mercoledì 12 febbraio 2020

pc 12 febbraio - Intervento della compagna de L'Aquila di Soccorso rosso proletario

all'assemblea nazionale a Roma del 8 febbraio per il “Patto d'azione” contro la repressione e i Decreti sicurezza.

Lo scorso anno abbiamo sostenuto e, dove presenti, partecipato a numerose iniziative contro il carcere e la repressione dei movimenti sociali, in solidarietà con le compagne e compagni arrestati e perseguiti per azioni di solidarietà ai proletari immigrati, per le lotte antirazziste e antifasciste, contro i Cpr, gli sgomberi, la Tav, la repressione di lavoratori e disoccupati.
Abbiamo con altre realtà in lotta contro la repressione abbiamo organizzato presidi sotto carceri e tribunali in difesa delle condizioni di vita di tutti i prigionieri politici rivoluzionari del nostro paese. Tra queste iniziative, in particolare vari presidi a L'Aquila per Nadia Lioce, da 15 anni in regime duro del 41bis, e quello contro la carcerazione, con l’accusa di “terrorismo”, di 3 giovani anarchiche sempre nel carcere dell’Aquila e l’applicazione, di fatto, del regime di 41 bis anche a queste compagne.
Solidali con Nicoletta Dosio, abbiamo sostenuto la sua scelta di disobbedire ai divieti della magistratura e di non accettare le "regole" di questo Stato e della Polizia, perché queste regole esprimono una profonda ingiustizia di classe.

Quest’anno, in unità con la mobilitazione per la libertà di Nicoletta e per quella di tutti i compagni No Tav arrestati e inquisiti, sosteniamo la necessità dell'avvio di una campagna per la scarcerazione di tutti i compagni arrestati, criminalizzati, per le lotte politiche e sociali. Una campagna in grado di riaprire, a livello di massa, la battaglia per la liberazione di tutti i prigionieri politici nel nostro paese, dagli anni 70/80 fino ad oggi.
Queste compagne e questi compagni, indipendentemente dalle pratiche di lotta adottate, sono tuttora colpiti da questo Stato per quello che rappresentano: la necessità di una lotta
rivoluzionaria che ponga fine a questo sistema di ingiustizia e sfruttamento, di attacco alle condizioni di vita e di lavoro, di discriminazione e oppressione di donne e proletari.
La controrivoluzione preventiva con cui lo Stato borghese ha articolato a vari livelli repressivi il suo intervento militare sul conflitto sociale in corso negli ultimi 50 anni, ha trovato nei sindacati confederali un complice privilegiato, a cui affidare il compito di disinnescare la potenza rivoluzionaria della base, nel tentativo di neutralizzare il concetto stesso delle classi e il loro irriducibile antagonismo.

Ma i fatti hanno la testa dura: la crisi strutturale del sistema capitalistico si riflette sia nelle motivazioni giuridiche con cui lo Stato si accanisce sui prigionieri rivoluzionari in Italia, sia nella repressione sindacale, sociale e politica, con cui il capitale conduce la sua guerra di classe interna, criminalizzando, a colpi di decreti sicurezza, le lotte per il lavoro, per la casa, per scuola e salute pubbliche e non aziendalizzate.

Riteniamo che la solidarietà con chi viene incarcerato per le lotte, con le prigioniere e i prigionieri politici del nostro paese, del campo proletario, sia non solo una necessità, ma una linea di fronte dell’attuale guerra di classe.

Per questo proponiamo, come Soccorso rosso proletario, di inserire nella piattaforma generale del 'patto d'azione' la solidarietà, anche materiale, ai detenuti e alle detenute per lotte sociali e antifasciste e quella alle prigioniere e ai prigionieri politici.


8 febbraio 2020

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