Stradella, sfruttavano i lavoratori delle coop: in tre rischiano 15 anni di carcere
Stradella (Pavia), 13 febbraio 2020 - L'accusa ha chiesto in totale
quasi quindici anni di reclusione per tre imputati nell’ambito del
processo sul caporalato nelle logistiche di Stradella.
Alla sbarra con le accuse a vario titolo di aver fatto parte di
un’associazione per delinquere volta a sfruttare il lavoro, ci sono
Giancarlo Bolondi, 64 anni, il commercialista Stefano Groppi di 62 anni e
Daniele Di Maggio, di 40 anni. Bolondi, che era ai vertici del
consorzio di cooperative Premium Net, è considerato dall’accusa il
dominus del sistema messo in piedi nelle logistiche di Stradella: per
lui l’accusa ieri al termine della requisitoria ha chiesto la condanna a
otto anni di reclusione e mille euro di multa rapportati alle oltre
centocinquanta parti offese. La pena detentiva è stata calcolata
considerando la riduzione di un terzo per la scelta del rito abbreviato,
così come per Groppi e Di Maggio, per i quali rispettivamente l’accusa
ha chiesto due anni e otto mesi di reclusione e, per il co-imputato,
quattro anni e mille euro di multa per ogni parte offesa.
Per Bolondi e Di Maggio è stata chiesta anche la confisca dei loro beni posti sotto
sequestro preventivo. L’indagine condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Pavia era culminata con le
ordinanze di custodia cautelare nell’estate 2018.
L’indagine aveva portato alla luce il coinvolgimento di circa quaranta
coop, che avrebbero fatto capo proprio al consorzio Premium Net. Secondo
le accuse, i lavoratori di queste coop che operavano nell’area
logistica stradellina erano costretti a
lavorare anche per dodici ore di seguito, sotto la minaccia di venir licenziati, gli straordinari non venivano pagati,
la retribuzione a volte avveniva in valuta romena.
Tra le accuse mosse, oltre a reati tributari e all’associazione per
delinquere, è stato contestato anche il reato previsto all’articolo 603
bis del codice penale, che punisce lo sfruttamento del lavoro.
L’udienza poi è stata rinviata al 26 febbraio,
quando prenderanno la parola gli avvocati delle parti civili per
avanzare le loro richieste. Le eventuali repliche e la sentenza sono
previste per l’inizio di marzo.
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