meotto lanciano un appello contro l'iniziativa, ricordando le vicinanze dell'editore Ferrogallico all'estrema destra italiana e la sua relazione con la casa editrice Altaforte. L'ipotesi della presenza di Altaforte al Salone del Libro lo scorso anno aveva suscitato parecchie polemiche. Il titolare Francesco Polacchi proprio ieri è stato condannato a un anno di carcere per lesioni personali per un'aggressione avvenuta nel 2017 ai danni di un esponente dell'Anpi a Palazzo Marino, a Milano.
"Riteniamo - dicono i due storici - che si possa e debba arginare questa normalizzazione e istituzionalizzazione della narrative neofascista, ergendosi a difesa del mondo della scuola, a presidio
della scuola repubblicana, antifascista e democratica e per arginare il definitivo sdoganamento del fascismo. Diciamolo ovunque e a chiare lettere che il fumetto, edito da una casa editrice neofascista, deve essere immediatamente ritirato dalle scuole piemontesi".
A esprimersi in modo netto sul tema è stato per primo il consigliere regionale Marco Grimaldi, di Liberi uguali e verdi, che ha sollevato un problema di aderenza storica nel testo e uno legato alle vicinanze della casa editrice Ferrogallico con alcuni esponenti dell'estrema destra. "Nel consiglio d'amministrazione siedono, tra gli altri, i dirigenti di Forza Nuova Alfredo Durantini e Marco Carucci. Ferrogallico è anche unita da un "accordo di collaborazione" a un'altra casa editrice, Altaforte, che è espressione di Casapound. Gli autori di Foiba rossa sono Beniamino Delvecchio ed Emanuele Merlino: quest'ultimo è figlio di Mario Merlino, nome notissimo del neofascismo italiano", spiega Grimaldi.
L'assessore dovrà rispondere al question time proposto dallo stesso Grimaldi durante il prossimo Consiglio regionale: "La Regione Piemonte non ha i fondi per distribuire copie della Costituzione italiana ma li trova per distribuire a pioggia un prodotto qualitativamente pessimo e parziale, legato a triplo nodo al neofascismo italiano", conclude Grimaldi.
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